Disturbo evitante di personalità, cosa fare?

È da circa un mese che mi stanno affiorando dei sintomi che sembrano compatibili con il disturbo evitante di personalità.

A mio padre è stato diagnosticato un disturbo narcisistico di personalità.
Mia madre al contrario è una donna molto equilibrata e assomiglio molto più a lei con cui ho un buonissimo rapporto.
Purtroppo mio padre negli ultimi 5 anni è peggiorato moltissimo diventando svalutante e denigrante nei suoi confronti e questo mi ha fatto soffrire molto.
Stanno insieme da 30 anni e avendo 55 anni non riesce a staccarsene.
Inoltre non amando i lavori manuali quando lo aiuto a fare lavori in casa o in giardino continua a denigrare e schernire e se non gli do una mano fa la vittima dicendo che nessuno lo aiuta.
Questo ha peggiorato di molto la mia vita sociale che negli ultimi anni mi ha precluso la possibilità di farmi nuovi amici e me ne ha fatti perdere molti.
Ora mi rimangono solo uno stretto gruppo di amici di scuola.
Mia sorella è equilibrata, aprezzata dai suoi coetanei e con forte autostima.
Lei mi capisce e cerca di spronarmi portandomi fuori di casa ma io faccio fatica a relazionarmi e quindi non riesco a costruire amicizie sincere.
Mia madre e mia sorella dicono giustamente che dovrei andare da uno specialista ma se lo facessi diventerei per mio padre il "malato" della famiglia perché lui pensa che dallo psicologo ci vadano i malati! Ho paura per il futuro perché se non riesco a togliere questo blocco emotivo rischio di compromettere il mio futuro ma non so cosa fare.
Il "guaio" è che di carattere sono sempre stato sensibile e non riesco ad estranearmi da certe situazioni famigliari e a farmi la mia vita.
Io provo con tutto me stesso a cambiare ma non riesco e stare con lui peggiora solo la situazione.
Vorrei fuggire ma non posso e mi sembra di essere in un film.
Scusate lo sfogo ma non so proprio cosa fare
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 121
.... dovrei andare da uno specialista ma se lo facessi diventerei per mio padre il "malato" della famiglia perché lui pensa che dallo psicologo ci vadano i malati....
innanzitutto è questo il primo blocco da superare!
così facendo abbatterebbe un pregiudizio e nello stesso tempo acquisterebbe autonomia decisionale.
faccia il primo passo.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#2]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
dal momento che sa di essere particolarmente sensibile, e in ogni caso la sua stessa età giovanile comporta questa fragilità, deve tutelarsi. Il vero guaio non è nell'essere sensibile, ma nel saperlo e tuttavia continuare a fare male a sé stessi.
Noterà che è di rilievo il fatto che di fronte ai consigli di persone che definisce benevole ed equilibrate (sua madre e sua sorella) lei preferisce invece sottomettersi al giudizio denigratorio di una persona diagnosticata come narcisista (quindi malata) che la tratta in modo da demolire il suo buonumore, la sua sicurezza.
Capisco che è il suo papà, figura alla quale non è facile rinunciare; ma proprio il supporto di uno specialista l'aiuterebbe a gestire meglio anche il rapporto con lui.
Quando ho letto che suo padre esige il suo aiuto, ma l'uso che ne fa è quello di dimostrarle quanto lui sia grande, forte e capace e lei invece inetto e criticabile, mi è venuto spontaneo pensare che lei aiuterebbe suo padre, oltre che sé stesso, ponendo subito in chiaro che l'aiuto ci sarà se ci sarà il rispetto. Ma le parole e i modi idonei per correggere suo padre, alla sua età non si trovano da soli.
Esca dunque dal pregiudizio che le fa scrivere: "Mia madre e mia sorella dicono giustamente che dovrei andare da uno specialista ma se lo facessi diventerei per mio padre il "malato" della famiglia perché lui pensa che dallo psicologo ci vadano i malati!".
Dunque lei, nel gestire la sua vita, si fa condizionare da qualcuno il quale ha il terrore che uno psicologo si avvicini al suo nucleo familiare, perché sa che sarebbe proprio lui a ricevere la diagnosi di malato?
Ancora una volta, anche per tutelare suo padre, vada dallo psicologo senza turbarlo col dirglielo. Per fortuna è maggiorenne; per fortuna alle ASL e al Consultorio Giovani gli psicologi sono gratuiti o a costo di ticket.
Auguri e ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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