Crisi di coppia

Salve, sono una ragazza di 24 anni, sto con un ragazzo di 28 da più di 5 anni.
In questi anni non ci son mai stati grandi problemi, se non battibecchi per cose abbastanza stupide come penso ci siano in tutte le coppie.
Ultimamente, complice forse anche un periodo di stress dovuto ai miei esami universitari, mi sembra di non sopportare più i suoi comportamenti a tal punto da non aver quasi interesse nel sentirlo durante la giornata o nell'uscire con lui.
Ci sono sempre state cose di lui che io non condivido e non sopporto ed essendo molto schietta gliel'ho sempre fatte presenti al fine di migliorare il nostro rapporto... Il problema è che in realtà non è mai cambiato niente, mai migliorato niente e io mi sento stufa di questa situazione.
Pur essendo giovane lui viene da una famiglia di vecchie tradizioni, comportamenti e pensieri tanto che nonostante l'età di 28 anni, a volte sembra non essere in grado di pensare in maniera autonoma senza far riferimento ai genitori; al contrario i miei genitori mi hanno insegnato a pensare autonomamente e prendermi la responsabilità delle decisioni ma sopratutto a difendere sempre la mia libertà di pensiero e azione.
Pertanto, se io gli lascio libera scelta nelle decisioni, lui vuole impormi a tutti i costi i pensieri, comportamenti che hanno lui e i suoi genitori.
Ancor più problematico è il fatto che ho cercato in tutti i modi possibili di fargli capire che non sopporto che qualcuno mi imponga di fare o pensare in un determinato modo ma lui non è affatto una persona che si mette in discussione, al contrario è fermo nelle sue idee a tal punto da pensare che tutto ciò che è diverso da ciò che fa/dice/pensa lui, sia sbagliato.
Ho osservato negli ultimi anni che forse proprio in virtù del fatto che è diverso tempo che stiamo insieme, lui pensi soprattutto a cose accessorie, esterne alla coppia (es.
ci tiene a che io sia presente a tutte le feste dei parenti, cosa che non condivido minimamente e ad ogni mio "no" inizia a improntare discorsi sul rispetto come se lui solo al mondo sapesse cosa sia) piuttosto che a noi, alla coppia ovvero non si preoccupa minimamente di trovare un punto di incontro perché per lui il punto di incontro è fare/pensare come dice lui.

Mi ritrovo in una situazione alla quale sinceramente non pensavo di arrivare, sono sempre stata sincera e schietta nella speranza che con il tempo le cose potessero cambiare ma ultimamente ci son stati due/tre episodi che penso siano stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Da parte mia ho messo tutto molto in chiaro le cose come stanno, senza filtri, senza tralasciare nulla.
Cosa risolvere a questa situazione?
In cosa ho sbagliato?
Grazie per i vostri consigli.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
dalle cose che scrive verrebbe da chiedersi come mai lei abbia tollerato tanto a lungo una situazione così opprimente, ma è ovvio che qui leggiamo solo la sua visione; oltretutto solo giudizi e opinioni, non il racconto di episodi; infine dobbiamo tener conto che periodi di stanchezza e di insofferenza possono sorgere anche da situazioni esterne alla coppia, e coinvolgerla.
Lei chiede: "Cosa risolvere a questa situazione? In cosa ho sbagliato?"
Per le ragioni esposte, la cosa migliore sarebbe un colloquio diretto con uno psicologo esperto di problemi relazionali, prima da sola, poi, eventualmente, con il suo ragazzo.
Da lontano, quello che colpisce è il fatto che lei non fa il minimo cenno ad un sentimento d'amore verso quest'uomo; solo esasperazione e fastidio.
Nel descrivere i suoi propri comportamenti parla di grande schiettezza, per cui ha sempre manifestato apertamente cosa non le andava: può averlo irritato? Può aver fatto irrigidire le sue posizioni, costringendolo sulle difensive con l'attaccare troppe volte argomenti sensibili, come la sua famiglia?
Oppure lui è davvero tetragono, appiattito sui riti sociali, non abbastanza attento alle sue richieste, o incapace di vedere i rischi di usura del vostro rapporto che derivano da tutta questa rigidità?
In generale, dal momento che il fidanzamento è un periodo di prova, si può prendere in considerazione l'idea di interromperlo se gli elementi di incompatibilità e i disagi sono troppo numerosi e danneggiano l'umore e l'autostima dei partner; ma se le cose non stanno in termini così gravi, è una buona palestra per allenarsi alla mediazione, alle aspettative e alle richieste realistiche e sensate, alla conoscenza e all'incontro con una persona che non è dentro la cerchia familiare.
