Ansia, paura, indecisione, hiv

Buonasera,

Grazie per la disponibilità e per il servizio.
E anche per la pazienza.


Ho 37 anni, vivo solo, non sono mai stato sposato, non ho figli, ho un lavoro abbastanza gratificante.
Faccio cose che mi piacciono, per esempio quest’anno mi sono iscritto ad alcuni corsi.
Ho cercato di dare un’immagine di me (o forse una rappresentazione, non so) perché magari può essere utile ai fini di questa richiesta.


Nonostante tutto sono completamente ossessionato dalle malattie.
Una in particolare: l’Hiv.
Anche se la mia vita sessuale rasenta lo zero.
Ogni tanto ho rapporti occasionali con donne conosciute magari in chat, ma sono rarissimi.
Credo sia più una forma di narcisismo, non lo so.
Ovviamente la paura mi porta a non godermi nemmeno quei rari momenti di spensieratezza corporea.
Rapporti, comunque, per lo più protetti.
Tranne che per il sesso orale.
Ma basta a mandarmi nel panico.


Anni fa non era così.
L’ultimo rapporto l’ho avuto lo scorso novembre, esclusivamente orale.
Poco dopo ho avuto afte, sono stato da uno specialista, cura, sembrava tutto ok.
Lui non ha ritenuto di eseguire approfondimenti.
Da qualche tempo avverto invece un dolore alla gola, non è un vero e proprio dolore, non fa male in senso classico, è un fastidio, mi sembra di avere una sorta di infiammazione, di deglutire male.
E così anche questa volta ho attivato ricerche e ricerche su internet, pagine e pagine sull’Hiv, il contagio, i tempi, l’incubazione e l’incubo.


Dovrei fare un bel test, e via.
Ma sono bloccato.
Ho paura, ho paura di averlo.
Da piccolo (sono nato agli inizi degli Anni 80) rimasi traumatizzato da una pubblicità progresso sull’Hiv (quella dei contorni viola), un trauma che forse è rimasto anche oggi, ormai adulto.
Mi rendo conto di aver scritto un papiro e che alcune parti forse non chiarissime, non so.
Cosa dovrei fare?
Come posso liberarmi di questa zavorra?


Grazie di nuovo
[#1]
Dr.ssa Paola Dordoni Psicologo, Psicoterapeuta 112 7
Gentile utente,
grazie per aver scritto. Le nostre paure spesso possono essere delle barriere o come dice lei delle zavorre, e non ci permettono di vivere liberamente e soprattutto spesso sono loro a decidere per noi cosa dobbiamo fare, dove dobbiamo o non dobbiamo andare, chi possiamo incontrare,...
quando è così si parla di fobie specifiche e ciò che si può fare imparare ad aver e un rapporto diverso con loro. La terapia cognitivo-comportamentale è la più efficace per queste situazioni,le suggerisco di mettersi in contatto con un terapeuta che possa spiegarle meglio cosa intendo.
Forse può essere stata la pubblicità del passato, o forse no, ma ora è poco importante a mio parere...ciò che conta è che lei sta rinunciando a parte delle attività a causa di questa paura, e che se permane questa situazione è molto probabile che il "blocco" aumenterà.
è fondamentale che (soprattutto vista la situazione corona virus) lei eviti di informarsi su internet , perchè le fonti non sono mai del tutto attendibili. Meglio affidarsi ad uno specialista, e dargli fiducia.
mi faccia sapere!! buon lavoro!

Cordialmente,
Dr.ssa Paola Dordoni

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta tempestiva e sincera, leggerla mi ha fatto sentire meglio

Già qualche anno fa avevo affrontato la terapia e, sì, stavo decisamente meglio. Forse è il momento di riprendere, non lo so.

Il blocco legato al test è però (e comunque) devastante, dovrei farlo, almeno per togliermi il dubbio e per un bel reset mentale, anche momentaneo. È la solitudine che mi blocca, cioè l’idea di farlo e scoprire da solo, senza nessuno con me, una notizia devastante come quella. Ne ho messo uno (certificato) nel carrello Amazon, ma non ho il coraggio di ordinarlo. Che assurdità. Come assurdo è contattare le persone con cui ho avuto quei simil-rapporti che dicevo, per scoprire se stanno bene o no. Mi dispiace, in tempo di virus questa è una paranoia egoistica condita da atteggiamenti subdoli. Forse avevo bisogno di buttare fuori qualcosa, e allora ho scritto

Proverò a scuotermi
Grazie per la disponibilità
[#3]
Dr.ssa Paola Dordoni Psicologo, Psicoterapeuta 112 7
Gentile,
non credo che fare il test annulli i suoi pensieri... in realtà nulla può farci smettere di pensare (per fortuna!)... potrebbe essere che dopo il risultato del test lei possa sentirsi meglio per un po', ma è probabile che i dubbi e le ossessioni tornino, magari relative ad un altro virus o un altra malattia... per questo non è tanto la questione di chiedere agli altri se stanno bene o di fare il test (e magari rifarlo dopo che avrà un rapporto), ma il punto è imparare a gestire e convivere con le "storie" che la sua mente le racconta. per questo è importante lo psicologo! a presto
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