Disorientata e impaurita

Salve, sono una ragazza di 27 anni e da 7 anni sono fidanzata con quello che è stato il mio primo e unico fidanzato.
Sono circa 5 mesi che vivo male il nostro rapporto.
Premetto che mi trovo in un periodo della mia vita in cui sono in balia di una crisi esistenziale per l’imminente fine dei miei studi.
Ho paura del futuro e non riesco più a provare entusiasmo all’idea di laurearmi e di concretizzare successivamente il nostro rapporto sposandomi.
Mi sento come una che ha vissuto per anni in una bolla di sapone e si è persa tante cose della vita.
Con lui ho fatto tutte e le poche mie prime esperienze.
Abbiamo un rapporto molto solido e maturo: in tanti anni non ci siamo mai lasciati e se abbiamo avuto discussioni, anche grandi, le abbiamo risolte come una coppia sposata, parlandone e trovando un punto di incontro.
Non ci siamo mai concessi distanze fisiche, leggerezze e non so cosa significhi la sua mancanza perchè siamo stati sempre insieme.
È da un pó di tempo che non riesco a tenere separata la mia paura per il futuro dal nostro rapporto: sento una necessità di vivere e di evadere che mi rende insoddisfatta di tutto.
Come se non bastasse, da un mese ho risentito dopo molti anni un amico virtuale, per il quale provo un profondo piacere nel parlargli.
Sebbene non provi un’attrazione fisica nei suoi riguardi, mi sento molto attratta mentalmente e non riesco a smettere di sentirlo.
Tuttavia, mi sento profondamente in colpa, perchè in tanti anni non ho mai provato attrazione mentale per nessun altro uomo e soprattutto ritengo di mancare di rispetto il mio ragazzo quando mi concedo una chiacchierata online o una telefonata con questo mio amico.
So di piacergli e mi lusinga saperlo e capirlo, ma al di lá di questo è una persona che conosco da tanti anni con il quale ho una certa confidenza e riconosco essere una persona che sa come ascoltarmi e sa come farmi parlare.
Ma da circa un mese, cioè da quando lo sento, provo una continua sensazione di ansia: mi sento come una che sta facendo qualcosa di brutto, di irrispettoso e questo spesso mi porta a vivere male il mio rapporto attuale.
Vorrei sapere se sia normale provare un’attrazione mentale per un’altra persona o se faccio bene a sentirmi in colpa.
Vorrei sapere se devo smettere di sentire questa persona e soprattutto se sia possibile provarne attrazione perchè mi trovo in un momento della mia vita in cui sono fragile e vulnerabile.

Perchè non cerco questi stimoli nel mio ragazzo ma li trovo in qualcuno al di fuori di noi?

Lo sto tradendo?

Vi prego aiutatemi a capire.
Mi sento profondamente in colpa e non so più gestire questa situazione mai vissuta prima.
So che l’amico di cui parlo mi parla con l’intento di farmi legare a lui e vedermi.
Ma ciononostante, non ho mai accettato i suoi inviti e, ad essere sincera, sebbene sia anche fisicamente appetibile non è quello che mi spinge a sentirlo.

Provo solo una grande attrazione mentale.

Spero mi aiutate a capire come gestire questa situazione.
Grazie.
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Dr.ssa Eleonora Arduino Psicologo, Psicoterapeuta 62
Mi spiace metterla in ansia, ma forse sta sentendo la necessità di vivere quelle cose che ha "saltato": le esperienze, le prove, gli esperimenti, le istintualità che appartengono all'educazione amorosa. Un rapporto forse troppo adulto precocemente. Lei ha seguito uno "schema" di vita molto trattenuto dal punto di vista sentimentale e forse sente il bisogno naturale di vivere pienamente in modo non stereotipato. In quanto alle attrazioni "solo mentali", a volte sono inconsapevolmente auto-censurate per sedare il senso di colpa e la paura dell'ignoto.
Non ho certo consigli da darle, ma sapere quello che vuole veramente può essere un percorso non immediato. che però se non viene fatto porta a grande infelicita.
Come a tutti devo dirle: se scrive in un forum per avere un parere psicologico, perchè non andare da uno psicologo anche solo per confrontarsi più approfonditamente?

Dr.ssa Eleonora Arduino
psicologa-psicoterapeuta

[#2]
dopo
Utente
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Salve dott.ssa Arduino e grazie per la risposta. Effettivamente il bisogno che sento è proprio quello che ha evidenziato lei e non capisco come sia possibile che sia emerso cosi violentemente.
Sono molto combattuta perchè da un lato penso che dovrei soddisfare i miei bisogni, dall’altro penso che l’amore si costruisce giorno dopo giorno e che se arriva la tempesta, bisogna provare a fare ogni cosa per mettere la propria barca in salvo. L’ho sempre pensata cosi.

Per quanto riguarda l’attrazione mentale che provo per l’altra persona, ho maturato in queste ore l’idea di eliminare ogni forma di contatto, anche se a malincuore. Ma d’altronde, so che non sfocerebbe mai in una relazione e spero che tutta questa mia razionalità non mi renda infelice.

Mi sento molto in colpa e abbattuta.
[#3]
Dr.ssa Eleonora Arduino Psicologo, Psicoterapeuta 62
Cara "ragazza di 27 anni" i bisogni emergono tanto più violentemente quanto sono stati repressi, io lo chiamo "effetto pentola a pressione".
La razionalità è una splendida funzione, così come l'istinto, l'emozione e la sensazionee . Ci compete trovare un equilibrio tra le varie parti di noi per stare bene, e non è facile per nessuno. Quindi "salvi la sua barca" se è questo che vuole, ma attenzione a cosa reprime. Oppure riesce a trovare un altro modo per soddisfare i suoi bisogni? E quali sono, al di là del modo in cui si manifestano? Inoltre dobbiamo stare attenti quando pensiamo "ho sempre fatto così": si è al punto in cui si è proprio perchè "si è sempre fatto così"? Farsi aiutare da uno psicologo serve appunto a rispondere a queste domande e trovare la nuova configurazione più adatta alle necessità del presente. Perchè noi umani siamo esseri che evolvono, e ciò che va bene un tempo non è detto che vada bene in un altro.
[#4]
dopo
Utente
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I bisogni che sento credo di aver capito quali sono, delimitando i confini in negativo del mio malessere. Sicuramente, sento il bisogno di vivere e non subire la vita. Finora non ho fatto altro che chiudermi nelle quattro mura della mia stanza a studiare per circa 12 ore al giorno, tutti i giorni, spesso anche la domenica, rinunciando ad ogni possibilità di uscire, fare cose diverse da studiare, coltivare interessi e ascoltare i miei bisogni. Purtroppo questo periodo é coincidente temporalmente con l’inizio e la durata della mia relazione e forse, proprio per questa coincidenza, finisco per trovare noiosa e poco stimolante anche la relazione stessa.
Lei crede che in un periodo storico diverso della mia vita non avrei provato un’attrazione mentale cosi forte per un’altra persona?
Temo che per me sia un modo per evadere dalla noia della mia vita attuale.
Ma non posso per questo ferire chi mi ama o illudere l’altra persona, non crede?