Attacco di panico, come spiegarlo ai genitori?

Buongiorno, innanzitutto voglio ringraziare per il servizio che svolgete su questa piattaforma e spero che possiate aiutarmi.

Dopo anni di attacchi di panico l'anno scorso ho iniziato la cura sia con la piscologa che con uno psichiatra che mi ha dato xanax+daparox che ho recentemente iniziato a togliere in maniera graduale: infatti sono notevolmente migliorato.
C'è solo una piccola pecca.
In tutto questo tempo ho avuto difficoltà a spiegare ai miei genitori, con i quali ancora vivo, cosa sia un attacco di panico e tutte le ragioni psicologiche che ci sono dietro, che loro semplicemente non comprendono.
Facendo terapia ovviamente ho compreso come molte delle ragioni per cui stavo cosi male risalissero a quando ero molto piccolo e c'è, tra le tante, una situazione familiare che mi ha causato un trauma: sin da quando ero piccolo i miei genitori quando litigavano non si parlavano per giorni o settimane e io, soprattutto nei primi anni delle elementari, la vivevo con un immensa paura.
Attualmente questa cosa è l'unica che mi scatena l'attacco di panico, ovvero quando loro litigano e non si parlano.
Ho provato a chiedere loro di smettere ma nulla, non capiscono come sia possibile che i miei attacchi siano collegati a quello, dicono che nella mia infanzia mi hanno dato tutto, che hanno fatto tutto per me, che è colpa mia che mi faccio venire questi attacchi.

Non so come spiegarglielo e cerco in voi un aiuto, perché sono finalmente riuscito a risollevare la mia vita e non voglio che questa cosa mi ributti giù.

Attendo una vostra risposta e vi ringrazio ancora.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

Lei ha intrapreso con la Psicologa un percorso di cambiamento.

Ma chi ha da cambiare è Lei,
non i Suoi genitori.
Loro stanno vivendo la propria vita, come fanno da trent'anni del resto,
e non sarà certo una Sua richiesta a farli cambiare,
nè come persone, nè come equilibrio di coppia.
Occorre rinunciare all'illusione di modificare gli altri, sia pure solo attraverso la comprensione del proprio punto di vista; altrimenti ci si pone sempre come prigionieri nelle loro mani.

Ma sono certa che la Sua Psicologa tutto ciò glielo avrà già detto e ripetuto.
Ora non rimane che trovare - Lei e la Sua curante insieme - delle strategie efficaci di fronteggiamento della situazione.

Sono certa che ce la farà.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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