Uno stravolgimento inaspettato

Salve dottori, vi ringrazio anticipatamente per il servizio che offrite.

Ho deciso di aprire un consulto per un cambiamento positivo quanto inaspettato che però mi ha lasciato con svariati punti interrogativi.

Sono 3 anni che soffro di attacchi di panico, emetofobia e agorafobia e già prima di allora avevo vissuto eventi personali molto pensati e traumatici che secondo me hanno innescato questo periodo di crisi.

Da all'incirca 2 mesi ormai dopo essere arrivato allo stremo delle mie forze mentali e fisiche ho deciso di rivolgermi ad uno psichiatra dopo aver sostenuto 2 psicoterapie che mi hanno aiutato a capire le cause e i problemi che c'erano sotto ma che in nessun modo sono riuscite a far indietreggiare i sintomi.
Al colloquio avuto con lo psichiatra è emerso che secondo lui nel mio caso una terapia farmacologica era obbligatoria poiché era da troppo tempo che l'ansia ostacolava ogni mia funzione sociale, lavorativa e affettiva.
Dal colloquio è emerso che avevo una visione riduttiva e sbagliata della mia ansia, effettivamente avevo sempre pensato ingenuamente che l'ansia interferisse nella mia vita solo un paio d'ore al giorno durante i momenti di acuti e per il restante tempo fosse tutto "normale".
Dopo due mesi di cura l'ansia è sicuramente diminuita e sto aumentando ancora i dosaggi, ma è successo allo stesso tempo una cosa incredibile e inaspettata.
Dopo 3 4 settimane dall'inizio della cura ho iniziato a diventare molto più emotivo, Man mano che i giorni passavano sentivo sempre di esternare ciò che provavo e le emozioni le recepivo in maniera completamente diversa, ogni emozione mi sembra essere diventata più autentica e definita.
Prima della cura da questo punto di vista ero una persona che faticavamo moltissimo a esternare i propri sentimenti e a riconoscere quello che provava per certi versi l'ansia era l'emozione centrale e tutte le altre facevano da contorno, non riuscivo nemmeno a gestirle molte emozioni e infatti spesso si strasformavano in panico.
Avevo sempre pensato che questa fatica nel comunicare i miei sentimenti fosse una questione prettamente caratteriale e non dovuta ad altro ma forse mi sbagliavo.

La mia domanda è una: l'ansia può fare tutto questo?
Può stravolgere la vita di una persona anche dal punto di vista emotivo compromettendo la capacità di percepire e esternare ciò che prova?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
quello che dice è perfettamente normale, anzi è indice di guarigione.
I farmaci di cui parlava la volta scorsa stanno facendo il loro effetto, evidentemente.
Per mia curiosità professionale le chiedo: quando era in preda all'ansia, aveva anche sintomi di ipocondria (temeva di avere varie malattie)? Questi sintomi si sono attenuati, sono scomparsi?
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Inizialmente sì, c'è stato un periodo in cui mi convincevo di avere ogni genere di malattia o avevo il forte timore di ammalarmi, del tipo che giravo in estate con la giacca sul motorino per paura di prendere l'influenza (se ci penso ora mi fa molto ridere come cosa) spesso l'ipocondria si riversata anche sulla mia fobia nel senso che temevo spesso di avere qualcosa che mi poteva portare a vomitare.
Ora si è attenuato moltissimo anzi è quasi scomparsa completamente ma da almeno 8 9 mesi. Come mai questa domanda?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
la ringrazio della risposta, che conferma un'ipotesi di ricerca della Psicologia: l'ipocondria sarebbe l'altra faccia della ALESSITIMIA, ossia l'incapacità di riconoscere ed esprimere le emozioni, di cui parlava nella sua email come di un fenomeno in via di superamento.
Gli studiosi ipotizzano che la persona incapace di riconoscere le emozioni (per qualunque ragione abbia questo disturbo) tende a scambiare l'emozione per un sintomo eclusivamente fisico e a temere di avere qualche malattia tanto più pericolosa perché invisibile ai normali strumenti clinici.
Ancora auguri per una guarigione sempre più consolidata.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Cercando la definizione per quanto non abbia la minima competenza in materia mi ritrovo nel tutto. A tratti ho letto la stessa spiegazione che davo spesso agli amici quando parlavo di questo problema,soprattutto nella difficoltà nel riuscire a riconoscere e differenziare i sintomi fisici dalle emozioni.
È un periodo molto strano anche se bello, mi sento un bimbo che impara a riconoscere, gestire e rispondere in maniera "normale" alle proprie emozioni e il tutto mi stranisce ma mi rende anche molto felice
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Grazie di questo ulteriore riscontro.
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