L'ennesima prova di sopportazione: mia sorella si sposa

Gentili sig.
ri psicologi,
penso il mio titolo sia riassuntivo del mio stato d'animo.
Mia sorella, 4 anni in meno di me, si sposa tra 3 settimane.
Da quando l'ho saputo (o meglio, capito, perché mia sorella e i miei familiari hanno trovato mille escamotages per non dirmelo direttamente) ho cercato e sto tentando tutt'ora di interpretare bene la mia parte, nonostante il fatto che mia sorella mi abbia estromessa dal suo matrimonio in quanto non mi ha chiesto né di fare da testimone (meglio un'amica) né da damigella (meglio la figlia di un'altra amica) né altro: sarò una semplice invitata anonima, un "segnaposto semovente", forse meglio di un cartonato o un centrotavola, ma una semplice, banale invitata.
Sto quindi accusando, oltre allo "sgarbo" di vedere mia sorella minore sposarsi prima di me sebbene sia di 4 anni più piccola e fidanzata da meno tempo di me, anche quello di essere trattata come uno scarto, un nulla, una pezza da piedi.
Non mi ha coinvolta in niente, né nella ricerca della casa né dell'abito né degli accessori né dei mobili, NIENTE.
Ho tentato di intromettermi in tutti i modi (non ho ancora capito se per rabbia o per fare da disturbatore) e le ho cercato le scarpe e la truccatrice, che pagherò entrambe come regalo di nozze.
Per continuare nella recita, per me stessa ho prenotato l'acconciatura da una parrucchiera molto in voga, oltre il trucco dalla sua stessa truccatrice e acquistato abito e accessori molto eleganti e costosi, in breve: non ho badato a spese, quasi a voler dire "tu cerchi di rendermi invisibile?
Di far finta che io non esista?
E io invece mi comporto da signora con te, ti darò solo la mia bella presenza e nient'altro! "Sto quindi pensando di autorelegarmi per sempre nel ruolo da lei assegnatomi: la sorella invisibile.
Mi sono quindi categoricamente rifiutata di andare a vedere casa sua, così come ho risposto in modo sprezzante ai pochi pareri che mi sono stati chiesti nelle ultime settimane.
Alla cerimonia e al successivo ricevimento so già che dovrò far fronte alle domande invadenti dell'intero parentado (del tipo: "e tu quando ti sposi?
", "Perché non ti sposi?
" e simili), ma credo mi difenderò dicendo che non mi mantengono loro a casa loro e che non sono affari che li riguardano.
Di fronte a tanta ipocrisia, sarò io (per assurdo) a fare la figura della maleducata, ma avrei solo voglia di gridare che mia sorella mi ha trattata come l'ultimo degli estranei e che sono venuta a conoscenza del matrimonio quasi per caso, che ha preferito TUTTI a me e che si è comportata con me, per dirla con un francesismo, da vero pezzo di merda.
Penso da mesi di farla finita perché, se valgo così poco per TUTTI (il mio "fidanzato" che non mi sposerebbe neanche sotto tortura, mia sorella di cui ho detto, i miei genitori che hanno sempre e solo avuto occhi per lei, il mio datore di lavoro che preferisce le mie colleghe a me se si tratta di avere un aumento di stipendio) allora no, vivere così non ha senso.

Grazie e buona serata a tutti!
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

diciamo innanzi tutto che Sua sorella ha tutto il diritto di sposarsi e di scegliere sia la testimone, sia la damigella che vuole.

Certo che tali scelte sono rivelatrici del clima relazionale tra Voi sorelle.
Ci torna alla mente il consulto:
04-12-2018 Situazione affettiva complessa e insoddisfacente [Psicologia]
anche in considerazione dei Suoi problemi fisici. Che peraltro non è conveniente trasformare in rabbia per non trasformarsi in vittima e per non farsi il vuoto intorno.
Ma per raggiungere tale obiettivo è necessario un percorso psicologico.

Online questo è quanto riusciamo fare per Lei,
oltretutto talvolta non gradito quando non diamo ragione a chi scrive.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/