Non so cosa provo per il mio ragazzo

Buongiorno,
Sto con il mio ragazzo da cinque anni, e fino a qualche mese fa andava tutto bene, con alcune litigate normali e senza conseguenze pesanti.

Tuttavia ho iniziato a dubitare di quello che provavo per lui quando, durante un litigio qualunque in un periodo in cui eravamo particolarmente suscettibili entrambi, ha praticamente affermato che un momento chiave della mia vita è ridicolo, ferendomi profondamente, cosa che gli ho detto ma non sembra averlo capito.

Pochi giorni dopo eravamo fuori a pranzo e nasce un altro litigio (scaturito da motivazioni assolutamente assurde) in cui mi ferisce profondamente, di nuovo, e nonostante io gli dica che trovo una mancanza di rispetto nei miei confronti parlarmi così non mi chiede scusa se non alcune ore dopo, senza dire però di non pensare ciò che aveva detto.

Nei mesi successivi le cose sono tornate normali, ma in questa situazione ho avuto letteralmente settimane per pensarci, non ci vediamo da molto tempo (anche se siamo nella stessa città non lo troviamo prudente), e capisco che ho iniziato a non dirgli di alcuni miei pensieri o nuove scoperte su me stessa per paura che le rovini, e ho paura anche di chiedergli se intendesse davvero le cose che mi ha detto o se sono state pronunciate nella foga della discussione.

Non ho idea se lo amo ancora, perchè dopo qualche settimana che non vedo una persona, chiunque sia, tendo a "mettere in stand-by" un'eventuale mancanza, ma comunque lui non mi manca e non mi dispiace che dobbiamo stare a casa ancora per un po'.

Trovo anche più difficile fare videochiamate con lui, non ho mai voglia e quando le faccio sono piacevoli ma non particolarmente emozionanti.

Non capisco se la mancanza di sentimenti sia generalmente dovuta alla situazione delicata in cui ci troviamo o se davvero non lo amo più.

L'ultima "evidenza" che qualcosa è cambiato è che sto ripensando agli inizi della nostra storia, a tutti i litigi, e a trovare problematiche alcune cose che ha fatto, a livello sessuale ed emotivo, ma non mi sembra giusto lasciarlo per cose successe anni fa.

Sono essenzialmente molto confusa, e passo dall'immaginare l'esatto discorso con cui lasciarlo a dirmi che quando sarò con lui tutto sarà sistemato, o dall'immaginare di provarci con il mio coinquilino a sentirmi un mostro per farlo, come penso anche che la vita da single sarebbe forse più facile, perchè potrei andare alle feste senza preoccuparmi di non sembrare flirtante, o altre piccole cose come questa.

Tengo molto a lui, siamo cresciuti insieme e mi è stato vicino in momenti tremendi della mia vita, ma a volte sento di odiarmi per come mi irrito se cerca il mio aiuto per qualcosa o mi parla dei suoi problemi, non capisco più nulla.

Scusate la lunghezza, e grazie
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Dr.ssa Silvia Greco Psicologo 135 2 10
Carissima Utente
può capitare in una storia che dura da tanto tempo di avere un periodo di forte insicurezza. Considerando l'attuale periodo, fatto di rinunce, isolamenti forzati, persone strette che sono lontane, ansie etc non è difficile sviluppare pensieri negativi. però possiamo provare insieme a capire se il tuo pensiero è frutto di un momento o di una serie di episodi che ti hanno portata a pensare di lasciarlo.
Lei ha detto "ho iniziato a non dire alcuni miei pensieri o nuove scoperte su me stessa per paura che le rovini" oppure "Lui non mi manca e non mi dispiace che dobbiamo stare a casa ancora per un pò"....Ci rifletta....da quando ha sviluppato questi pensieri ? e poi perchè ha sviluppato il timore che il suo compagno possa rovinarle ? Anche se ci sono alcune cose che teniamo segrete, non crede che sia poco sano in una coppia nascondere le cose ? Cosa penserebbe Lei se il suo compagno non le dicesse tutto?
Poi ha aggiunto " ho paura a chiedere se intendesse davvero le cose dette"...perchè avere questa paura se il suo obiettivo attuale è quello di capire. E parlare con lui potrebbe aiutarla a capire tante cose. Lui è a conoscenza di queste sue titubanze ?
Cordiali Saluti.

Dr.ssa Silvia Greco,
Psicologa Clinica e della Salute.

Dr.ssa Silvia Greco,
Psicologa Clinica e della Salute

[#2]
dopo
Attivo dal 2019 al 2020
Ex utente
Buongiorno,
Questi pensieri sono nati dopo una o due settimane dall'ultima volta che ci siamo visti, nei primi giorni senza di lui mi mancava ma con il passare del tempo la mancanza, invece di acuirsi, si è dissolta.
Il timore nasce dai due litigi che ho raccontato, perché il modo in cui mi ha attaccato su due cose a cui tenevo particolarmente è stato totalmente inaspettato.
In particolare il momento a cui mi riferisco nel primo litigio era un momento in cui finalmente avevo capito cosa fare della mia vita senza insicurezze (sono una persona molto insicura ed è stato un enorme passo per me), non appena gliel'ho raccontato si è mostrato felice, salvo poi tirarlo in ballo due mesi dopo e dirmi che non potevo essere sicura e che era ridicolo sentirmi così fiduciosa, ed è stato devastante.
Lei chiede cosa proverei se lui mi nascondesse qualcosa, e il problema è che non mi disturberebbe, perché non penso che ci si possa davvero aprire al cento per cento se si vuole rimanere degli individui distinti.
Ho paura di chiederglielo perché ho paura che potrebbe rispondere che pensa davvero quello che ha detto, e sarebbe molto doloroso per me, anche se mi rendo conto che è stupido non volerlo sapere e volerlo sapere contemporaneamente.
Non so nemmeno se aspettare di vederlo o chiedere per messaggio o in una chiamata, odio parlare di cose importanti in modi che non siano di persona perché manca tutta la parte di linguaggio del corpo e il potersi vedere e toccare.
Infine no, non ne è a conoscenza, non avrei idea di come introdurre il discorso, per me è sempre stato molto difficile parlare di me stessa senza sentirmi in colpa per voler attirare l'attenzione su di me, il che capisco sia un altro problema ma sono davvero troppo confusa per capire su quale problema dovrei concentrarmi per primo.
Scusi ancora per la lunghezza e grazie per la risposta