Forte solitudine e tristezza?

Salve dottori, a scrivere è un ragazzo di 21 anni che porta ormai da tempo una profonda tristezza dentro di se.

Scrivo alle 2 di notte del 1 gennaio 2021.Dopo l'ennesimo capodanno passato in totale solitudine...
Sono circa 5 anni che non ho più rapporti sociali.
E quando dico nessun rapporto sociale, intendo proprio nessuno.
Zero assoluto anche come "conoscenti".
Non ricordo nemmeno quando è stato l'ultima volta che sono uscito di sera per bere qualcosa.

Compleanni, Natale, Estati, Capodanni li ho passati tutti da solo con mio padre.
Nessun altro che mi facesse gli auguri o anche un semplice messaggio.

Non ho più rapporti con i miei familiari da tempo, non ci parliamo più.

Escluso mio padre che è l'unica persona che mi è sempre stata vicino.

Mi manca anche solo parlare o scherzare con qualcuno.
Ma temo di non riuscire più a farlo spontaneamente poiché è come se avessi perso le abilità sociali che avevo.

Non studio e non lavoro.
Ho un diploma da geometra preso giusto per accontentare mio padre, ma non mi è mai piaciuto come percorso di studio.

Mi ritrovo a non saper minimamente cosa fare nella vita.
Non ho esperienze, mi sento come un bambino di 13 anni.

Passo le giornate a casa, guardando film, ascoltando musica o giocando ai videogiochi...
Delle volte mi faccio giri in auto da solo, visitando posti.
Ma sento ancora di più il senso di solitudine e preferisco rimanere dentro...
Ho molta nostalgia del passato, mi capita spesso di pensare a eventi, feste, ricorrenze di quando la mia famiglia era unita o di quando avevo una comitiva di amici...li ancora peggio...
Mi sento di aver buttato gli anni del adolescenza e vorrei cercare di recuperarli, ma come?
A 21 anni non posso rimettermi a fare il 16 enne...
Onestamente non so come uscire da tale situazione, ho molta paura per il mio futuro.

Non ho aspettative.

Temo di finire a fare il barbone o peggio...
[#1]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile utente,
ho letto il consulto psicologico che ha posto qui un paio di mesi fa. Fino ad allora diceva di avere un lavoro che le permetteva di guadagnare bene e sentirsi anche abbastanza autonomo. Cosa è successo, come mai lo ha lasciato?

Lei è veramente molto giovane e parla come chi ha buttato all'aria l'intera vita. Capisco bene che pensare questo di sé la fa stare molto male e probabilmente sente molto la frustrazione e l'impotenza di chi ha buttato via del tempo, ma vittimizzarsi non le è d'aiuto se vuole provare a cambiare qualcosa.

"Mi manca anche solo parlare o scherzare con qualcuno.
Ma temo di non riuscire più a farlo spontaneamente poiché è come se avessi perso le abilità sociali che avevo". Invece fino a qualche tempo fa sentiva che le cose erano diverse? Aveva amici con cui passare del tempo e confidarsi? Se così, come mai le cose sono cambiate?

Ci ha parlato di tutto quello che lei non ha e che sente che le manca, ma c'è invece qualcosa nella sua vita che sente come una risorsa? Una passione, un hobby, una parte di sé che la fa stare bene? Pensa di avere un talento particolare?
Non risponda d'impulso, ci pensi, ci pensi bene.

Poi, cos'è che desidera avere o fare più di tutto?
Nel suo racconto ci dice che vorrebbe vivere l'adolescenza di cui non ha mai fatto esperienza. E se lo facesse? Mi vengono in mente tante situazioni attraverso le quali è possibile fare conoscenze, divertirsi, utilizzando anche le proprie passioni.
Aspetto la sua risposta prima di suggerirgliene io qualcuna.

