Non riesco a placare i miei pensieri

Buonasera, chiedo un consulto perchè non sono più in grado di gestire i miei pensieri.

Sono fidanzata felicemente da 3 anni, ma quello che ho passato in famiglia penso che mi abbia segnata in modo indelebile.
Quando ero una ragazzina ho scoperto che mio padre aveva una famiglia parallela da anni, cosa di cui sono stata tenuta all'oscuro da tutta la mia famiglia.
Mio padre è poi mancato 10 anni fa.
Sono sempre stata una ragazza molto forte su certe cose e fragilissima su altre, anche molto piccole.
Fatto sta che sono fidanzata felicemente, abbiamo dei progetti, ma io sono terrorizzata all'idea che possa innamorarsi di qualcun'altro (ad esempio una collega) e lasciarmi, oppure che mi menta.
E' come se fossi abituata a pensare che la coppia è "a 3", quindi non riesco a vivere serenamente.
Con lui ne parlo poco perchè mi rendo conto che il problema è il mio e non puo pesare costantemente su di lui con domande o fare indagatorio alla ricerca di rassicurazioni e "ti amo".
A ciò aggiungo che sono senza lavoro da mesi, quindi passo le mie giornate a pensare.
Non potendomi in alcun modo permettermi una terapia, mi sono rivolta ad una struttura pubblica che però, dopo un consulto iniziale, mi ha detto di non potermi seguire.

Vi prego dunque di aiutarmi se possibile, anche solo con un consiglio, per vivere la mia storia in modo normale.

Grazie.
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
la situazione meriterebbe certamente un ascolto prolungato e cadenzato per poter essere affrontata efficacemente e ciò non è possibile attraverso un consulto come questo.
Provo ad offrirle solamente alcune suggestioni.

Quanto accaduto nella sua famiglia non può non avere lasciato traccia in Lei, ma sarebbe utile iniziare a "smontare" la convinzione che "quello che ho passato in famiglia penso che mi abbia segnata in modo indelebile".
Dire a se stessi una frase come questa, toglie a priori ogni speranza, ogni possibilità di uscire da un percorso già segnato, ponendoci in una posizione di passività.

Indipendentemente da quale sia la nostra storia di vita, la responsabilità del nostro presente e del nostro futuro ci appartiene e sta a noi assumercela.
Proprio come sta iniziando a fare Lei, avendo preso consapevolezza del rischio di vivere una vita che non è quella che desidera e che vorrebbe conquistarsi.

Personalmente, nel suo racconto intravedo due importanti temi critici che andrebbero a mio avviso opportunamente sviscerati: quello del senso di amabilità personale e quello del controllo.

Di certo, il fatto di avere molto tempo a disposizione per pensare la porta in lidi pericolosi... se riuscisse a trovare un lavoretto anche solo temporaneo (ad esempio, aiuto compiti, baby sitter, dog sitter...) ciò le consentirebbe di distrarsi, accrescere la sua autoefficacia e concedersi il "lusso" di iniziare un percorso psicologico (di persona o on line).
Nessuno la può aiutare in questa ricerca?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottoressa,
innanzitutto la ringrazio per la risposta.
Per quanto riguarda i due temi che ha esposto, posso dirle che si, credo di avere una sorta di "mania" del controllo: sapere di avere il controllo degli eventi mi permetterebbe di stare molto più rilassata. Sapere che il mio fidanzato mi amerà davvero e non mi tradirà mai sarebbe una buona e infattibile soluzione. Ovviamente, però, la vita non si può controllare. Soffro di disturbo ossessivo compulsivo da quando sono piccola, il quale si è poi intensificato (credo) a causa di vari avvenimenti non piacevoli della mia vita (separazione, assenza di mio papà,la sua lunga malattia e il lutto).
Per quanto riguarda invece l'amabilità personale, se ho capito correttamente ciò a cui si riferisce, io mi sento molto sicura di me stessa nelle relazioni con il prossimo, tranne che (in alcuni momenti, come questo) nella relazione amorosa con il fidanzato. Forse perchè mi sono sentita abbandonata dalla figura paterna e quindi mi sono sentita "non abbastanza". Se lo ha fatto lui, se ha tradito lui, perché non potrebbe farlo qualcun'altro? Non saprei, rifletto molto ma non so se nel verso giusto.
Comunque, sto cercando attivamente lavoro e spero di trovarlo presto. Ho il sostegno del mio fidanzato e di mia mamma, ma sono io per prima che non voglio appesantire o far preoccupare nessuno. In ogni caso, forse continuare a pensare a queste cose mi lascia appunto "bloccata" in un vortice passato che devo avere la forza di lasciar andare...
La ringrazio nuovamente!