Come aiutare il mio compagno ad interrompere l'uso di cocaina?

Buonasera...
Il mio compagno faceva uso di cocaina a suo dire in maniera ricreativa... Ho scoperto solo con il tempo che era molto piu frequente il consumo di questa sostanza...
Dopo varie bugie e discussioni in merito mi ha promesso che non ne avrebbe piu fatto uso... A distanza di un anno da quella che a suo dire era stata l'ultima volta, gli ho chiesto di fare delle analisi delle urine... Dopo essersi infuriato per la mia mancanza di fiducia ha deciso di sua spontanea volontà di farsi le analisi del capello...
Ovviamente referto positivo con valore 10.2 cocaina e 0.8 benzoilecgonina...
Non riesce proprio a spiegarsi come sia possibile... Dice che deve essere un errore del laboratorio.

Vorrei tanto, ma mi é quasi impossibile credergli.

Mi ha chiesto di poterle rifare ma dobbiamo aspettare che gli ricrescano i capelli.

Mi ha detto peró che se dovessero uscire positive anche queste accettera di farsi aiutare pur avendo la coscienza pulita... Non so cosa pensare... Non so come aiutarlo ma soprattutto non so se credergli.
Ho bisogno di un consulto
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Il consiglio che ritengo di darle, anche perché lavoro da anni con le dipendenze, è quello di non confondere il sintomo (serio) di un disturbo psicologico (serio) con un cattivo comportamento che coinvolge la buona o cattiva coscienza. Non è una questione di condotta, voglio dire. Tuttavia è una pratica che induce senso di colpa e di vergogna, proprio per l'interdetto sociale che la accompagna. Mostrandosi non giudicanti si favorisce la disponibilità a farsi aiutare. La cura è psicoterapeutica, ma solo lui può deciderlo, magari con l'incontro buono.

Dr. DANIELE RONDANINI- Dirig. Psicologo ASL RM 2- Psicoterapeuta - Psicoanalista Junghiano Didatta e Supervisore- Docente - CIPA Roma
3384703937

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Lei chiede: "Non so cosa pensare... Non so come aiutarlo ma soprattutto non so se credergli."

Le persone che hanno un problema con le dipendenze (e non mi riferisco solo alle sostanze, ma anche al gioco patologico, ecc...) utilizzano molto spesso la menzogna per coprire e giustificare i propri comportamenti agli occhi degli altri, mettendosi ulteriormente nei guai. Non mi riferisco solo a ciò che dicono e fanno con parenti e/o conoscenti, ma anche con le Forze dell'Ordine, qualora fermati.

L'impressione che danno è quella di prendere in giro l'interlocutore. Sappiamo bene, infatti, che non è possibile che ci sia un errore di laboratorio che, guarda il caso, riguarda proprio la cocaina!!

Però, quello della cocaina, è un problema che riguarda il Suo ragazzo. Io vorrei qui aiutarLa a focalizzarsi su se stessa. Perchè si lascia trascinare in questa brutta vicenda? Come può pensare di poter aiutare una persona dipendente da sostanze? Non stiamo parlando solo di una dipendenza, ma anche del pesante effetto della sostanza sulla mente di questo ragazzo.

Lei scrive: "Vorrei tanto, ma mi é quasi impossibile credergli."
Per Lei ha senso mettersi in questo guaio?

L'unica cosa che può fare è mettere delle regole molto chiare e ferme con il Suo ragazzo, sottolineando che è disposta a stare con lui a patto che egli prenda seriamente l'impegno di chiudere con le droghe.

Poi, se questo ragazzo reagirà come ha fatto in passato, tentando di manipolarLa, credo che anche Lei debba farsi aiutare da uno psicologo per poter reggere questo peso.

