Madre vittima. come comportarsi?

Salve!
Sono un uomo di 25 anni.
Ho avuto una vita travagliata all'estremo da trasferimenti, ripetuti abbandoni, separazioni ecc.
Queste cose collegate al vittimismo di mia madre del quale vi voglio parlare mi hanno portato a crescere e cercare di responsabilizzarmi in età precoce.

Senza prolungarmi molto nell'ultimo anno sono arrivato al limite della mia sofferenza interiore e sono scoppiato in una depressione acuta.

I motivi erano tanti: il vivere da solo senza nessun riferimento, senza amici o famiglia...la fine di una relazione di due anni che avevo preso molto seriamente...l'essermi trovato a 25 anni bloccato in un contesto lavorativo che non rispecchia le mia ambizioni...ho dovuto abbandonare gli studi per motivi economici e ora faccio il cameriere...trovare una via di uscita quando vivi al contrario della società è molto difficile...ecc.

Dopo alcuni mesi di depressione mi sono rivolto ad un terapeuta per qualche mese.
Mi ha aiutato tantissimo e sono tornato gradualmente anche se con difficoltà a riprendere il controllo della mia vita.
Dopodiché per motivi economici ho dovuto abbandonare la terapia che ancora non mi posso permettere.

Questo riprendere a vivere mi ha fatto rinascere i desideri e le ambizioni di anni fa di studiare e realizzarmi in ciò che mi piace e analizzando le varie possibilità ho iniziato a pensare di tornare a vivere con mia madre.
Risparmiando il costo dell'affitto avrei potuto investire negli studi ed avere un sostegno per quanto riguarda le vicende di casa (cucinare, lavare ecc) e ci tengo a precisare il SOSTEGNO.
Allora con molta calma ho iniziato a fare delle visite occasionali che poi sono diventate regolari.
All'inizio sembrava potesse funzionare.

Ho iniziato a parlare con lei, il suo compagno e mia sorella della possibilità di vivere insieme per sostenerci a vicenda (anche loro non si trovano in una facile situazione a livello economico).
Tutti sembravano entusiasti.
Nel frattempo è arrivato anche il Covid e la quarantena imposta ci ha portati a viverla insieme.

Anche all'inizio della quarantena tutto andava bene.
Io mi sto dedicando tutto il giorno allo studio e solo la sera ci vediamo un film tutti insieme.
Sia io che mia sorella stiamo contribuendo sia economicamente per bollette, alimentari ecc e sia nelle vicende casalinghe.
Ogni due giorni cucino io per tutti e mia sorella fa la spesa, getta i rifiuti o porta fuori il cane.
L'unico problema è che da qualche giorno sto riscoprendo perché ho scelto di vivere da solo all'età di 16 anni.
Perché mia madre è un'eterna vittima.
Ogni piccola incomprensione è trasformato da lei in un grave attacco da parte di tutti.
Arriva anche a piangere perché le si chiede di non parlare durante il film perché io e mia sorella non sentiamo le battute.

Ora voglio precisare che mia madre ha avuto una vita estremamente difficile e io la stimo profondamente per ciò che ha fatto.
Neanche il film più drammatico si può paragonare alla sua vita, ma io non ho energie.
Come affronto ciò?
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

la convivenza mette a fuoco certi aspetti aspetti dell'altro che,
se presi a piccole dosi,
quelle di una visita ogni tanto,
risultano sopportabili.
Ma nella consuetudine della convivenza quotidiana possono rivelarsi molto pesanti,
troppo.
Lei lo esprime così:
"...io la stimo profondamente... , ma io non ho energie."

Se Lei intende continuare la vita insieme ha la necessità idi farsene una ragione,
di trovarle delle scusanti,
di creare delle barriere protettive per Lei,

perchè altrimenti l'insoddisfazione crescerà giorno dopo giorno
fino a danneggiare non solo la convivenza, bensì anche la relazione.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottoressa!

La ringrazio per la risposta.
Tuttavia, ho la necessità di chiedere come si fa a costruire delle barriere protettive in questo caso.

La ringrazio in anticipo!
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
"...come si fa a costruire delle barriere protettive..."

Le deve cercare dentro di sè:
facendosene una ragione,
trovandole delle scusanti,
o altro che non è possibile suggerirLe non conoscendoLa di persona:
in un percorso psicologico sarebbe possibile entrare anche nel concreto.

Ci provi,
come proverebbe a farsene una ragione se avesse dei vicini rumorosi, se in prossimità della sua stanza da letto fosse stato aperto un cantiere edile che inizia alle 6 di mattina, ecc.

Ci provi,
se Le va ci tenga aggiornati.

Dott. Brunialti