Il mio terapista ha interrotto le sedute psicologiche per fine contratto con la struttura csm

Mi trovo in una situazione molto scomoda e molto triste, sono seguita da circa 3 anni da uno psichiatra e uno psicologo presso un CSM di Roma.

Sono andata li dopo un ricovero di circa 10 giorni in psichiatra in ospedale, ho iniziato la terapia con uno psicologo che per me è stato come un raggio di sole in mezzo a tanto buio... Si è creato subito un bel rapporto e i progressi si notavano seduta dopo seduta... Ero contenta di aver incontrato una persona così professionale e che riuscisse a toccare le corde giuste per aiutarmi a stare meglio... Be fino a qui tutto procede bene... Ma 10 giorni fa dopo la seduta mi informa che i prossimi due incontri sono gli ultimi, perché purtroppo il percorso deve essere interrotto per un problema riguardante la.
Struttura stessa, praticamente deve lasciare la struttura e non può più seguirmi...
Io sto da quel di sempre più male!
Questo lunedì che viene sarà l'ultimo incontro dove io non voglio e non riesco ad andare... Mi sento male, delusa, arrabbiata, sofferente, persa... Come è possibile creare tutto ciò ad un paziente... Come si fa a lasciare un paziente in mani di chi?
non si sa neanche chi lo sostituisce...
È il mio percorso che fine fa?
Io non ho voglia di ricominciare a da zero...
Per favore fatemi capire cosa sia giusto fare perché io faccio fatica a gestire il tutto
Grazie!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
partiamo dalla fine. Perché mai dovrebbe "ricominciare da zero" se lei stessa dice di aver fatto continui passi avanti e probabilmente è guarita?
Il percorso terapeutico, se è durato il tempo da lei indicato (tre anni) è già lungo per una terapia che abbia come obiettivo la salute del paziente.
Infatti dalle cose che dice, dal risentimento, dai timori, dal senso di abbandono che nutre, sembrerebbe che col suo psicologo lei rischi quel tipo di attaccamento che cerchiamo accuratamente di evitare, perché non risponde agli obiettivi dell'autonomia adulta.
Correttamente il suo curante ha gestito il distacco, avvisandola per tempo.
Di questa fase fa parte il momento di smarrimento del paziente, che va gestito sempre all'interno del colloquo terapeutico, col curante con cui abbiamo portato a termine il percorso.
Perché lei vuole sottrarsi a questo momento fondamentale?
Ogni sua idea, ogni suo stato d'animo fanno parte della terapia da concludere col suo psicologo. Se lei non se la sente più di parlargli, è vittima di un risentimento che la fa regredire, e ostinandosi in questo atteggiamento farebbe credere che la terapia non le ha giovato!
Sono certa che il suo terapeuta saprà spiegarle che non la sta "abbandonando", e vorrà costruire assieme a lei le più idonee soluzioni... sempre se lei farà la sua parte, andando alla seduta e parlandone.
Molti auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Buon giorno gentilissima dottoressa,ho letto attentamente ciò che mi ha scritto e lei ha ragione in tutto ma la domanda che mi pongo io se effettivamente il mio psicologo non fosse stato "trasferito" il mio percorso terapeutico sarebbe continuato.. Quindi io non sarei "guarita" io so benissimo che ho molte situazioni ancora da capire e da gestire.
(partendo dal fatto che è difficile raccontare tutto qui, e capisco che interpretare da le poche cose dette e difficile dare un perché o una mano.. Ma ringrazio ovviamente ogni risposta perché mi aiutano a stare anche più tranquilla..)
Io non vorrei andare all'ultima seduta solo perché non so che dirgli, perché mi sembra un lavoro non portato a termine.. Nel senso parlare ancora di me delle mie difficoltà, sensazioni paure con una persona che non può più aiutarmi, che dopo quella ultima chiacchierata è come dire...
Grazie e arrivederci!
È nel frattempo mi chiedo
"si ok ma che ne sarà di me?"
Perché è normale credo viverlo come un momento di rottura..
O sto sbagliando anche a vivere questa emozione e sensazione?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
come il suo psicologo le avrà spiegato, non esistono emozioni e sensazioni "sbagliate": possono essere sbagliate, casomai, nel senso di inadeguate alla realtà e disfunzionali, le idee che suscitano quelle emozioni/sensazioni, e su questo di solito lavoriamo per correggerle e riconquistare il benessere.
Capisco i sentimenti conflittuali che prova all'idea di recarsi all'ultima seduta, ma appunto ci sono idee diverse e positive che potrebbero accompagnare quest'azione.
