Il secondogenito è aggressivo nei confronti del fratello

Buonasera! Ho due figli maschi, uno di 9 e uno di 4.
Il mio "problema" riguarda il più piccolo... Sono due bambini molto dolci e sensibili, giocano tanto insieme, si cercano e si manifestano continuamente l'affetto reciproco.
Il secondo è però più vivace e spesso è aggressivo nei confronti del maggiore.
Basta che il primo lo sfiori, magari giocando, che lui reagisce con pugni, calci, morsi.
Il primo non reagisce mai e anzi prende spesso le sue difese se io lo sgrido in seguito a questi atteggiamenti sbagliati.
Premetto che nè io nè il padre abbiamo mai alzato le mani su di loro, nemmeno una sculacciata e che non ha mai avuto certi atteggiamenti verso i coetanei.
Però, oltre al fratello, è capitato che desse un calcio al papà dopo aver urtato la sua gamba mentre era seduto su divano (passando ha urtato il piede del papà che era seduto con le gambe accavallate e ha giustificato la sua reazione dicendo che pensava che il papà lo avesse fatto a posta) e un'altra volta ha dato un calcio allo zio perché quest'ultimo, per giocare, lo aveva trattenuto per la cinta dei pantaloni.
Ripeto che non è mai stato violento verso altri bambini e soprattutto mai verso figure femminili di qualsiasi età.
Purtroppo i rimproveri non servono a nulla, dice di aver capito ma poi lo rifà, anche nella stessa giornata.
Non so come prenderlo.
La mia paura è che crescendo possa rifarlo con altri bambini, magari a scuola o al parco.
E comunque non sopporto qualsiasi forma di violenza.
Come posso fargli capire che è un atteggiamento sbagliato?
Grazie
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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6 11
Gentile utente,

Intanto vorrei dirle di non allarmarsi per questi comportamenti che fino ai 5 anni di etá sono molto comuni nei bambini per una serie di fattori.

L'importante é sapere come gestirli e comprenderne i fattori scatenanti (talora ci sono eventi stressanti concomitanti: cambio di casa, nascita fratellino, nuove abitudini, parenti in casa che prima non c'erano, etc. )

Comprendere che questa aggressività inoltre non é indice di cattiveria ma di esplorazione del mondo circostante: mordere, dare calci, pugni, tirare i capelli, ecc. sono comportamenti che manifestano in genere un bisogno di affermazione del bambino.

Nella richiesta appare chiaro che quando viene sgridato non serve a molto perché capita che nella stessa giornata ripete il comportamento aggressivo. Eviti di sgridarlo dicendogli sei cattivo perché potrebbe convincersi di essere cattivo e inoltre si sentirà sempre più incompreso. Ovviamente fa benissimo a sgridarlo ed imporre regole e controllo, perché é proprio quello che probabilmente il bambino sta inconsciamente chiedendo (avere figure di riferimento, non essere abbandonato).

Quando parlavo di comprenderne le cause intendevo che a seconda delle cause bisogna agire di conseguenza. Se é un suo moto esibizionistico e di ricerca di attenzioni bisogna ignorarlo (magari se ignorato e non premiato dalle attenzioni, seppur ostili, potrebbe con il tempo smussare questa aggressività).

Se il bambino é aggressivo perché si sente escluso o non amato é fondamentale che lui senta il vostro amore e che gli dedichiate tempo come genitori. É importante che lui non si senta svalorizzato e non amato perché aggressivo e che voi genitori lo rassicuriate di quanto lo amate e che sono i suoi gesti aggressivi che disapprovate e non lui.

Potreste come genitori provare a dedicargli uno spazio tutto suo: un' ora al giorno in cui cercate di coinvolgerlo in qualcosa che a lui piace e che lui senta che é uno spazio per lui oltre che abbracciarlo, farlo sentire amato.
Comprendere inoltre i suoi stati di animo quando si sente aggressivo o triste, incoraggiarlo anche a piangere se ne sente il bisogno e fargli capire che il suo stato di animo viene compreso.

Potrebbe inoltre essere utile, premiare i suoi comportamenti non aggressivi. "Oggi sei stato davvero bravo non hai dato nessun morso o calcio, meriti un bacio, un dolce, un giocattolo etc".

Spero di essere stato utile e torni ad aggiornarmi se le farà piacere,

Cordialmente,

Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com