Rapporto con i suoceri

Buongiorno,

Vi scrivo per avere un parere: dal momento che i miei suoceri non hanno reddito siamo io e mio marito a provvedere anche per loro per quanto riguarda l'affitto, le bollette e la spesa.
Negli ultimi tempi abbiamo avuto un po' di spese impreviste e, soprattutto mio marito, inizia a sentire il peso di questa responsabilità ed è sempre teso e nervoso.
A volte, dice, vorrebbe tirarsi fuori da questa situazione ma poi conviene con me sul fatto che una soluzione alternativa non ci sia ma ribadisce il fatto che non si può andare avanti così.

I rapporti con i suoi genitori sono tesi, anche perché l'atteggiamento che a mio marito infastidisce maggiormente, è che i miei suoceri non si mettano mai nei nostri panni (non prendiamo stipendi milionari) e che diano per scontato quello che facciamo, senza un po' di gratitudine.

Ora io mi chiedo: come posso aiutare mio marito ed i miei suoceri affinché si ritrovi un po' di serenità?


Resto a disposizione per qualsiasi evenienza.


Saluti,
Margherita
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 179
Gentile utente,
la prima cosa da capire, per poterle fornire un parere, è l'esatto significato dell'espressione: "i miei suoceri non hanno reddito".
Oltre i sessantacinque anni, come lei sa certamente, esiste la pensione sociale, anche per coloro che non hanno mai lavorato.
Se non hanno raggiunto ancora l'età della pensione, sarebbe bene che i suoi suoceri lavorassero: curare terrazzi e giardini, occuparsi di bambini e di anziani, per dire solo due attività di cui c'è sempre richiesta, sono occupazioni che si possono svolgere anche oltre i sessanta e che fanno sentire meglio gli anziani che le svolgono, prolungando la loro vitalità fisica e mentale e incrementando la loro autostima.
Se invece i suoi suoceri sono entrambi invalidi al 100%, hanno probabilmente diritto all'assegno della legge 104.
Infine, è vero che non hanno mai lavorato da giovani? E perché?
Chi ha lavorato ha diritto a una pensione, oppure, nell'ipotesi che non siano stati rispettati i suoi diritti alla contribuzione INPS, ha comprato qualche bene: per esempio una casa, che rappresenta un reddito.
Devo chiederle questo perché mi è capitato, purtroppo più di una volta, di ascoltare persone che si lamentavano di dover ospitare e mantenere il padre o la madre, e di scoprire in seguito che l'anziano aveva donato legalmente proprio a loro la casa e/o i terreni di sua proprietà, spesso la stessa casa in cui i figli si lamentavano di doverlo "ospitare"!
Infine, immaginando il quadro peggiore, ossia che i due abbiano onestamente lavorato tutta la vita ma non abbiano la pensione per un torto dei datori di lavoro, e abbiano guadagnato così poco da non mettere da parte nulla, forse per provvedere alle necessità di studio dei figli o per comprare per loro una casa, e che inoltre al momento non possano fare alcun lavoro (ma per quale ragione?), potrebbe essere utile, se suo marito è l'unico figlio, palesare a loro il suo disagio.
Si tratterebbe di un discorso a cuore aperto in cui esplicitare le necessità del vostro nucleo familiare, invitandoli a moderare le loro richieste e a comprendere i vostri sacrifici, mettendosi però anche nei loro panni.
Suggerirei che suo marito svolga da solo questo colloquio, per non mortificarli oltre il necessario. Potrebbe addirittura parlare con uno solo dei due, il più comprensivo, non per chiudere la porta alla solidarietà e mostrarsi ingrato per quello che a suo tempo avrà ricevuto, ma per cercare insieme una soluzione.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com