Nodo alla gola e senso di oppressione al petto

Buongiorno Dottori
Da un paio di anni mi capita sempre più spesso di avvertire un senso di oppressione al petto e un nodo in gola che vanno e vengono durante l'intera giornata e che durano anche per settimane causandomi fiato corto e apparente difficoltà respiratoria.

Premetto che mi sono operato di ernia ombelicale qualche mese fa e che tutte le analisi e le visite fatte erano a posto (cardiologo, pneumologo, analisi del sangue, lastre, Tac, ecc ecc).

Sono però una persona abbastanza ansiosa e, il mio medico curante, supponendo che si tratti proprio di ansia, anche se un po riluttante, visto la mia insistenza per avere qualcosa mi ha prescritto 8/10 gg di Xanax al giorno raccomandandomi più volte di non prenderne di più.

Le stò prendendo da circa una settimana ma la situazione ancora non è cambiata.

Volevo chiedervi gentilmente se siete d'accordo con la cura, se esiste qualche altro rimedio e se un aumento della pressione sanguigna 90/140 può dipendere sempre dell'ansia.

Vi ringrazio anticipatamente
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Dr. Giovanni Federico Psicologo 54 4
Gentile utente,

In questa sede non si erogano consulti o, peggio, valutazioni rispetto a terapie in corso, a maggior ragione se queste sono farmacologiche.

Ad ogni modo, la benzodiazepina prescrittale (i.e., alprazolam, Xanax) dal curante trova indicazione nel trattamento dei sintomi dei distubi d'ansia.

Tenga in seria considerazione come l'utilizzo di psicofarmaci (in particolare di bzd) indiscriminato, basato "sulle insistenze del paziente", produca fenomeni di dipendenza ed effetti collaterali anche piuttosto gravi.

Valuti pertanto con uno psichiatra la reale necessità di trattamento farmacologico.

Mi limito in questa sede a farle osservare come nella sua narrazione lei, precisando che "le analisi e le visite fatte erano a posto (cardiologo, pneumologo, analisi del sangue, lastre, Tac, ecc ecc)", si autodefinisca come "una persona abbastanza ansiosa".

Probabilmente è arrivato il momento di individuare i correlati psicologici che sostengono le problematiche che descrive (ansia). L'invito è quindi quello di consultare, quanto prima, un professionista che - accanto ad eventuale terapia farmacologia - possa aiutarla a gestire l'ansia. Di questi tempi, molti professionisti sono attivi anche in via telematica.

Se vuole, mi tenga aggiornato.

Cordialmente,

Giovanni Federico, PhD
Web: https://www.neuropsicologo.net
Mobile: (+39) 349 85 27 200

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dott. Federico e innanzitutto grazie per la gentile risposta.
Devo però contraddirla perchè se sul sito Medicitalia c'è un'apposita sezione, ossia questa che stiamo utilizzando, chiamata " CHIEDI UN CONSULTO" è chiaro che chi la utilizza si aspetta proprio un consulto.
E , tanto per chiarire, consulto non significa diagnosi, ma solamente una risposta a dei dubbi che chi non è laureato in medicina può legittimamente avere riguardo dei sintomi oppure riguardo una cura .
Non credo che lo scopo di chi utilizzi questa sezione sia quello di farsi rispondere, come fate il 90% delle volte tutti voi , " rivolgiti ad uno specialista " perchè per questo basterebbero le pagine gialle quindi questa sezione non avrebbe motivo di esistere.
Io non chiedevo nessuna diagnosi ne tantomeno volevo mettere in discussione la cura prescrittami dal medico curante.
Volevo semplicemente sapere se il respiro corto e il senso di oppressione possono effettivamente essere dovuti ad uno stato di ansia oppure no. Tutto qui
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Dr. Giovanni Federico Psicologo 54 4
Gent.mo Signore,

la invito ad osservare come lei abbia espressamente scritto:

1) "Volevo chiedervi gentilmente se siete d'accordo con la cura";
2) "se esiste qualche altro rimedio".

Appare pertanto piuttosto evidente come, prima di chiederci "se un aumento della pressione sanguigna 90/140" possa dipendere dall'ansia, lei ci abbia chiesto di entrare nel merito di un trattamento farmacologico prescrittole dal suo curante.

Questo, come ho già avuto modo di farle osservare, non rientra nelle pertinenze del consulto di area "psicologica". Sottolineo, anche in questa sede, come lo psicologo non possa e non debba consigliare, valutare od entrare nel merito di trattamenti farmacologici di alcun tipo.

Di qui il mio invito a consultare un medico psichiatra a cui rivolgere i suoi dubbi in materia di trattamento farmacologico. Invito che sottolineo anche in questa sede.

Mi limito qui ad aggiungere ed a farle osservare come i "dubbi sul farmaco" possano tranquillamente far parte di un meccanismo di ricorsiva ricerca d'informazioni, tipico dei soggetti ansiosi. In altri termini, una modalità di funzionamento cognitivo attraverso cui il soggetto ansioso attiva ulteriori processi ansiogeni generando una costante condizione dubitativa.

Rispetto al quesito iniziale, inoltre, le indicavo come:

"nella sua narrazione lei, precisando che "le analisi e le visite fatte erano a posto (cardiologo, pneumologo, analisi del sangue, lastre, Tac, ecc ecc)", si autodefinisca come "una persona abbastanza ansiosa".

Quanto espresso nel tentativo di farle osservare, senza formulare alcuna diagnosi, come lei stesso, probabilmente, avesse già correttamente definito i contorni e le sfumature di significato delle problematiche lamentate.

Proprio sulla base dell'individuazione di predetti contorni, la invitavo quindi a "consultare, quanto prima, un professionista che - accanto ad eventuale terapia farmacologia - possa aiutarla a gestire l'ansia".

Sono certo che comprenderà come questo spazio abbia esclusiva funzione di "orientamento". Pertanto, l'invito a consultare un professionista si muove proprio in questa direzione. Altro, nell'ambito di un "consulto online", non è proprio possibile fare.

I fastidi che lamenta, tra l'altro, hanno già incontrato il parere del suo medico di base, il quale - sulla base del risultato fortunatamente negativo degli accertamenti da lei effettuati - ha ipotizzato come, ad originare la sintomatologia che lamenta, potesse essere l'ansia, prescrivendole una benzodiazepina (che "trova indicazione nel trattamento dei sintomi dei disturbi d'ansia"). Ciò dovrebbe bastare a tranquillizzarla circa la natura psicologica dei sintomi che avverte.

Andava (e va) proprio in questa direzione il mio invito ad "individuare i correlati psicologici che sostengono le problematiche che descrive (ansia)" .

Probabilmente, in questa sede, più che voler intercettare uno strumento attraverso cui chiedere un consulto che possa "orientarla" verso soluzioni volte alla risoluzione delle problematiche che lamenta, lei cerca un riscontro che possa alimentare i suoi dubbi, servendo il circuito di pensieri ansiogeno che descrivevo prima.

Questa, come le dicevo, è una delle modalità più potenti di cui l'ansia si serve al fine di generare ulteriore ansia. Modalità che, almeno in questo contesto e nel suo primario interesse, interromperemo, tenendo nuovamente fermo l'invito a mettere a fuoco con un professionista le componenti psicologiche che sostengono l'ansia.

I miei più Cordiali Saluti.