Le faccio qualche esempo: il suo psicologo potrebbe aver preparato per lei un vademecum di soluzioni da adottare nei momenti più difficili; oppure potrebbe fornirle un indirizzo per incontrarlo ancora; o potrebbe volere un riscontro sul piano scientifico e sul piano umano del percorso fatto...
Mi soffermo un attimo su quest'ultimo punto. Ci ha detto di aver trovato in lui grande professionalità e di averne tratto giovamento. Anche solo incontrarlo per restituirgli questo "grazie" non le sembra una ragione sufficiente?
Glielo chiedo perché un leit-motiv dei pazienti in terapia finisce per essere: "Nessuno mi ama, nessuno mi ha mai voluto bene". Spesso, per conquistare quell'affetto che agli esseri umani è utile come l'aria, occorre abituarsi a dare affetto per primi.
Ci rifletta. Ancora auguri.
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Utente
Utente
Grazie ancora per la disponibilità nel rispondermi..
Ma infatti io sarò sempre grata al mio psicologo e mi dispiace che non posso seguirlo magari anche privatamente..
E rispetto questa sua decisione.
Il mio malessere è forse la paura di non trovare un altra persona così qualificata e che mi aiuti in questi ultimi passi per poter star bene davvero, ovviamente non c'è l'ho con lui, ma mi dispiace tanto tanto che il mio percorso proprio nel momento forse finale o quasi finale non posso raggiungere il traguardo con chi mi ha portata fino qui!
Se posso ancora scriverle lunedì la informerò di come è andata!
Grazie mille davvero!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Sempre a disposizione. Auguri!
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Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa,
Oggi ho avuto l'ultimo incontro con il mio psicologo.. Devo dire che rispetto a 10 giorni fa circa che ho saputo la notizia del suo ritiro dalla mia terapia oggi sto meglio.. L'ho salutato in maniera matura effettivamente come se ci vedessimo per altre sedute.. Invece cosi non è..
Ma per ora sembra che io l'abbia accettato.
Mi auguro che con il prossimo psicologo mi possa trovare così bene..
Nel frattempo ho pensato di prendermi un cucciolo...
Ne ho parlato anche con il mio psicologo proprio oggi.. Ma se posso vorrei parlarne anche con lei..
Io soffro di attacchi di panico e ansia molto forte, per un problema di base che riguarda il mio relazionarmi con le persone..
Mi sento a disagio..
Mi sento tipo sotto scacco..
E praticamente mi scatta quasi immediatamente un terrore
"cosa si aspetta/no da me?"
Mi rimane davvero difficile spiegare bene.. Ma ci sto provando...
Cmq secondo lei l'arrivo di un cucciolo.. Potrebbe aiutare la mia situazione?
O potrebbe peggiorare?
Grazie mille
Tanti saluti!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
mi fa piacere che abbia trovato il coraggio di recarsi all'ultima seduta col suo terapeuta.
Vedo che ha notato di sentirsi più "matura" di come immaginava, segno che il cammino percorso fin qui le ha fatto bene.
Mi sorprende un po' il fatto che lei scriva "Io soffro di attacchi di panico e ansia molto forte, per un problema di base che riguarda il mio relazionarmi con le persone.."
Il suo terapeuta le ha certo spiegato come gestire gli attacchi di panico, che in tre anni di terapia dovrebbero essere sotto controllo; così come dovrebbe aver già riformulato l'idea ansiogena di doversi preoccupare di ciò che le persone si attendono da lei.
Affronti con fiducia il completamento del percorso col nuovo terapeuta. Ha già preso appuntamento?
Venendo alla sua intenzione di prendersi un cucciolo, ritengo una buona idea offrire affetto a una creatura abbandonata.
Mi auguro che lo sceglierà in un canile, pubblico o privato, dove c'è il supporto di veterinari in grado di realizzare i migliori abbinamenti tra il cane -o il gatto- e l'umano.
In genere non incoraggio l'idea di un cucciolo, perché troppo bisognoso di cure mette a dura prova la pazienza dell'umano e non è ancora in grado di rispondere all'affetto con le modalità dell'animale adulto.
La cosa migliore che lei possa fare è cominciare a frequentare uno o più canili della sua città, esprimendo il suo desiderio e valutando le proposte del veterinario, mentre intanto prende contatto col nuovo terapeuta e formula anche con lui (o lei) questo suo desiderio.
Le faccio i migliori auguri.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno cara dottoressa..
La ringrazio di vero cuore per avermi letta e consigliata e avermi dato una panoramica che mi permette di stare più tranquilla.. Aspetto il nuovo psicologo e spero che presto con lui o lei posso continuare il mio percorso da completare per sentirmi del tutto sicura e libera..
Per quanto riguarda il cucciolo si.. Ci sto pensando e seguirò il suo consiglio.. Grazie ancora!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Lieta di esserle stata utile, cara utente.