Infine, ha mai valutato l'idea di iniziare un percorso psicologico? E' molto importante sentirsi accolti, compresi e sostenuti in un momento difficile, soprattutto se questo va avanti da molto tempo. Quando non si hanno gli strumenti per poterlo fare da soli rivolgersi ad uno psicologo è un valido aiuto per prendersi cura di sé e del proprio benessere

Resto a disposizione se ne avesse ancora bisogno
Cordialmente

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108

[#2]
dopo
Attivo dal 2020 al 2021
Ex utente
Salve dottoressa mi scuso se rispondo con tutto questo ritardo ma non sono più tornato sul sito per una settimana e passa.
Comunque rispondendo in ordine alle sue domande.
-Avevo già aperto un consulto per parlare dei miei problemi, in quel caso era riguardo la totale inesperienza con le ragazze.Ma chiaramente è una conseguenza della mia ansia sociale.

-Il lavoro che avevo l'ho lasciato perché ricevevo continuamente prese in giro e scherzi di pessimo gusto dai colleghi, ovviamente non avevo la forza per difendermi anche perché erano un gruppo numeroso mentre io ero/sono solo.
Ho anche riferito tutto ai superiori ma non è cambiato nulla e non riuscivo più ad alzarmi la mattina ed andare a lavorare insieme quelle persone.
Onestamente al momento preferisco la mia sanità mentale ai soldi....

-Per quanto riguarda i rapporti sociali, posso dirle che sono sempre stato un ragazzo introverso e timido..... ma nonostante tutto , dopo un po' con le persone giuste mi scioglievo ed ero un gran casinista!
Fino a 5-6 anni fa avevo il mio gruppo di amici ma in cui non mi sentivo più inserito.
Complice anche il fatto che non mi piacevano le serate/uscite che svolgevano.
Praticamente si andava solo a fumare canne, andare in giro senza una meta e bestemmiare per strada.
Cose che non hanno mai fatto parte della mia persona ma che ho subito poiché temevo di rimanere solo.
E cosi è stato.
Mi sono allontanato da loro perché i nostri interessi erano troppo diversi.
Da allora sono rimasto completamente solo.
Ma anche nelle uscite ero sempre emarginato e rimanevo a guardare gli altri mentre si divertivano....
Penso che la mia introversione si sia aggravata nel tempo e sia sfociata in ansia sociale.
Ne è la testimonianza che quando presi la patente poco tempo fa sono stato 6-7 mesi senza scambiare parola con nessuno dentro la scuola guida.
Alcune persone(tra cui ragazze) hanno cercato di attaccare bottone...Anche con parecchi sguardi ma io le ho ignorate e mi sono chiuso a riccio evitando ogni rapporto.
Questo secondo me è il punto della situazione.

-Non ho sviluppato alcun interesse che io sappia....Come detto le mie giornate le ho passate tra ascoltare musica,guardare film, giocare ai videogiochi....Che potenzialità posso avere?Penso nessuna...

-Si ho questo rimorso di aver buttato gli anni adolescenziali chiuso in casa davanti i videogiochi senza aver mai avuto le classiche esperienze che hanno tutte le altre persone.
Per dire io non sono mai andato a prendere un gelato con qualcuno.... o anche una semplice passeggiata con una ragazza....Siamo a livelli veramente tristi a mio parere...

-Sono stato da due psicologhe/psicoterapeute per vari mesi e non sono riuscite a migliorare nulla.Nemmeno alleviare i miei sintomi.
Adesso sono 2 anni che non vado più da uno specialista....
E ho perso molta fiducia...Non so se riuscirò ad uscirne.
Mi scuso per il mio vittimismo ma sono molto triste e apatico da un po' di tempo....
[#3]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile utente,
si senta libero di usare questo spazio come depositario e sfogo della sua tristezza e della sua solitudine. Noi siamo qui anche solo per ascoltarla.

