Parere su questa situazione

Buonasera,
Circa tre anni fa iniziai ad avere depressione e ansia.
Senza pensarci ho deciso di andare da uno psicologo.
I risultati furono molto negativi, dopo solo due mesi abbandonai la terapia.
Ogni sera, dopo gli incontri avevo attacchi d’ansia, e facevo fatica a dormire.

Raccontare quello che mi faceva stare male e mi opprimeva di rendeva ancora più fragile e sofferente...

Pensai allora - ma chi me lo fa fare di continuare la psicoterapia se mi fa stare peggio?
-
Decisi di occuparmi da solo dei miei problemi cercando di dimenticarli e
di scappare da essi.


Ho cambiato città, lavoro, amici e ragazza.

La mia vita è svoltata, per la prima volta dopo tanto tempo mi sono sentito quasi sereno.
Ho ripreso a dormire bene e non ho mai più avuto problemi di ansia... Inoltre ho iniziato a sentirmi fiducioso e ambizioso per il futuro.
Sono diventato anche indipendente economicamente ed è stata una bella soddisfazione.


A seguito dell’emergenza coronavirus ho deciso di tornare a casa dai miei genitori e mia sorella, per passare la quarantena in compagnia della famiglia.


Non l’avessi mai fatto...tutte le mie sofferenze mai affrontate sono tornate a galla.
Ora sono estremamente angosciato.
Ogni giorno mi alzo e maledico di essere al mondo.
Non riesco più a trovare una ragione di vita.

Rivivo durante le giornate, improvvisamente, alcuni momenti terribili trascorsi in passato e che mi facevano soffrire.
Nei momenti in cui ci ripenso, il cuore inizia a battermi forte, sudo, ansimo e arrivo al limite di un attacco di panico.
Tutti giorni piango.

La situazione ora è peggiore che mai.


L’idea di andare di nuovo via di casa però mi conforta, e penso che potrei sentirmi di nuovo bene quando tutto tornerà alla normalità.

Ho come l’idea che distante, geograficamente dal luogo in cui sorgono miei problemi, potrei trascorrere una vita normale, come quella di tante altre persone.

Sono altresì consapevole che l’origine dei miei problemi sia esclusivamente psicologica e non è affatto normale provare quelle sensazioni che vi ho prima descritto.


Ho omesso di parlare dei miei problemi perché sarebbe stato troppo lungo.
Io vorrei solo un vostro parere generale.
Ora per una persona con un disturbo del genere è meglio fuggire e basta come ho fatto io in passato o cercare di affrontare di petto i miei problemi, andando da uno psicologo?


Grazie per l’attenzione.
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
il suo quesito si basa su un equivoco di fondo: lei crede, come molti che in Italia sono stati privati di una corretta informazione su scopi e metodi della psicologia clinica, che con qualunque psicoterapeuta si debba raccontare quello che ci fa star male, affrontare di petto i problemi (sto usando le sue parole), rivoltolarsi nelle emozioni dolorose anche se sono ormai remote come San Lorenzo sulla graticola, insomma stendersi su un lettino e tirar fuori tutto quello che avevamo nascosto.
Spesso lo avevamo fatto per dimenticare il male patito quando non eravamo in grado di difenderci e per cercare esperienze ed emozioni positive, il che è una sana autodifesa. Non sempre è rimozione, censura, così come non sempre abbandonare uno psicologo con cui non c'è intesa è indice di resistenza alla terapia.
Non tutti gli psicoterapeuti scelgono il cosiddetto metodo freudiano, e soprattutto i più avveduti sanno di non doverlo applicare a tutti i pazienti.
Mentre leggevo la sua lettera mi dicevo che lei aveva adottato un buon metodo di coping (ossia di difesa dalla sofferenza).
Il coping si avvale di tre strategie, alternate o all'occasione usate insieme: affrontare direttamente il problema; affrontare le emozioni negative che ci paralizzano; fuggire dall'uno e dalle altre per cercare un momento di respiro e valutare meglio il tutto.
In seguito, una volta ristabilito un sano equilibrio, si può presentare il momento di collocare persone ed eventi del passato nella prospettiva idonea, anche per vivere nel presente certe relazioni coi familiari in maniera nuova e non dolorosa.
Questo non vuol dire che si debba cominciare dal rinunciare alla salvaguardia della propria salute e alla costruzione sana della propria vita.
Cerchi dunque uno psicologo che la supporti nella conquista del benessere, e valuti se e quando affrontare con lui, a piccoli passi, ciò che adesso le sembra opportuno fuggire.
Le faccio molto auguri. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa,

La ringrazio moltissimo per la Sua risposta. Mi è davvero d’aiuto.

Penso che Lei abbia inquadrato bene la mia situazione.
Leggendo riguardo al coping, mi ci ritrovo molto.
Inoltre ha individuato un punto molto importante; cioè la relazione con i miei familiari.
Non è giusto che i momenti che trascorro con le persone a cui voglio più bene (e che più mi vogliono bene), vengano rovinati in questo modo. Solo sulla base di miei vecchi malumori (solo miei, in quanto loro non c’entrano, almeno direttamente).

Attenderò dunque di acquistare nuovamente la serenità e poi con le adeguate cautele, senza avere fretta, cercherò di mettere un po’ di ordine nel mio passato.

La ringrazio ancora, è stata veramente gentilissima,

Buona serata.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Sono davvero lieta di esserle stata utile, caro utente.
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