Difficoltà ad amare e sensazione di rabbia

buonasera,

dopo due relazioni finite in maniera simile, mi chiedo se sia io il problema.

Non ho dipendenze, sono un buon sportivo, legato alla famiglia, rispettoso delle regole e delle buone maniere.

Lavoro, forse avvolte troppo, e credo di essere una persona piacevole.

Eppure nei sentimenti e nelle relazioni non riesco ad essere "profondo"
Cose da innamorati, come le coccole, il chiamarsi con nomignoli, e altre smancerie, niente, non mi vengono, e spesso mi sono sentito dire" non mi ami"... oppure " abbracciami"...e anche nell'intimità, sono sempre spronato piuttosto che prendere l'iniziativa.

Se cammino per strada preferisco dare il braccio che prenderla per mano, la cosa mi fa sentire molto in imbarazzo, è come se vivessi un rapporto di vicinanza "affettivo", piuttosto che un rapporto d'amore.

Ma la domanda vera alla fine è che possibile che io sia diverso?, cioè non esistono delle linee guida per rapporti di coppia, quindi potrei essere anche "normale"...ma mi chiedo cosa può avermi modellato cosi?
perché sento avvolte di soffocare...di sentirmi "chiuso" in un abbraccio...in un voler starmi vicino e avvolte rabbia nel sentirmi cosi braccato...
Perché vivo questa cosa che dovrebbe essere bella e delicata come una sorta di impegno, di compito...eppure nessuno mi ha costretto
Possibile che fra le cause ci sia la mia famiglia di origine con genitori separati in casa?...atteggiamenti sempre di aggressività fra loro?...mancanza di dialogo??

Potrebbe essere un modo della mia mente di proteggermi??...e con questo non cerco scuse, ma spunti per riflettere e capire meglio.



Grazie
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Buonasera,
molto spesso l'atteggiamento dell'individuo verso l'altro sesso nelle relazioni sentimentali è influenzato dalle relazioni avute con le figure genitoriali o di accudimento nel periodo evolutivo.
Pertanto un approfondimento in tal senso mi sembra opportuno se diverse occasioni non si trasformano in relazioni stabili e soddisfacenti.
Altre volte possono essere in causa traumi infantili.

Sta allo psicologo valutare se ci sono questi fattori che ostacolano la costruzione di rapporti equilibrati. Tali fattori possono essere neutralizzati con colloqui di psicoterapia.
Il mio approccio integrato si presta particolarmente ad analizzare e riequilibrare le relazioni interpersonali, anche di vecchia data, e può trovare maggiori informazioni al riguardo sul mio sito.

Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#2]
dopo
Utente
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buonasera,

La ringrazio Dottoressa, per la sua cortese risposta.
Oramai da diverso tempo seguo una terapista, il problema è che ho come l'impressione di non capire i miei sentimenti, e avvolte di non capirmi come persona.
Ho fatto molti passi in avanti, come anche confermato dalla mia terapista, eppure rimangono delle incognite.
Perché non sento l'esigenza di essere padre, oppure di avere quel sentimento verso una donna talmente forte da spezzare il fiato...perché tutto si traduce in una sorta di contratto collaborativo??
Lei obbietterà che nessuno ama alla stessa maniera, ma io non so se amo o se mi trascino e trascino chi con me.
Il copione Dottoressa è lo stesso,...mi innamoro...sto bene...passato un tempo x ...iniziano le differenze...le incomprensioni, che cerco di discutere in un confronto costruttivo, ma poi esse( le mie patners), iniziano ad avere dei comportamenti che mi feriscono,o forse io li interpreto male, non so... e cosi io faccio una cosa che odio, ma che sistematicamente si ripete,mi chiudo...ed inizio lentamente a prendere una distanza...forse per non soffrire.
Non so cosa pensare onestamente, mi sento fuori dai schemi, non so se sto facendo la cosa giusta, se è un modo per non crescere, o se sto procrastinando
Grazie mille
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Fa una cosa che odia ma che puntualmente si ripete.
Capita spesso ed è l'inconscio che prevale sul cervello che definiamo in genere più razionale. In realtà l'inconscio ha una sua razionalità più che legittima, ma che parte da premesse o basi diverse.
Il modo più veloce e stabile per uscirne è neutralizzare, se si può, le premesse di cui sopra con l'aiuto di uno psicoterapeuta.
[#4]
dopo
Utente
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buonasera,

la ringrazio dottoressa, ma credo che arrivato a questo punto smetterò di farmi domande.
Sono stanco di sentirmi strano e non compreso, di essere spesso condannato, additato, nel bene e nel male sono io, e se gli altri non vogliono dirmi chiaramente che cosi non vado bene per loro...pazienza
Il lavoro con il mio terapeuta lo chiuderò nel prossimo incontro, credo di essere giunto ad un punto dal quale posso incominciare a camminare da solo, come credo è giusto che sia.
Ad un certo punto bisogna staccarsi dalle varie ancore che ci è dati, e chiudere un po' della sofferenza che la nostra sensibilità ci da.

Grazie mille