Lei ha detto che l'unica persona a cui fa riferimento è suo padre. Anche lui ha perso fiducia nell'aiuto medico o psicologico? Non la spinge a farsi curare in qualche modo?
Pensa che suo padre sia preoccupato per il suo isolamento e il suo comportamento "apatico", come lei lo definisce?

Invece di sua madre? Potrebbe dirci qualcosa di lei? Immagino sia un tasto molto doloroso, dal momento che non ha minimamente accennato a parlarne.

Caro ragazzo, le dico con sincera onestà che sono in apprensione rispetto a quanto scrive. Leggo dai suoi dati antropometrici, se li ha inseriti correttamente, che risulta sottopeso. Lei parla di tristezza, ma io ho il sentore che possa trattarsi di umore depresso. Mi chiedo anche se non ha o abbia avuto pensieri suicidari.

Provo a chiederle cosa secondo lei non è andato come doveva con la psicoterapia. Oltre a quanto dice, non sentire miglioramento rispetto ai suoi sintomi, come percepiva la relazione con queste psicoterapeute? Si sentiva accolto, compreso? Inoltre, si trattava di una terapia svolta in ambito pubblico o privato?

Infine, ho utilizzato in maniera troppo affrettata la parola vittimizzazione, non deve assolutamente giustificarsi e scusarsi per il modo in cui si sente e anzi, grazie per avercelo raccontato qui

Le mando un caro saluto e resto qui a disposizione
Cordialmente
[#4]
dopo
Attivo dal 2020 al 2021
Ex utente
Dottoressa la ringrazio anche solo per avere questo scambio di opinioni, mi aiutano molto soprattutto per dialogare con qualcuno.....
Tornando alle sue domande.

-Mio padre pur essendomi stato sempre vicino, non siamo mai entrati nel vivo del discorso.
Ovviamente credo che lo veda da solo la mia totale assenza di vita sociale, ma non mi ha mai detto nulla.
Forse per non ferirmi o per non far alterare il mio umore non saprei....

-Su mia madre, non ho molto da dire.
Nonostante abbiamo vissuto sotto lo stesso tetto, non abbiamo mai avuto alcun dialogo.
Ha pensato tutta la sua vita al lavoro e io sono cresciuto senza la figura materna.
Da piccolo mi ha lasciato sempre dai miei nonni.
E quando era in casa con me mi ha sempre ignorato.
Per alcuni periodo sono stato mesi senza vederla, è partita di punto in bianco per lavorare fuori regione e non mi ha mai fatto una chiamata.

-Per il discorso "depressione" non penso di esserlo.Almeno credo.....
Ho voglia di fare le cose, di mettermi in gioco e svolgere le attività che mi fanno passare del tempo.
Penso che sia normale avere questo umore triste in uno stato di solitudine totale, ma non per questo non voglio alzarmi dal letto e svolgere la mia vita.
Dal netto della mia ignoranza penso che un soggetto depresso sia in uno stato di continuo abbandono e senza alcuna energia di alzarsi la mattina, sbaglio?
A me il contrario.
Delle volte ho proprio voglia di fare viaggi senza una meta ben precisa, di prendere e partire anche senza preavviso.
Solo non nascondo che non avendo mai viaggio da solo ho questo timore e per questo rinvio in continuazione.
Il suicidio non l'ho mai preso in considerazione...Anche se in queste condizioni, non voglio privarmi della mia vita e credo che anche nelle piccole cose una persona potrebbe trovare la forza di realizzarsi ed essere felice...Ovviamente rimane un mio pensiero...

-Il peso/fisico è una della mie insicurezze.
Sono sempre stato magro e per un periodo mi sono segnato anche in palestra.
Adesso mi limito a seguire una dieta ingrassante e fare esercizio fisico in casa.In particolare il calisthenics.
Il mio obbiettivo è riuscire a prendere peso forma entro questa estate.E magari riuscire anche ad avere un corpo tonico....Sono fiducioso e spero di riuscire a conseguire il mio obbiettivo!


