Paura di perdere il controllo e di impazzire

Salve a tutti, avevo già parlato in precedenza di questi miei problemini.
Provo a ricollegare.

Sono sempre stata una persona molto ansiosa, ho sempre però tenuto sotto controllo la mia ansia, finché ricordo che facevo il secondo superiore, ho iniziato a farmi delle domande esistenziali del tipo 'chi sono?
' 'è reale tutto questo?
' 'e se non fosse reale?
', e una di quelle sere, ebbi il mio primo attacco di panico.

Sono passati anni e anni, anche perché ora ne ho quasi 30, queste domande sono tornate come un fulmine a ciel sereno Nella mia vita.

Ho una famiglia meravigliosa, un fidanzato molto premuroso e, come tutte le coppie abbiamo anche noi alti e bassi.

A settembre decisi di rivolgermi a una psicologa, feci la prima seduta e, lei mi disse che non vedeva niente di patologico in me, solo una leggera derealizzazione, perché chiaramente le dissi che questi pensieri esistenziali mi facevano sentire un aliena, completamente distaccata dalla realtà.

Mi ha invitato a scrivere un diario e, mi ha detto che se avessi avuto nuovamente bisogno l'avrei ricontattata.

Sono passati mesi nella quale tra alti e bassi, avevo quasi rimosso questi pensieri ossessivi, finché ultimamente, insieme a questi pensieri, ne sono venuti fuori altri.

'se niente fosse reale allora nemmeno la morte esiste?
' 'se niente esiste e perdessi il controllo e mi butto dal balcone?
' questi pensieri sono invalidanti perché mi mandano nel panico totale... Proprio io che non volevo sentire nemmeno le notizie di quando si uccidono, o di morti o cose così... Adesso mi ritrovo che più ho scacciato quel pensiero, più l' ho reso mio.

Ho davvero Paura.
Sembra tutto così assurdo e fuori dal mondo.

Il periodo in cui stiamo vivendo non mi permette di 'svagarmi' e, chiaramente stando a casa, si amplifica tutto.
Ho il terrore di diventare pazza.
Di commettere le cose che per me prima erano impensabili.

Grazie a chi mi risponderà
[#1]
Attivo dal 2020 al 2023
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente,
grazie per aver condiviso la sua storia.
Deve essere davvero molto dura la convivenza con questi pensieri e dubbi di tipo esistenziale, e forse ancor di più alla sua giovane età, quando ci aspettiamo (a volte anche un po' magicamente) che si viva di sola spensieratezza. A ciò si aggiungono, sicuramente, gli effetti della particolare condizione che stiamo vivendo, per cui le risulta ancora più difficile trovare uno spazio fuori da questa convivenza.

Non è semplice esserle d'aiuto a distanza ed in assenza di colloqui conoscitivi approfonditi - comprenderà sicuramente - ma posso ancorarmi ad un pezzettino di quello che lei ha scritto per darle un suggerimento, un'indicazione: "Proprio io che non volevo sentire nemmeno le notizie di quando si uccidono, o di morti o cose così... Adesso mi ritrovo che più ho scacciato quel pensiero, più l' ho reso mio". Ecco, la nostra mente spesso ci gioca questo tipo di "trappola": più proviamo ad allontanare dei pensieri o dei vissuti che viviamo come nemici (e della cui spiacevolezza non ho dubbio alcuno, intendiamoci!), più li rendiamo potenti.
Alla luce dello stato di profonda sofferenza che descrive, le suggerisco di chiedere una consulenza ad uno psicoterapeuta, che la aiuterà sicuramente ad organizzare un rapporto meno bellicoso con certi pensieri e, proprio per questo, a "disarmarli".

Le faccio i miei migliori auguri e si senta pure libera di aggiornarmi!
[#2]
Dr.ssa Flavia La Gona Psicologo 3
Gentile utente,
Sarebbe molto utile ascoltarla di presenza ma in questo periodo non proprio facile, dovremo limitarci a scriverle.
Purtroppo, essere più isolati dal resto del mondo, provoca un senso di estraneità e magari, si é tentati a non credere a tutto. Tale meccanismo è dovuto alle difese, messe in atto e questo è un processo piuttosto normale.
Provi a dare una scansione del tempo per sé stessa, con varie attività durante il giorno che la appassionano. Dalle attività manuali all'attività fisica, insomma, ciò che ha lasciato in sospeso potrebbe in realtà, aiutarla. Questo tempo può essere percepito come vuoto ma la vera nostra sfida è proprio con noi stessi: reinventarsi e dare un senso al tempo soggettivo, riempendolo.
Nel frattempo se lo desidera, può essere seguita online, nella speranza di poter crescere anche attraverso questa condizione limitante.
Non esiti ad aggiornarmi.
Un abbraccio.

Dr.ssa flavia lagona