Non riesco ad avere un rapporto sessuale sereno

Salve...sono una ragazza di 25 anni e Circa un anno fa mi capitò di avere dei problemi di infiammazione e candida e il mio partner ebbe gli stessi sintomi, il problema è che questa storia non è mai finita, lui stava male e io no, E viceversa, un circolo infinito tra specialisti! Abbiamo fatto tutti i test per le malattie sessualmente trasmissibili ma nulla, tutto negativo, niente di niente... abbiamo fatto cure mediche di ogni tipo e speso tanti soldi, siamo stati anche un periodo senza avere rapporti e ad oggi sono ormai quasi tutti protetti, da una parte era un sollievo sapere di non avere nulla di grave ma dall’altra non hai risposte! Continuo a fare esami periodici, dal Pap test sono risultate anomalie ma non si capisce di cosa si tratti e questa cosa sta richiedendo sempre più tempo, più denaro.
Costringo il mio ragazzo ad usare sempre il preservativo perché ho paura di essere affetta da qualcosa e attaccarglielo anche se i risultati fino ad ora non hanno segnalato nulla di grave.
Sono sempre secca e soprattutto durante i rapporti provo sempre dolore e infiammazione al momento della penetrazione e quindi non riesco a rilassarmi, a volte penso solo che vorrei che finisse, la mia testa spesso è altrove perché non riesco a godermi il momento, non provo più piacere come prima.
I nostri rapporti si sono ridotti, di solito sono rapporti orali che io sola pratico perché ho paura che se dovesse farmi qualcosa lui poi io potrei attaccargli qualcosa anche se magari sono solo infiammata, questo mi porta non essere più a mio agio con me stessa.
Continuo ad avere questi problemi, questa cosa mia sta condizionando, non ho più voglia di avere rapporti, mi annoia, mi faccio prendere dalla stanchezza e dal fatto che so che io non proverò piacere perché fisicamente mi è impossibile.
A volte riesco a provare qualcosa ma è davvero poco e ogni volta che cambiamo posizione mi sembra di stare peggio e così mi sale la rabbia e non riesco ad essere partecipe, diventa qualcosa che faccio per lui perché mi dispiace non potergli offrire una vita sessuale normale e serena.
Tutto questo ci pesa molto, lui mi chiede se potremo mai avere dei figli dato che c’è questa inspiegabile situazione, siamo stanchi, crediamo che questa situazione sia irrisolvibile, non riusciamo a trovare il problema, ci amiamo molto e al di fuori del sesso siamo una coppia molto forte, con un grande rispetto reciproco e cerchiamo sempre di supportarci e aiutarci, siamo riusciti ad affrontare altri problemi di natura psicologica e li abbiamo risolto ma questa guerra, perché ormai è così che la viviamo, è indipendente dal nostro volere e ci sta facendo soffrire molto.
Come affrontare una situazione simile?
Mi sento come se fossi sbagliata e in colpa nei riguardi del mio ragazzo anche se razionalmente so che non è colpa mia! Mi chiede sempre perché non voglio farlo, io gli rispondo che non è a causa sua ma del dolore che provo ma ormai questa cosa sta cambiando il modo di vivere la nostra intimità!
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Dr.ssa Caterina Zanusso Psicologo, Psicoterapeuta 86 1
Gentile utente,
posto che dal punto di vista medico non mi posso pronunciare riguardo alla sua, a quanto mi pare dalla sua descrizione, dispareunia, in ogni coppia e in ogni persona possono esserci momenti di maggiore o minore attività e desiderio sessuale. Questo perchè la sessualità non è una condizione monolitica ma è fluttuante e mutevole nel tempo e nelle stagioni della nostra vita, sia individuale che di coppia, questo a prescindere dalla sua eventuale condizione medica.
Seppur possa comprendere il senso di colpa nei confronti del partner per la negazione del sesso da parte sia, vista il dolore, mi pare però che abbia relegato la sessualità e il piacere alla penetrazione; lei infatti riporta di rapporti orali, ma non li considera come una parte importante del piacere della sessualità, che non è solamente penetrazione. Quello che mi colpisce, infine, è la negazione del sesso orale che fa a se stessa (e in generale del piacere che nega a se stessa, perchè nel sesso c'è anche lei, non solo il suo compagno) non in virtù di un dolore percepito, come nel caso della penetrazione, ma di un suo timore, nonostante non risultino malattie infettive. Non è nemmeno detto che il dolore dipenda da queste, anzi, pertanto la invito ad approfondire la questione della dispareunia dal punto di vista medico. Per quanto, quindi, anche se per il momento non sembrerebbero risultare problematiche fisiche, i risvolti psicologici e relazionali potrebbero meritare la sua attenzione. Ha pensato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla? Da qui di più non è possibile risponderle, se non darle qualche spunto di riflessione utile, eventualmente, a valutare la scelta di rivolgersi di persona da un professionista

