Comunicare ad una persona anziana affetta da demenza senile il lutto del coniuge, verità o bugia?

Mio papà di 98 anni in piena salute, è stato colpito da un ictus ischemico, è attualmente ricoverato in ospedale in fin di vita.

Mia mamma, 97 anni, affetta da demenza senile e non autosufficiente, da un paio di giorni reiteratamente chiede di suo marito.

Premetto che sono insieme da 81 anni, continuiamo a dirle che è in ospedale per fare delle semplici analisi e che il suo ritorno è ormai imminente.

Annuisce per poi richiederlo nuovamente provocandoci un estremo dolore.


Abbiamo timore a dirle la verità, conoscendo la nonna non pensiamo che sia la cosa più adatta.


Siamo confusi e disperati,
facciamo male a preservarla da questo dolore data la sua età?

Avendo vissuto una vita intera insieme alla sua metà non provocherebbe un danno maggiore dirle la verità?


Abbiamo paura che si lasci andare anche lei.


Grazie anticipatamente
Aspettiamo consigli.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
ci sono casi in cui si sconsiglia di comunicare la gravità della malattia, e a maggior ragione la morte, del coniuge, o addirittura, in certe atroci circostanze, quelle di un figlio.
A decidere però dev'essere qualcuno che conosce bene la persona con cui parlare o tacere, il suo stato di amnesia e di ossessione, la sua capacità residua di accettare un lutto.
Sua madre sarà certo seguita da un'équipe di cui probabilmente fa parte anche uno psicologo: provate a chiedere a lui, o direttamente allo psichiatra, o al medico di famiglia.
La decisione finale comunque spetta ai familiari, più vicini.
Certo è doloroso per voi nascondere la malattia, e a maggior ragione lo sarà dover fingere, in caso di decesso.
Lei può provare ad accennare alla gravità della malattia di suo padre, con cautela, per spiegare il motivo per cui per ora non ritorna. Può darsi che sua madre lo voglia andare a trovare, come può darsi di no.
Suo padre in quali condizioni è, esattamente? Perché forse anche lui desidera rivedere la compagna di una vita.
L'abbraccio. Ci scriva ancora, se può esserle utile.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Stiamo solo aspettando la notizia del suo decesso..
ora è imbottito di morfina.
Mia mamma non cammina più, sarebbe impossibile.
mamma alterna momenti di lucidità, dove appunto chiede del marito, con momenti di assenza.
volevo precisare che quando era giovane le è mancato un figlio di 26 anni, per lei è stato un duro colpo...
da allora perfino ha iniziato a fumare.

Conoscendo il carattere di mia mamma, nonostante la demenza senile attuale, secondo noi sarebbe devastante...
ma allo stesso tempo siamo confusi e non riusciamo più a gestire questa situazione.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Cara utente,
la capisco profondamente.
Ci sono circostanze nella vita in cui non si tratta di essere forti per agire, ma di comprendere proprio COME agire, per non fare del male quando si vorrebbe solo dare affetto, cure, consolazione.
Non mi ha detto se le persone che ho citato nella prima risposta potrebbero aiutarvi: medico di famiglia, psicologo; se siete religiosi, anche il sacerdote che vi segue.
Quanti siete, in famiglia? Avete preso in considerazione l'idea di cominciare a parlare della gravità della situazione di suo padre?
Le sono vicina.