Troppe responsabilità

Buonasera dottori, sono qui per parlare del periodo difficile che sto percorrendo.

Ho perso mio papà da poco in un modo inaspettato, colonna portante della famiglia è la mia vita si è fermata mesi fa.

Io ho solo vent’anni, convivo da un anno, e da novembre ho le spalle piene di responsabilità.

Ho mia mamma che è collocata da una casa ad un altra delle sue sorelle.
perche non si riesce ancora a trovare una sistemazione, ma si sa che li per li tutti vogliono aiutarti e dopo un po’ è come se non fosse successo nulla.

ho perennemente paura che succeda anche a lei qualcosa perché è una situazione veramente brutta è stressante sentirsi di peso a casa di qualcuno.

cerco di fargli passare le giornate in casa da me, di farla uscire sempre per paura di lasciarla sola e che possa aggravarsi la sua depressione.

Mi sento pesante, sono passata da fare la figlia a mamma, a dover comunque pensare a tutti e nessuno che mi tiri su a me.

Sono arrivata ad un momento di stallo, sono apatica, ho smesso anche di lavorare perché non ho la testa, la mattina non vorrei mai alzarmi dal letto, ho smesso di progettare al mio matrimonio che doveva essere a breve, ho smesso praticamente di vivere...non so se iniziare un percorso psicologico o se quello che sto vivendo è normale.

Cosa mi consigliate?

Grazie mille
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
quello che sta vivendo è "normale" nella sua triste situazione anomala: si tratta del burnout della caregiver, aggravato dal suo lutto personale e dalle difficoltà di sua madre "perché non si riesce ancora a trovare una sistemazione".
Ricordo la sua lettera. La modalità della fine di suo padre è delle più devastanti. Ma quanti anni aveva? L'autopsia ha appurato la causa?
Forse per questo sua madre non se la sente più di vivere da sola; oppure avete dovuto affittare la casa di famiglia? Ci sono altri figli?
In genere il matrimonio di una figlia, anche se già convivente, è una soglia che è duro varcare. Nell'attuale situazione può essere peggiorativo della condizione di sua madre, ma anche per lei stessa, e per suo marito, non è il momento migliore. Non c'è la possibilità di rimandare di un anno?
Io le suggerirei di iniziare un percorso psicologico. Se trova un gruppo per la gestione del lutto, potrebbe frequentarlo anche con sua madre.
Tenga conto che alle ASL, al Consultorio Giovani o al Centro di Salute Mentale il colloquio psicologico costa molto poco.
Ancora tanti auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com