Perché mi piace essere sottovalutata dagli altri?

Buonasera,
Vorrei chiedervi un consulto riguardo un mio comportamento che in qualche modo mi fa apparire debole agli occhi degli altri e talvolta condiziona la mia vita sociale.
Non lo ritengo un problema grave, più che altro un dubbio personale, che vorrei risolvere per conoscere meglio me stessa.
Vi sarò veramente grata se troverete un po' di tempo per leggermi.


Ecco, in pratica ho notato che da sempre mi piace essere sottovalutata dagli altri, soprattutto durante le conversazioni di vita quotidiana: mi sminuisco di continuo e al contrario faccio complimenti agli altri nel tentativo di farli sentire a proprio agio con me; se sono brava in qualcosa non voglio che si sappia, affinché nessuno nutra aspettative sul mio conto, si metta in competizione con me, mi chieda qualcosa o mi stressi; se faccio qualche piccola figuraccia, il mio ego non è ferito ma anzi quasi sono contenta, come se dovessi frapporre una sorta di barriera invisibile tra me e gli altri.
Quasi come se volessi dire loro "lasciatemi in pace!! "'.

Mi piace l'idea di lavorare in silenzio, realizzare la mia vita alle spalle degli altri, non farmi notare ma realizzare tutto quello che voglio.
Non sembrare una "minaccia" agli occhi di possibili rivali nel lavoro o nei vari ambiti della vita, e invece nel concreto esserlo davvero, per capacità e intelligenza (questo è il mio obiettivo).
Il tutto mi ricorda una canzone degli Imagine Dragons "Tiptoe Higher" per rendere l'idea.


Finora sono riuscita a realizzare alcuni obiettivi importanti per me, ma temo che a lungo andare questo comportamento mi farà perdere delle occasioni, per fare qualche esempio: essere amata da un uomo pieno di qualità (che potrebbe ignorarmi o trovarmi ridicola), oppure perdere un'occasione di lavoro proprio perché non sono abituata a farmi vedere sicura e ho questo vizio.

Mi chiedo anche se una tra le possibili cause potrebbe essere l'educazione severa impartitami da mio padre, che usava sottovalutarmi e denigrarmi per spronarmi a fare bene.
Atteggiamento che ho sempre preso come una sfida, ma che allo stesso tempo mi ha fatto soffrire parecchio.


Come valutereste questo comportamento?
È positivo o controproducente?

È una forma di falsità e di egoismo verso il prossimo far credere di non essere capaci?

La causa potrebbe essere mio padre o l'educazione non c'entra?

Vorrei migliorarmi ed eventualmente evitare atteggiamenti scorretti o egoistici verso il prossimo.


Grazie per la vostra attenzione,

Cordiali saluti
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Dr. Alessandro Stirpe Psicologo 42 1
Buongiorno,

Premetto che non cercherò di sminuirla ma nemmeno di elogiarla in modo da farla sentire a suo agio il più possibile.
Guardi, non so se c’entra suo padre e l’educazione che ha ricevuto. Certo potrebbe essere ma ci saranno anche altre elementi che La invito a guardare magari con l’aiuto di un professionista.

C’è un aspetto importante che vorrei segnalarLe e cioè che non c’è qualcosa di giusto o sbagliato a prescindere. Ci sono invece dei comportamenti che ad un certo momento della propria vita non sono più efficaci, non li sentiamo più produttivi per noi. Ed è proprio l’analisi che Lei stessa fa. Un muro, una barriera che Lei ha costruito negli anni per proteggersi e che oggi però si rende conto che potrebbe impedirLe di raggiungere altri obiettivi per Lei importanti.

Ecco partirei da qui. Da questa sua esigenza che può essere lo stimolo migliore per, attraverso un percorso, conoscersi meglio e modificare quei comportamenti che oggi non la soddisfano più.

In bocca al lupo,
Dott. Alessandro Stirpe

dott. Alessandro Stirpe
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