-Infine sulle due psicoterapeute che mi hanno seguito non mi sono sentito molto a mio agio....Erano private e mi hanno sempre messo un po' in soggezione .....
Non mi sono sentito capito fino in fondo e ho visto in loro troppa superficialità nel affrontare il mio problema...


Dottoressa ma lei cosa mi consiglia?Di trovare un altro specialista?
E se posso vorrei porle una domanda molto importante per me.....sempre che non sia invadente.....

Lei pensa che in questa situazione e a questa età io possa rintegrarmi a livello sociale? Ritornando quello ero nel periodo pre superiori?
Anche perché come detto nonostante io sia stato un bambino introverso e silenzioso, con le persone giuste mi sono sempre lasciato andare ed ero una sorta di "capobranco" non capisco come sia finito in questa situazione, mi sembra surreale.....
La ringrazio per avermi dedicato il suo tempo!
[#5]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile utente,
ci ho messo del tempo in più per risponderle perché ho aspettato un momento di calma per scriverle, dedicandole la giusta attenzione.
Inizio con il dirle che in questi spazio per ovvi motivi non è possibile effettuare diagnosi.
Le ho parlato di depressione perché alcune sue affermazioni ("profonda tristezza", "non ho aspettative" "che potenzialità ho? Nessuna" "Non ho sviluppato alcun interesse") mi hanno allertato e ho voluto apertamente chiederle se avesse pensieri suicidari o di morte. Se così fosse stato l'avrei sollecitata a contattare urgentemente un professionista. Ma lei mi ha rassicurato, decisamente meglio così.
Non è però nelle nostre possibilità poter fare diagnosi agli utenti che ci scrivono, mi preme sottolinearglielo.

Nella sua ultima risposta ho sentito una grande spinta verso la progettazione di eventi futuri per lei belli e piacevoli (viaggi, voglia di fare, di mettersi in gioco..), cosa che prima non avevo colto. Nella sua prima mail ci ha raccontato della sua nostalgia per il passato e nella sua ultima è arrivato a parlarci dei suoi desideri per il futuro. Mica poco direi! Forse inizialmente ci ha scritto in un momento di grande solitudine e sconforto in cui vedeva tutto nero, poi piano piano forse è riuscito a vedere qualche colore e sfumature. Natale e Capodanno sono momenti che attivano molto emotivamente, in positivo e in negativo.

Che viaggi vorrebbe fare? Dove vorrebbe andare?
Ma lo sa che, se rilegge la mia prima risposta, avrei voluto consigliarle proprio di iscriversi ad un viaggio organizzato. Era tra le prime cose a cui ha pensato quando diceva che voleva rivivere la sua adolescenza e mi chiedeva se fosse possibile.
Cosa vorrebbe dire in fondo questa sua richiesta? Io immagino fare nuove esperienze con i propri coetanei, fare amicizie e creare legami, vivere emozioni intense, condividere momenti significativi. Era questo che aveva in mente quando diceva di voler riappropriarsi della sua adolescenza? O aveva altro in mente?
Io credo che queste esperienze le si possono ritrovare viaggiando. Sul web si trovano tantissimi gruppi di viaggiatori che si aggregano in base agli interessi e pur non conoscendosi assolutamente e provenienti da posti diversi d'Italia o del mondo, si ritrovano a condividere emozioni e momenti significativi. Che ne pensa di tutto questo?
Pensa di poter trovare il coraggio di partire e andare?
Capisco bene che questo non è il momento storico adatto per pensare ai viaggi, ma può iniziare a familiarizzare con questa idea per quando si potrà poi farlo di nuovo.
E poi, per quanto riguarda la sua vita e il suo lavoro, quali altri desideri immagina?

