Mio figlio 15 anni non riesce a distinguere gli affetti e mi allontana come suo padre vuole

Salve, sono disperata.
Ho 52 anni una figli di 28 e uno di 15.
Da quando il mio compagno ha saputo che suo figlio è omosessuale a casa è scoppiato l inferno.
Intanto me lo ha detto 2 anni dopo e solo in coccasione del fatto che il figlio con il compagno sarebbe venuti in vacanza in Sicilia e che nel contempo ci avrebbero invitati al loro matrimonio.
Avevo intuito tutto e anche se lui non mi aveva detto nulla, le lacrime che ho visto nei suoi occhi l ultima volta che è venuto a trovarlo il figlio hanno svelato tutto.
Nessun problema per me.
A settembre aspettavamo che venissero a trovarci appunto per visitare anche la Sicilia, non sono potuti venire per motivi di quarantena, ma come sempre non hanno avvisato per tempo perciò ho sprecato l ultima settimana di ferie che mi era rimasta e tante scuse da porgere ai colleghi per dovermi assentare così, quasi senza preavviso.
Un mese dopo si ripete la stessa cosa il figlio comunica al padre che verrà con il compagno e non si sa quanto starà.
Tutto calcolato tra loro.
Peccato che io mi sono lamentata del fatto che venivo messa in difficoltà con il lavoro che ferie non ne avevo più e che avrei dovuto chiedere in punta di piedi una settimana non pagata.
Tutto questo ha fatto si che il mio compagno con il quale sino a giorni prima tutto sommato eravamo in intimità, mi dicesse: non è necessario che tu sia presente puoi non venire.
Allora io penso che una mamma che oltre al proprio lavoro si dedica al figlio costantemente che viaggia anche tutti i giorni da Catania Messina penso che abbia il dovere di presenziare in una situazione che può essere ricca di novità.
Io non ho mai avuto modo di conoscere suo figlio, e non conosco il suo compagno.
Posso ipotizzare che siano brave persone, ma la mia naturale diffidenza non mi permette di avere persone in casa che non conosco.
Una famiglia tradizionalista da sempre.
Quindi oltre a dire che ero fondamentale per far funzionare tutto meglio mi è anche sfuggito che il minimo era essere presente durante la settimana perché il compagno del figlio non lo conosciamo.
Tutto questo è stato sufficiente per essere accusata di omofobia.
Io ho sempre saputo chi era suo figlio da quando aveva 18 20 e l ho sempre trattato bene come tratto tutti bene, il problema è il suo.
È lui che non lo ha accettato per nulla e per non dire niente al figlio per non farlo dispiacere ha inghiottito il rospo.
Insomma adesso in questa situazione approfittando del fatto che a casa non posso rientrare tutte le sere specie d inverno mi ha allontanata da nostro figlio da me e da tutti e mi tocca dormire nello sgabuzzino.
Il tutto con mio figlio che ha iniziato ad odiare mia figlia sua sorella.
Che devo fare sono qui a farmi umiliare, a casa sua.
I rapporti con mio figlio
sono costantemente manipolati dal padre.
Secondo me lui non si perdona di non aver visto i cambiamenti di suo figlio, di non essergli stato vicino, e i sensi di colpa lo divorano.
Aiutatemi.
Grazie.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile Signora,

occorrerebbe un albero genealogico per capirci qualcosa:
".. il padre ..": del 15enne? di quello che si sposa?
" .. il figlio.. ": di lui? di Lei? di che età?

La invitiama a darci qualche ulteriore elemento di realtà relativo alla parentela protagonista del consulto,
nonchè sulla Sua relazione: vive a casa di lui? Da quanto siete insieme? E' stata sposata?
Ecc.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Ho un compagno anzi avevo un compagno, il quale ha avuto due figli dal primo matrimonio, io ho avuto una figlia dal mio ex marito. Ci siamo conosciuti nel 2002, nel 2006 è nato nostro figlio che tra poco compie 15 anni. Non posso vivere a casa di lui perché lavoro stabilmente a oltre 100 km da casa sua. Quando l ho conosciuto aveva la mia stabilità economica casa mia e tutto quello che occorreva. Negli anni ho pensato più volte di chiedere un trasferimento ma non ci sono riuscita. Nostro figlio è cresciuto a casa con me e l' altra mia figlia. Il papà veniva a trovarlo spesso e stavamo tutti insieme. D estate mi trasferì o durante le ferie e nei week end a casa sua. Nel tempo la situazione si è invertita e nostro figlio ha manifestato la volontà con o sensa di me di trasferirsi con papà. Quindi dalla prima media si è stabilito con suo padre ed io ho preso a viaggiare. Sin sa subito mi sono resa conto che ero stata messa da parte. Ho preso un part time per essere più presente ed alternarsi con il mio compagno anche nelle attività di nostro figlio per esempio portarlo al doposcuola oppure prenderlo all uscirà da scuola. Da quest anno sono stata esclusa pure da questo, torno prima per poterlo prendere dal dopo scuola ma mi figlio non vuole e si fa prendere lo stesso da Suo padre. Idem per il tennis. Sono superflua questa è il messaggio. Non ci siamo sposati, prima non era possibile, lui non ci teneva.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

ora è più chiaro.

Innanzi tutto mi occuperò del figlio 15enne a cui Lei si riferisce nel titolo, lasciando da parte la faccenda del figlio omosessuale del Suo compagno
a causa di tutti i limiti (evidenti) di un consulto online che non è fatto per la complessità.

Da mia esperienza professionale sembra che siano due i fattori interagenti nella situazione da Lei descritta.

1. La situazione della coppia, che - mi pare di intuire - nell'andare del tempo è divenuta meno complice, o forse addirittura ex? Al punto che il Suo compagno non La sostiene nel Suo desiderio di stare più vicina la ragazzo.
2. Il figlio maschio preadolescente. Anche nelle coppie separate (cosa che la Sua non risulta essere), giunti a quella particolare età molti figli maschi chiedono di trasferirsi presso il padre. Nulla di cui meravigliarsi, dato che il padre potrebbe rappresentare un positivo modello di identificazione in una età così delicata. Talvolta invece è puro calcolo di convenienza da parte dei figli, considerato che in questa fase storica i padri sono spesso meno severi e più laissez-faire delle madri.

Solamente che il tutto funziona se la coppia genitoriale è coesa e complice,
altrimenti in un triangolo rimane sempre l'escluso.
Attualmente è Lei che lamenta di sentirsi così.

E dunque l'obiettivo urgente è di rinvigorire la Vostra coppia, se ancora c'è amore e attrazione tra Voi,
gli aspetti genitoriali seguiranno.

Aggiunga pure qualche altro elemento se lo desidera,
Le risponderò.

Saluti cari.
Dott. Brunialti