Timidezza è un atteggiamento assunto in maniera inconsapevole?

Salve sono una donna timida e riservata a detto di tutti.
Mi rendo conto che mi comporto cosi in maniera inconsapevole sopratutto con gli uomini.
Tra quelli che ci provano, con quelli che non mi attraggono e sono espliciti mi sento a mio agio, riesco a conversare con loro in modo spontaneo senza pensare su, mentre con quelli che mi attraggono e non si fanno capire mi ritiro, ma anche quando provano a guardarmi negli occhi, distolgo subito lo sguardo.
Mi chiedo, questi uomini non abbiano la minima consapevolezza di come sono anzichè allontanarsi?
Cioè se è normale provare imbarazzo davanti a una persona che ci piace, quale atteggiamento potrebbe farli allontanare?, Posso pensare che la timidezza sia un difetto o non sia accettabile oggi e che quindi non sia facile accettare per come sono.
Le mie amiche dicono che dovrei fare avanti, buttarmi con loro.
inviarli almeno un segnale di interesse senza pensare molto, ma ci riesco solo se loro si fanno avanti, ad esempio con due che si sono dimostrati interessati ci sono stata.

Mi sono stufata ad aspettare loro che mi facciano capire, nn vorrei continuare a stare sulle mie finchè si allontanano senza dare una spiegazioneMi riferisco sempre per quelli che ci provano sempre ma senza mai esplicitare cosa vogliono.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
a volte non è il carattere, o non solo il carattere, a precluderci i rapporti umani, ma il tipo di educazione che abbiamo ricevuta.
Se per esempio siamo cresciuti in una famiglia dai modi bruschi, o scostanti, o priva di affabilità, o poco propensa al sorriso, replicheremo senza nemmeno accorgercene le stesse modalità.
A questo punto lei obietterà che però non le succede con tutti, di essere fredda e scostante.
Ne è sicura? Non si verifica invece che allo stesso atteggiamento rispondono in maniera diversa proprio gli uomini che le piacciono di meno, perché sono più invadenti e meno sensibili ai suoi segnali?
Un corso sulla seduzione, anche online, potrebbe esserle utile. Si accerti però che sia fatto da psicologi.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Sono certa che non sono cresciuta all'interno di un contesto famigliare poco affidabile o dagli atteggiamenti bruschi.La mia famiglia si è dimostrata sempre cordiale con le persone ,forse regnava il concetto del prima il"dovere e poi il piacere".Ma non capisco come gli altri ,cresciuti come me siano riusciti a svincolarsi da questo concetto.Per me verrebbe tutto normale e spontaneo e invece ho questi complessi.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.7k 180
Gentile utente,
non volevo certo mettere in dubbio l'affidabilità della sua famiglia; semmai la propensione al sorriso.
Nella maggior parte dei rapporti col prossimo, il principio "prima il dovere e poi il piacere" c'entra poco; direi che è riservato ai soli rapporti di lavoro.
Rimane il mio suggerimento su una terapia di gruppo indirizzata alle tecniche della comunicazione.
Lei riuscirebbe a sbloccarsi, e si vedrebbe come nello specchio delle parole e delle reazioni degli altri partecipanti, guidati da uno psicologo esperto.
Buone cose.