"Lei pensa che in questa situazione e a questa età io possa rintegrarmi a livello sociale?" Io penso sinceramente di sì. Certo, non la conosco e so solo qualche accenno della sua storia.
Non bisogna coltivare illusorio ottimismo, ma far crescere il seme della speranza. La speranza è un'attesa fiduciosa, va coltivata, va aiutata a far fiorire e fruttare. La paura e la solitudine sono terreno arido, ma se questo terreno lo alimentiamo del concime dei nostri desideri, spinta vitale che ci nutre, e lo annaffiamo con l'acqua del coraggio, forza potente che dona vita al terreno, allora le cose possono cambiare. Occorre lavorarci però, non lasciare che le cose cambino da sole per magia. Questo non succede quasi mai.
Lei si riconosce "capobranco", si piaceva per quel che era, deve solo ritrovare quella parte di sé. Facile a dirsi, ma non a farsi. Deve capire cosa è successo per arrivare ad oggi, a questo che lei definisce "surreale".

"Dottoressa ma lei cosa mi consiglia? Di trovare un altro specialista?" Con l'aiuto di uno psicoterapeuta sicuramente si facilita il lavoro che comunque non è da poco.
Sono le relazioni che curano, io le consiglierei di lasciarsi curare da qualcuno. Ma ovviamente è lei che deve poi decidere.
Sentirsi accolto e compreso è necessario per proseguire la psicoterapia e comprendo la sua scelta di interrompere se si sentiva a disagio. Magari entrambe le terapeute potevano non fare per lei, può succedere, ma ripensi anche a quali erano le sue aspettative e cosa avrebbe voluto da loro e al motivo per cui le ha sentite inadeguate. La motivazione è il primo passo, il punto di partenza per iniziare un percorso di psicoterapia

Spero di esserle stata un pochino utile, ci scriva ancora se ne sentisse il bisogno. Noi ci siamo

Un caro saluto
Cordialmente
[#6]
dopo
Attivo dal 2020 al 2021
Ex utente
Salve dottoressa riapro questo consulto poiché ho ancora bisogno di vari consigli....Approfitto della sua gentilezza e disponibilità se permette...
Non so se ricorda ma a seguito di bullismo al lavoro ho deciso di licenziarmi...
Ebbene mi hanno contatto per un altro posto di lavoro ma ho rifiutato....
Ho paura che mi vedano strano e senza alcuna skill sociale di conseguenza per evitare ulteriori umiliazioni ho rifiutato senza pensarci....Mi sono privato di un posto con uno stipendio sopra la media per le mie paure.
Me ne pentirò lo so già, ma non ho l'energie necessarie per affrontare 7 ore giornaliere con persone sconosciute.
In più ho sempre questa paura che mi possa ritrovare con dei ragazzi che facendo gruppo mi possano insultare e picchiare.
Aggiungo che come detto sono magro, non ho le forze per difendermi ad eventuali aggressioni....
Mi sento molto immaturo, è come se non fossi pronto per vivere la vita di una persona adulta.
Le ho già accentato questo tratto di me.
Penso di soffrire della sindrome di Peter Pan, vedo il lavoro come una condanna.
Ho paura di diventare una persona seria che pensa solo a lavorare e guadagnare soldi.
Mi sento ancora troppo creativo e sognatore, so che è sbagliato poiché ho la mia età e non sono più un adolescente...Ma io davvero non riesco....
[#7]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
mi fa molto piacere risentirla, un po' meno sapere che le sue difficoltà la bloccano e le impediscono di rendersi autonomo.

Torna ancora una volta questa nostalgia verso l'adolescenza e il bisogno di rimanerci.
Potrebbe provare a pensare più concretamente al lavoro, non in termini di un vincolo, un obbligo, ma come un'opportunità per mettere in campo la sua creatività e costruire i suoi sogni.
Ha pensato quale potrebbe essere un lavoro che possa soddisfare le sue aspettative?

Lei ci ha scritto che vorrebbe viaggiare, come pensa di poterlo fare senza risorse economiche che glielo permetterebbero? Per realizzare i propri sogni e non lasciare che restino solo immaginazione occorre denaro.

