Avversione per la sessualità

Buonasera dottori,
Sono qui a raccontarvi qualcosa di molto difficile e intimo per me.

Ho 33 anni e non ho mai fatto sesso.

Ho avuto due lunghi fidanzamenti, uno di 6 anni e l’altro di 9, con bravi ragazzi, che mi hanno sempre aspettato e rispettato.

In entrambi i rapporti, dopo lo slancio iniziale, in cui cercavo anch’io l’intimità, è arrivato un momento in cui avevo paura dell’atto completo, che ho sempre rimandato, fino ad arrivare ad un punto in cui cerco di evitare ogni occasione di intimità e di petting.

Attualmente non ne ho fobia, ma proprio un’avversione, è qualcosa che non voglio fare e che cerco di evitare.
Non ho il desiderio, e questa cosa fa soffrire me e il mio ragazzo.

Amo il mio ragazzo.

Negli ultimi giorni, questa cosa è venuta prepotentemente in primo piano nei miei pensieri e sto scavando e scavando per cercare di capire.

Ho pensato ai miei genitori, che vedo contrapposti nettamente in questa sfera: mamma rigida e immacolata, papà disinibito e capace di atti libidinosi.
In realtà non sono così netti, ma nella mia percezione mio padre è capace di cose che mamma non farebbe, ecco; come se lei avesse una morale più integra.
Non ricordo episodi in particolare per cui possa essermi fatta questa idea, se non che lui è sempre stato più sciolto e disinibito di lei anche a parlare di sesso o a fare battute a doppio senso, per dire.

Ho anch’io un carattere molto rigido in generale e mi ha sempre dato fastidio il contatto fisico, salvo che col mio ragazzo; ci sono gesti che trovo inappropriati, come se mio padre o mio fratello o un amico mi toccano la gamba; mi sento a disagio se, ad esempio, mi trovo in macchina con un uomo, tipo un collega o il padre di un’amica.

Sono arrivata a preoccuparmi di aver subito abusi da bambina da parte di mio padre è di aver rimosso tutto, salvo avere questa sensazione e questo disagio verso la sfera della sessualità.
Tuttavia, non voglio neanche convincermi di questa cosa pur di far quadrare il cerchio.
Eppure mi dico: un disturbo come il mio da cosa può nascere se non da un trauma?

Voglio risolvere questo problema, ma ho paura di scoprire cose che non voglio scoprire, come di essere stata abusata o di non amare realmente il mio ragazzo.

Aiuto.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile ragazza,

Lei ci chiede se
"un disturbo come il mio da cosa può nascere se non da un trauma?"

Risposta: per lo meno da altre 15 cause.

Lei ha fatto una analisi attenta di sè e del suo carattere, collegandolo - ritengo - al disturbo di cui soffre e che nel titolo definisce:
"Avversione per la sessualità".

Però, chiadiamoci:
sarà l'avversione per la sessualità a causare quella che Lei chiama la "paura dell’atto completo",
oppure sarà la paura ad aver originato l'avversione, lungo il corso del tempo e con la complicità di fidanzati che "rispettano"?

Siccome è simile alla problematica dell'uovo e la gallina, quale è venuto prima?
consideriamo che il problema centrale è *modificare la situazione*,
dato che Lei dichiara "..Voglio risolvere questo problema".

Le chiedo dunque di leggere questo articolo e vedere se trova punti in comune con se stessa e la Sua situazione:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/7907-terapie-efficaci-per-il-vaginismo-dall-esperienza-clinica.html .
Fatto ciò si rifaccia viva.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Brunialti,
Grazie per la sua risposta.
Mi ritrovo molto nella descrizione nell’articolo.
Nel mio caso, la paura della penetrazione, che mi ha portato a rimandare, non era paura del dolore fisico né paura di rimanere incinta, ma era una paura per il significato simbolico che l’atto ha, quale suggello della crescita e del cambiamento.
C’è stato un periodo in cui mi sentivo anche in colpa verso i miei genitori.
Attualmente non è più così, è più un fastidio, impiegherei il tempo a fare altro. Quindi non è più tutto confinato al sesso in sé, ma alla sfera della sessualità.
I momenti di intimità, di petting, lì evito e, quando ci sono, li vivo come dovere.
Non è giusto verso me stessa e verso il mio ragazzo.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Concordo,
non è giusto nè in linea con i Suoi desideri attuali.