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
La cosa che mi spinge a portare avanti questa relazione è il fatto di avere un figlio di 2 anni insieme.
E' un ottimo padre ed una brava persona per cui provo un grande sentimento.
Comprendo la difficoltà della mia situazione ma so anche che la sua non è da meno.
Credo che provi molta vergogna, cosciente del fatto che sono totalmente contraria all'uso di queste sostanze, e spero vivamente di riuscire a fargli ammettere di avere un problema, poichè so che si tratta di un processo che deve partire da lui.
Non credo di essere una ''SALVATRICE''. Sono cosciente del fatto che se la situazione non dovesse risolversi o addirittura dovesse peggiorare dovrò prendere una decisione per me e il mio bimbo.
Ho però il desiderio di aiutarlo senza condannare poichè si tratta del padre di mio figlio.
Non so come fare, chiedo consiglio a voi.
Lui nega ogni cosa e spesso mi sono ritrovata a credergli con tanto di referto alla mano.
Riconosco il mio errore!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

proprio nell'interesse di Suo figlio, oltre che della salute del Suo compagno, è importante non indugiare oltre.

Quindi, metta dei paletti, so che non è semplice perchè sappiamo come reagirà questo ragazzo, ma la problematica non si risolverà da sola.

Purtroppo la nota emergenza sanitaria, soprattutto in Lombardia, non permette agevolmente di raggiungere alcuni servizi ASL in questo momento. Può, tuttavia, provare a parlarne con il medico di base, in modo che possa coordinare gli interventi necessari.

Cordiali saluti,
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
È apprezzabile la sua sintonia con la dimensione ferita e sensibile del suo compagno, padre di suo figlio. Anche solo per il figlio in comune le vostre strade non saranno mai divise, ma lei prova sentimenti per il suo compagno, il quale, ribadisco, sta soffrendo prima che manipolando. Il peso della situazione è notevole anche per lei, naturalmente. Avete bisogno di aiuto. Il consiglio è di rivolgersi al SerD, anche solo lei in prima battuta. Verrà ascoltata comunque. Solleciterà il suo compagno a farlo a sua volta, finché non si convincerà, anche mettendolo alle strette a un certo punto, ma sempre mantenendo la sintonia affettiva con lui, che è la risorsa di base per lui e per lei.
[#6]
dopo
Utente
Utente
Sò che dovrei essere decisa, ma ho paura di peggiorare la situazione.
Quello che però non mi spiego è la sua estrema disponibilità a farsi le analisi, per giunta del capello.
Nel senso, se è consapevole di essere positivo, come fa a farle con tanta tranquillità?
E' molto che insisto cercando di portarlo ad ammettere il suo problema per poter iniziare un percorso di tipo psicologico. ma continua a negare.
Come ho già detto cerco sempre di rassicurarlo sul fatto che non ho intenzione di lasciarlo ma è necessario che lui interrompa l'uso di questa sostanza con tutto il mio aiuto, sostegno e con tutto l'amore che gli posso dare. ma lui insiste con la solita frase: ''TI HO GIA' DETTO LA VERITA'.. NON NE FACCIO PIU' USO DA UN ANNO''.
Dovrei permettergli di rifarle come lui mi ha chiesto?
Vorrei inoltre capire se il valore 10.2 è più o meno alto.. spero che qualcuno di voi riesca a darmi delle risposte.
Vi ringrazio tanto
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Dr. Daniele Rondanini Psicologo, Psicoterapeuta 109 4 4
Se è disposto a fare le analisi possono bastare quelle dei metaboliti urinari che il Serd effettua e che si fanno sotto controllo. Certo, deve accettare di farle per un po' di tempo, diciamo nella fase di Accoglienza Accettazione. Questo gli può proporre.
Però la cura viene intrapresa quando si è pronti interiormente. Non ci dice lei se, al di là della sua conoscenza del problema di lui, vi sono dei comportamenti e delle ricadute sul vostro rapporto tali da legittimarla a degli aut aut. Il tema è complesso. Le consiglio di consultare un terapeuta REALMENTE esperto sul tema, e che non abbia ricette preconfezionate, qualcuno che opera quotidianamente sul campo, come un Sert.