L'apatia si può curare mediante la terapia cognitivo - comportamentale?

Buon pomeriggio,

Ho bisogno di un parere, di un aiuto.


Da molti anni ormai, ho perso la mia spensieratezza e la motivazione.
Il motivo di tali perdite non riesco ad individuarlo.


Forse tutto è cambiato da quando ho conosciuto il mio primo amore, e che mi ha delusa.


Mi dicono che il mio atteggiamento sia passeggero, e che abbia bisogno di sforzarmi per cambiare, ma anche se per un po' cerco di farlo, la pigrizia ha la meglio su di me.


Non dico che sono assolutamente priva di emozioni o non capace di provare più sentimenti, ma non ho più cura di me stessa e delle cose.
Insomma, mi sto lasciando un po' vivere.
La scuola, prima, mi appassionava e riuscivo a concentrarmi, ora è come se tutto questo mi provocasse noia, rinuncia.


Sto cercando di scegliere il mio percorso universitario, siccome ho diciannove anni, ma vivo il tutto sempre con un certo distacco.
Anche l'interesse per le mie relazioni è andato a scemare lentamente.
Infatti, non ho più voglia di fare amicizia o di lanciarmi in un'altra storia d'amore, provocando un forte dispiacere nei confronti di chi crede in me e di chi riconosce il mio valore, in qualità di persona.


Il fatto è che me ne accorgo di tutto questo, ma il punto è che non mi causa sofferenza, anzi mi da, talvolta, anche un senso di sollievo, di tranquillità, di conforto.


Preferisco guardare un film, dormire, fare la doccia e parlare con i miei familiari, piuttosto che chattare o parlare a telefono con amici o uscenti.


Forse perché non sono quelli giusti, ma non credo.


Verificando su internet ho scoperto di essere un soggetto apatico e che psicologicamente, avrei bisogno di una terapia come quella cognitivo - comportamentale.


Voi che mi consigliate?
Cosa mi sta succedendo da così tanto tempo?
Perché?


Aspetto una risposta.


Cordiali saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Il fatto è che me ne accorgo di tutto questo, ma il punto è che non mi causa sofferenza, anzi mi da, talvolta, anche un senso di sollievo, di tranquillità, di conforto."

Gentile Utente,

a me questa sembra una strategia di gestione della sofferenza, piuttosto che l'assenza di sofferenza.
Senz'altro non sembra la strategia migliore che tu possa scegliere ed utilizzare, anche tenuto conto del fatto che, pur considerata la tua giovanissima età e il bisogno di metabolizzare questa delusione, le delusioni di questo tipo fanno parte della vita.
La differenza puoi farla solo tu nel modo in cui scegli di rispondere e affrontare ciò che accade attorno a te.

Certamente potrebbe sembrare più rassicurante chiudersi a riccio ed evitare deliberatamente nuove situazioni che forse per te adesso rappresentano ulteriori delusioni, ma una certa quota di rischio fa parte della vita.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica