Relazione a distanza e paure

Salve,
sono una ragazza che studia all'università e ho conosciuto il mio attuale ragazzo circa 3 anni fa.
Fin dall'inizio abbiamo costruito una relazione a distanza, essendo di due città diverse.
Lui veniva spesso a trovarmi e inizialmente non mi pesava.
Poi con il passare del tempo la frequenza con la quale veniva a trovarmi diventava sempre minore, sia per via dei miei genitori che non appoggiavano la mia relazione e che la ostacolvano anche scrivendogli in privato, sia perché doveva pagarsi sempre bb e sia perché era stufo.
Abbiamo avuto molti alti e bassi e ci siamo lasciati diverse volte.
Poi quest'anno ci siamo riavvicinati e abbiamo passato molto più tempo assieme, io sono andata da lui seppur i miei genitori non approvano.
Il punto è che quando sto con lui è tutto perfetto, mi riempie di attenzioni, è molto premuroso e affettuoso e fa di tutto.
Solo che a distanza non potendo viverlo sto avendo dubbi sul portare avanti o no questa relazione.
Seppur lo amo e ne sono innamorata, sono consapevole che essendo un bel ragazzo e con un bel lavoro, è guardato e potrebbe essere attratto da qualsiasi tentazione, non avendo occhi solo per me.
Anche mia madre dice che non ha senso che porti questa relazione perché dice che mi tiene tanto per, solo perché sa che sono una brava ragazza che lo rispetta e lo ama.
Secondo lei, lui mi tiene solo come certezza per il futuro ma se avesse altre occasioni le prenderebbe al volo.
Io non lo penso, ma sono anche consapevole che non posso mettere la mano sul fuoco.
Non so se effettivamente sarebbe meglio chiudere, oppure fidarmi delle azioni e delle mie emozioni quando sto con lui e portarla avanti.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile ragazza,

Avete iniziato questa relazione a soli 18 anni,
e per di più a distanza.
Ipotizzo che il ragazzo sia Suo coetanei.

Non è affatto facile tale genere di relazione, nemmeno in età più adulta.

Riguardo alla problematica che ci presenta, Lei non ci dice se voi due ne avete parlato, se ne avete discusso in presenza.
*Voi* siete la coppia,
siete voi a dovervi confrontarvi sulle difficoltà e sulla progettualità,
sulle intenzioni reciproche.

I pareri dei genitori, sia pur apprezzabili, vengono in seconda battuta.
Talvolta sono dettati dall’ansia.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr. Giovanni Battista Ubaldi Psicologo 1
Il problema della potenziale paziente è quello di una maturazione personale per quanto riguarda il rapporto amoroso.
Molti adolescenti o giovani tendono non tanto ad innamorarsi di colui/ei che incontrano, quanto della proiezione che di quel soggetto essi fanno nella propria mente.
Un esempio iperbolico è quello di un giovane che sposa una persona che ha il difetto di lasciare accese le luci quando ella esce da una camera. Lui è invece un ecologista convinto.
Lui pensa: quella persona è perfetta in tutto.... io la amo...certo ha quella incivile abitudine....ma cambierà ...ne sono convinto...o io mi adatterò.
Invece dopo 10 anni la situazione è la stessa solo che i pensieri ora sono diversi.
Lui pensa: "Ancorala luce accesa!!! Grr..ma guarda quella st...., sono 10 anni che le dico di spegnere le luci,ma quella continua ad ignorare i miei principi fondamentali. Non la sopporto più."
La maturazione in campo amoroso implica quindi di innamorarsi di come l'altra persona è, non di come essa sarà.
O se ci si innamora di come l'altra persona sarà, accettare il rischio e decidere con la conoscenza del rischio
Il fatto che la richiedente si trovi bene solo in presenza del compagno, mentre alla lontana ha dei dubbi, testimonierebbe che il coinvolgimento motivo e relazionale dovuto alla vicinanza le copre una visione più disincantata che invece le si apre quando non ne è in contatto.
La maturazione di cui accennavo all'inizio riguarda la presa di coscienza da adulto dei rischi connessi a questa situazione..
Per quanto riguarda infine le opinioni dei genitori, non posso dare alcuna valutazione, essendo opinioni e fatti riferiti dal richiedente, che ovviamente filtra le proprie esperienze passate in base al proprio vissuto parentale.
Esercito anche a Trento in Via San Vigilio.
Cari saluti
Dott. Giovanni Battista Ubaldi
Psicologo iscritto all'albo A.
Plurilaureato

Dr. Giovanni Battista Ubaldi

[#3]
dopo
Utente
Utente
Salve,
si probabilmente mi ritrovo nella descrizione da Lei effettuata che a distanza divento più razionale e consapevole del fatto che non sia una situazione semplice da portare avanti. Sto valutando, anche perché non credo che mi vada bene ancora questa situazione a distanza. Seppur l'amore c'è, ad oggi mi rendo conto che quando siamo distanti ognuno ha la sua vita e che per quanto ci si possa stare vicino via cellulare (cosa alquanto difficile) è sempre fondamentale vedersi. Poi in più, passeremo un periodo di circa due mesi a distanza di molti km, senza poterci vedere... non penso di potercela fare.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

consideri che quanto noi scriviamo qui, online, non rappresenta una diagnosi,
bensì degli spunti di riflessione.
Le Sue considerazioni sulla necessità di vedersi perchè altrimenti "..quando siamo distanti ognuno ha la sua vita.." sono molto realistiche.

Si prenda un po' di tempo per capire e decidere.
Ma si interroghi anche sulla opportunità di effettuare qualche colloquio clinico di persona per chiarirsi,
anche magari presso il Consultorio (gratuito o solo ticket) nel caso sia studente,
o presso lo Sportello Psicologico Studenti (gratuito) se è universitaria.

Saluti cari.
Dott. Brunialti