Dr.ssa Caterina Zanusso - Psicologa Psicoterapeuta Padova e Skype
Cell: 347.1173841 Mail: zanusso.caterina@gmail.com
www.caterinazanusso.com

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

Gli specialisti che La hanno visitata hanno preso in considerazione la possibilità che si tratti di *vulvodinia*, patologia non del tutto ancora ben conosciuta?
Glielo suggeresco dall'esperienza clinica:
non immagina quante pz mi vengono indirizzate con diagnosi di vaginismo psicogeno,
per poi arrivare faticosamente alla diagnosi suddetta,
organica con - naturamente - ricadute sul desiderio e sui comportamenti sessuali.
Per conoscere meglio questa patologia Le consiglio gli articoli della Collega Ginecologa Vincenza Di Falco, qui sul sito area ginecologia.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Caterina Zanusso Psicologo, Psicoterapeuta 86 1
Ringrazio la collega per aver sottolineato un aspetto importante che credo di non essere riuscita ad esprimere con chiarezza...Come le suggerivo, continui con l'approfondimento ginecologico. Purtroppo però questo iter spesso comporta degli strascichi psicologici e relazionale che possono dover ricevere cura ed attenzione per un certo lasso di tempo, perchè il modo in cui il dolore "si incastra" nella relazione e nella visione di sé, a prescindere dall'origine medica, è altrettanto doloroso.
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dopo
Utente
Utente
Salve Dottoresse,
Volevo ringraziare entrambe per avermi risposto. Volevo precisare che io non ho mai avuto problemi nei rapporti, con il mio partner sono sempre stata a mio agio e c’è sempre stata intesa e libertà di esprimersi. La situazione che ho ora è causata da queste problematiche, non mi negavo al sesso orale prima, ero ben disposta ad andare incontro alle fantasie del mio ragazzo e lui faceva lo stesso. Questo problema si è presentato dopo poco tempo, per questo non avevo messo in considerazione un problema psicologico, perché con lui Andava tutto bene, era tutto normale nel senso che c’era attrazione e voglia di avere questi momenti insieme. Tutto questo è un pò svanito a causa di queste continue cure e le varie problematiche, il sesso è diventato qualcosa che si fa per un bisogno fisiologico e non più un modo per condividere le proprie emozioni e fantasie. Ovviamente da qui nascono le frustrazioni da parte di tutte e due. Scrivo oggi perché per l’ennesima volta dopo una cura che sembrava aver funzionato e un rapporto che dopo tanto tempo ero riuscita ad avere senza problemi, qualche giorno dopo ho avuto delle perdite di candida e questo mi ha buttata di nuovo giù in questo casino. Ho avuto la sensazione di non poter mai più provare quella serenità, di non essere giusta in un certo senso e che la mia condizione privi la persona che amo di qualcosa; anche se sono sicura dei sentimenti che ci legano alla lunga questa situazione ci condiziona, soprattutto me.
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Dr.ssa Caterina Zanusso Psicologo, Psicoterapeuta 86 1
Gentile utente,
è proprio alle sue ultime parole che mi riferivo. Io non metto in dubbio che la condizione medica esista e che prima non aveste dei problemi in tale area, trovo però interessante fare una considerazione rispetto alla costruzione che ha e avete del sesso, che non è solo quello di prima ma che può essere considerato in evoluzione e mutevole in funzione dei bisogni e delle circostanze, e in ogni caso la condizione medica comporta una fatica psicologica (senso di colpa suo) che si riversa anche nella relazione, come sta sottolineando. Quindi potrebbe giovare da qualche colloquio per gestire al meglio la parte psicologica e per gestire in modo proficuo l'attuale situazione, perché anche se fosse solo una conseguenza della condizione medica non è meno importante in quanto aggiunge fatica e malessere.
Saluti