"Ho paura di diventare una persona seria che pensa solo a lavorare e guadagnare soldi"
Forse si costruisce questi pensieri solamente per giustificarsi. Probabilmente anche lei sa che è così e non ci crede fino in fondo. Lei cosa ne pensa?

E' possibile pensare ad un eventuale cambiamento solo se si è motivati a lavorare su di sé e disposti ad attraversare la propria sofferenza affidandosi ad un esperto.
Il coraggio lo si trova attraversando la paura, lasciandosi guidare dai propri desideri.
Le chiedo: lei cosa vorrebbe adesso?

Cordialmente
[#8]
dopo
Attivo dal 2020 al 2021
Ex utente
Dottoressa innanzitutto la ringrazio per avermi nuovamente risposto!
Lo so purtroppo...Senza lavoro quei piccoli hobby che mi sono rimasti non posso finanziarli.
Il viaggiare che tanto amo al momento è impensabile proprio per questa mia rinuncia...
Per quanto riguarda il discorso "adolescenza" sa che per me è un tasto molto dolente....Per questo non la chiamerei "Nostalgia" ma più che altro rimpianto...
E la conseguenza è il non riuscire a maturare e diventare una persona adulta.
Io credo che quando una persona salti una tappa fondamentale della propria vita, dentro di se avrà sempre un motivo per sentirsi realizzata solo a metà.
Sbaglio?
Mi viene in mente una copertina di un libro che lessi tempo fa, in cui ci fu questa citazione...
"L' adolescenza ha quel sapore magico proprio perché tutto quello che fai, è per la prima volta"
Penso che descriva perfettamente il periodo che non ho vissuto.


-Comunque ho molta paura proprio perché non ho un ambizione concreta...
Questo mi fa sentire enormemente fuori luogo.
Ricordo quando da piccolo parenti,insegnati,amici mi chiedevano "cosa vorresti fare da grande?
Io non avevo una risposta e inventato sul momento.
Ho delle preferenze certo, ma quando possono valere?
Penso che ognuno di noi vorrebbe svolgere un lavoro inerente alle sue passioni.
Ma io non vedo soluzioni lavorative concrete nelle mie...
Insomma Viaggi, Libri, Cinema, Fotografia, Sport, Tecnologia, Videogiochi.
Hobby che hanno la maggior parte delle persone, ma non che non mi permettono di avere una visione lavorativa concreta....Possono essere soluzioni da affiancare ad un lavoro vero che io non ho....Secondo lei devo buttarmi su una strada che non so se mi porterà ad una meta? Inseguire il cosiddetto "sogno" insomma...
Penso di aver sbagliato anche il percorso di studi dottoressa, i miei genitori mi iscrissero forzatamente ad un istituto tecnico da geometra in cui mi diplomai con estrema difficoltà proprio perché ho sempre detestato le materie tecniche e incentrate sulla manualità...
Sono andato sempre bene nella materie umanistiche.
Temi, riflessioni, lettura e analizzare il testo per poi trarre le tue considerazioni.....
Ma anche qui non penso possano portare da qualche parte.


-In questo momento vorrei solo avere una vita normale e serena.
Trovarmi un lavoro che io possa sopportare a livello mentale...
Avere delle persone che possa considerare amici....
Viaggiare e portare avanti le mie passioni.
Una vita semplice, ma che sembra impossibile da ottenere per me....
[#9]
Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
Lei è molto giovane e questo sembra dimenticarselo.
Può iscriversi all'università, formarsi e appassionarsi a delle materie che la interessano e trovare un lavoro che la soddisfi.
Potrebbe anche essere un'occasione per conoscere nuove persone e farsi amici.
Ha tutta la vita davanti a sé eppure non sembra rendersene conto.

Cerchi al più presto un aiuto per sé e non faccia passare altro tempo prezioso
Sì affidi e abbia fiducia

Cordialmente

La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

Leggi tutto