Verginità e parafilie

Sono un uomo di 41 anni e non ho mai avuto vere e proprie esperienze sessuali.
Ho avuto due soli veri incontri con le donne, una con cui ho avuto un solo appuntamento (ci siamo baciati e toccati ripetutamente e sono stato per diverse ore in erezione, anche se non siamo arrivati al rapporto sessuale), ma non volli ripetere l'esperienza perché capii che non era attratta da me e mi aveva abbordato per "secondi fini", approfittando della mia ingenuità; e una prostituta, con cui non arrivai nemmeno all'erezione dopo un "lavoro di mano" e mi buttò fuori dopo 10 minuti, esperienza che mi ha fatto desistere dal sesso a pagamento.
Per il resto, solo fallimenti, il massimo a cui sono arrivato è stato uscire dieci giorni con una ragazza senza arrivare a una relazione; ho perfino contattato migliaia di donne sui siti d'incontri, senza mai ricevere una risposta.


Scrivo perché faccio, sin dall'adolescenza, fantasie (che nascondo accuratamente agli altri, trovandole bizzarre e ridicole) in cui le donne mi sottomettono, usano e umiliano in vari modi, e che costituiscono la mia quasi esclusiva fonte di eccitazione quando mi masturbo, mentre non mi eccita per nulla guardare normali film porno, che mi mettono a disagio (al massimo, mi limito sempre ad immagini di donne nude o che si spogliano).
Ho trovato dei siti di persone con fantasie simili, ma non li frequento molto perché vi sono varie "difformità" fra le mie tendenze e le loro (per esempio, io sono più attratto da parti "banali" del corpo femminile come il seno o le gambe, loro invece dai piedi).
Con una precedente terapia, che ho fatto per curare una depressione giovanile, ho capito che queste fantasie discendono dal mio vissuto (scarsa autostima, madre iperprotettiva e padre assente, educazione sessuofobica, vergogna per il mio aspetto, il mio corpo e in particolare per il mio pene), problemi che ho in parte superato, ma le fantasie sono rimaste.
Mi era stato detto che solo se avessi avuto una relazione amorosa si sarebbe capito se avevano carattere patologico e si sarebbe dovuto curarle, ma la relazione non è mai arrivata... Le mie scarne esperienze non sono molto indicative, ricordo che la donna dell'appuntamento mi eccitava perché assumeva comportamenti da donna materna e "dominante", mentre la prostituta no.
Piuttosto, in un circolo vizioso senza fine, le mie fantasie sono un'ulteriore remora ad avvicinare le donne, perché so che le parafilie non sono diffuse fra loro (a parte il masochismo).
Mi ha sempre frenato molto l'idea di avvicinare una donna e dovermi sottoporre ad anni di terapia in cui soffrirei e sarei sicuramente lasciato.
Come posso scacciare o attenuare queste fantasie?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente,
a parte la solitudine sessuale, sappiamo poco di lei: situazione professionale, studi fatti, se vive solo o con i suoi, se ha fratelli e sorelle, soprattutto se si è mai innamorato.
Per il resto, i suoi due soli tentativi di contatto, entrambi falliti, fanno pensare ad una sorta di ritiro sociale più che alla difficoltà a trovare una partner con desideri complementari ai suoi, che non sono poi tanto originali.
Il desiderio di essere dominato la colloca in una categoria percentualmente esigua, tuttavia abbastanza consistente da essere nota agli specialisti da molte decine di anni, e da avere un gruppo di prostitute specializzate a disposizione.
Al contrario, lei non ha trovato queste ultime; crede che sui numerosi siti online la parafilia più simile alla sua sia però abbastanza differente da precluderle la comunicazione con gli altri; infine dice che la prima persona con cui tentò di fare sesso "non era attratta da me e mi aveva abbordato per "secondi fini"".
Ma quali altri fini, visto che non si trattava di una prostituta? Voleva derubarla, costringerla al matrimonio, o che altro?
Sembra che lei unisca in un groviglio inestricabile, pieno di timori infondati, il rapporto con una donna e quello con un terapeuta, al punto che scrive: "Mi ha sempre frenato molto l'idea di avvicinare una donna e dovermi sottoporre ad anni di terapia in cui soffrirei e sarei sicuramente lasciato".
Ma chi, alla fine, la lascerebbe, la partner o lo psicologo?
E cosa le fa pensare che la terapia dovrebbe durare anni?
La visione che ho espressa sul suo disturbo è confermata dalla richiesta finale: "Come posso scacciare o attenuare queste fantasie?".
Altri chiedono: "Come trovare un partner adeguato?".
Si faccia aiutare da uno specialista e sarà meno tormentato e meno solo.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com