Un tempo si andava dal vecchio saggio, o dalla vecchia saggia, a chiedere il suo parere. Oggi, con un bravo psicologo, si va anche più a fondo e si analizzano i due caratteri, si migliora la modalità comunicativa, si cambia arricchendolo il proprio punto di vista sull'altro, sulle relazioni, sulla vita.
Da soli forse è possibile fare qualcosa, ma non sempre con successo.
Valuti bene il suo stato d'animo e quello che vuole davvero.
Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Gentile Dottoressa, La ringrazio per la sua pronta e valida risposta e per i suoi consigli che saranno per me punto di partenza per riflettere sulla situazione. Lei mi chiede perché ho tollerato a lungo questa situazione. Le rispondo dicendo che di certo, oltre a questi aspetti negativi, ho trovato in lui anche tanti pregi che mi hanno dato la voglia di andare avanti. Riconosco di avere anch'io dei difetti, d'altra parte sono dell'idea che la perfezione non esista. Ho un carattere forte, non ho mai ceduto alle sue "imposizioni", come detto sopra ho sempre pensato che nel tempo, essendo giovani, le cose si sistemassero e si trovasse un punto di incontro.
Nel parlargli di questioni che coinvolgessero anche la sua famiglia ho sempre avuto il massimo rispetto. Per farle un esempio, ho sempre partecipato con piacere a feste di famiglia, pur sentendomi all'inizio a disagio non mi sono comunque tirata indietro, il problema è che lui vuole sempre di più, vuole che partecipi a feste di parenti di non so quale grado lontano "perché che facciamo vedere che non vieni", sue parole. A me non piace l'apparenza, se faccio una cosa la faccio perché la voglio, non per far vedere. E non riesco neanche a capire se questa volontà di farmi partecipare alle feste venga da lui o dai suoi genitori sinceramente. Inoltre alle ultime feste di famiglia non ho osservato il minimo interesse da parte dei genitori nei miei confronti, non l'interesse di scambiare una parola anche in virtù del fatto che ci vediamo di rado, nulla. Ho chiesto a lui se ci fosse qualcosa nei miei confronti, qualche mio comportamento sbagliato ma lui ha negato dicendo che non mi hanno detto niente perché non sanno di cosa parlare. Al contrario mi ha detto che sono io che devo cercare di parlagli, instaurare un rapporto. È un continuo chiedere di fare, comportarmi, partecipare, io sono quella che deve instaurare un rapporto con i suoi, quella che deve trovare argomenti. Mai che gli venga il dubbio che forse potrebbero fare anche loro qualcosa per evitare questa indifferenza che insomma, non è piacevole, mai che si chiede perché non partecipo o se mi sento a disagio in certe occasioni. Sostanzialmente sono tutti comportamenti su cui sono passata sopra in questi anni spinta dal sentimento che provo nei suoi confronti, adesso invece non riesco neanche più a sentirli.
Scusi per la lunghezza della risposta, la ringrazio ancora.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
ancora di più dopo aver letto i suoi chiarimenti la invito a contattare un consulente di coppia, per evitare che il vostro rapporto s'infranga su scogli non gestibili da voi soli.
Dai fatti, come già le ho scritto, vengono indicazioni più chiare che dai giudizi.
Se lei incontra i quasi-suoceri e questi non le rivolgono nemmeno qualche parola sorridente per chiederle come sta o come vanno i suoi studi, delle due l'una: o sono di una timidezza morbosa, o davvero si sono irrigiditi nei suoi confronti.
Le dirò che un'eventuale timidezza che rende incapaci di segnali di cordialità verso la fidanzata del figlio confina con la scarsa educazione; altro che il tradizionalismo di cui scriveva lei!
Per altro, lei a sua volta dovrebbe dare segnali di familiarità e simpatia, quando v'incontrate alle feste. Deve essere la prima a salutare e a rivolgere le solite domande rompi-ghiaccio sulla salute, le ferie, i nipotini, etc.
Se non si sente di farlo, dovrebbe interrogarsi sul perché. E' irritata con loro, più o meno inconsciamente?
Mi rimanda a quest'ipotesi quello che lei dice delle feste con lontani parenti. In quanto parenti del suo ragazzo, specie se a lui sono cari e fanno parte della sua vita, perché non è disponibile ad incontrarli?
Se invece è irritata dall'obbligo che sente in questa richiesta, va chiarito chi ne è responsabile: il suo ragazzo o i genitori di lui?
Vede bene che c'è molto da chiarire, specie tenendo conto che vi volete bene, che nessuno è perfetto e che nel dialogo sincero ci si capisce su molte cose.
Entrati su una certa rotta di collisione, spesso i membri della coppia non sanno fare altro che scontrarsi e allora ci vuole un "manovratore di binario" che aiuti a risolvere senza scontri.
Auguri.