Non Le rimane dunque che "metterci mano",
iniziando una "terapia sessuale mansionale", come avrà letto nell'articolo linkato.

In certi casi essa si rivela veramente brevissima;
il record di sole sei sedute per risolvere un problema annoso,
raggiunto da parecchie mie pazienti lo testimonia
(v. ad es. Guidapsicologi - Brunialti - testimonianze).
E' però un tipo di psicoterapia che abbisogna di impegno da parte della paziente tra una seduta e l'altra.

Se Lei sente di essere pronta,
contatti una Psicoterapeuta della Sua zona meglio se perfezionata in Sessuologia clinica (ad es. in Albo FISSonline) ed inizi senza attendere oltre.

Se ritiene, ci dia un ragguaglio.
Dott. Brunialti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Questa cosa sta facendo soffrire anche il mio ragazzo.
Finché era più o meno latente, riusciva a tenerla a bada, ora sta soffrendo tanto, mi chiede spesso se dipende dal fatto che non provo più attrazione nei suoi confronti.
Obiettivamente ci sono stati periodi in cui era più in forma, ora è appesantito, ma io lo amo e so che è una questione che dipende solo da me.
Però mi fa soffrire saperlo soffrire e ho un magone che non riesco a sopportare
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Purtroppo i disturbi sessuali del singolo
- se non curati -
si riversano sulla coppia in forma di gravi dubbi e svalutazione dell'altro su di sè,
fino al punto - in taluni casi - da causargli dei veri e propri disturbi.

"Ma - direi al Suo ragazzo se lo avessi qui davanti - in realtà la Sua fidanzata questo disturbo lo ha da 15 anni, ben prima di conoscere Lei, e pur con fidanzati differenti...
E dunque perchè se ne assume Lei la responsabilità
confondendo la dimensione personale della ragazza con quella della coppia?"

Gentile utente che ci ha scritto,
Le abbiamo fornito tutte le informazioni che Le servono.
A questo punto può essere importante evitare di temporeggiare.
Ora a Lei spetta la decisione di "metterci mano". Oppure di non farlo.

Dott. Brunialti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa,
Oggi ho avuto un primo colloquio telematico con una terapeuta.
Lei mi ha parlato del trauma reale e del trauma fantasmatico di Freud, ma non ho capito se pensa che in realtà ci siano ricordi di traumi che ho ma che non ho voluto riferire oppure se realmente pensa che ci possano essere altre cause dietro questo mio disagio.
Onestamente la conversazione mi ha turbata: l’idea che tutto abbia avuto origine da un trauma non mi rasserena per niente. Insomma, è come se adesso avessi ancora più paura di scavare, per trovare qualcosa che la mia mente ha rimosso del tutto o che magari non è stata rimossa ma ad ora non ho messo a fuoco.
Eppure io sinceramente non ricordo episodi di abuso nella mi infanzia.
Sono molto agitata.
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

Come ho già scritto sopra e nel linkato,
professionalmente io ritengo - e l'esperienza clinica me lo conferma - che la psicoterapia efficace per il superamento del vaginismo segua un differente e specifico percorso terapeutico;
ed inoltre di persona, vis-à-vis.

Giunti a questo punto penso che il presente Consulto possa considerarsi concluso,
avendoLe fornito - come da Linee Guida - gli elementi possibili
.di chiarimento,
.di orientamento e
.di scelta.

Il resto sta a Lei.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

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