Una sessualità non serena

Gentile dottore/dottoressa psicologa,
ho più di 40 anni, una situazione sentimentale stabilizzata da quasi 3 anni. Dopo tanta..tanta sofferenza interiore vorrei affrontare un percorso di psicoterapia di indirizzo sessuologico perchè davvero mi sanguina l' anima e spesso sono vicino al pianto; La mia situazione è complessa avendo una vita sessuale discreta, senza fama ne infamia. Ma il bello finisce qui perchè ho diversi problemi andrologici: 1) in pubertà ho sviluppato un pene nella normalità (14 max 15 cm) niente da dire su questo) 2) i testicoli hanno saltato completamente lo sviluppo e presentano un volume pari a quello di un bambino di 11 anni 3) sono quasi completamente sterile dal momento che i miei spermatozoi sono nell' ordine delle decine di migliaia e non centinaia di migliaia 4) dovrò fare un ICSI nella speranza che trovino qualcosa il prossimo esame del seme. Poi: sto andando spedito verso l' azoospermia e i medici mi dicono che devo congelare il seme perchè prima dei 45 anni sarò competamente sterile. Sono completamente dipendente dal Sildenafil (Viagra) a causa di una patologia incurabile e cronica che si chiama fuga venosa. Tale farmaco mi consente prestazioni molto buone ma la mia compagna è ignara del fatto che io lo prenda. E qui si apre un capitolo complesso: già mi pare di udire le Vostre parole: "la mancanza di sincerità nella coppia è assolutamente sbagliata...". Però io vi invito ad attingere non solo alla vostra preparazione accademica ed esperienza clinica che stimo consolidate, ma anche al vostro comune buon senso di uomini e donne: diciamo che una moglie di 50..55 anni sarebbe ben contenta alla notizia che il marito sessantenne usa il viagra ma la mia compagna di anni ne ha 37, e degli uomini che usano il Viagra pensa tutto lo schifo immaginabile, praticamente li vede alla stregua di sub-umani. Ma io sono malato, che colpa ne ho? I problemi si stanno facendo troppo grossi per me ed il cervello mi si sta fondendo in un mare di depressione, ansia e una raccolta di complessi di inferiorità che cresce di giorno in giorno. Confido nel vostro aiuto sia pur telematico.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

comprendo il Suo disappunto, dispiacere, delusione, rabbia:
l'area della sessualità ha alcuni problemi.

In cambio Lei:
ha rapporti sessuali soddisfacenti (sia pure chimicamente assistiti),
potrà effettuare una ICSI (procreazione medicalmente assistita),
ha una relazione affettivamente consolidata.

Veniamo al punto
"..Sono completamente dipendente dal Sildenafil (Viagra) .. ma la mia compagna è ignara del fatto che io lo prenda...".

In una relazione consolidata si può decidere
1. SE dirlo
2. o meno.

Nel primo caso ciò può diventare un "oggetto erotico" in quanto espressione del desiderio;
nel secondo caso conviene utilizzare la molecola attiva per 24-48 ore per non essere schiavi del momento predefinito "ora o mai più".

In ambedue i casi, da mia esperienza clinica, la pillola blu non mette in crisi la relazione.

Piuttosto
a Lei consiglierei un percorso psico-sessuologico, in quanto ci sono tracce di diminuita autostima
come maschio
e come partner.
Questo potrebbe mettere a rischio la relazione,
ma anche il Suo stesso benessere psichico:
"..un mare di depressione, ansia e una raccolta di complessi di inferiorità che cresce di giorno in giorno.."

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
La ringrazio perchè su alcuni punti mi ha davvero rassicurato (pillola blu e coppia). Che ci siano "tracce di diminuita autostima di maschio e partner" è sacrosanta verità e mi stanno distruggendo. Vede..dentro di me si sta annidando il terrore dell' abbandono e quello del tradimento perchè dottoressa io non riesco a spiegarmi una cosa: come può la mia compagna farsi carico di tutti i miei problemi andrologici: performance sessuali non scarse ma discrete..talvolta buone, una paternità (e quindi una maternità per lei) che non mi è stata esclusa ma mi è stato detto che è appesa ad un filo. Lo ammetto dottoressa: io, nonostante la veneranda età, conosco poco la psicologia femminile e vorrei che mi spiegasse questo: come può una donna accettare tutto questo? Io ho continue prove di affetto da parte della mia lei, sembra aver accusato bene il colpo della ICSI, si sta caricando di ormoni e medicine senza batter ciglio: io invece sto sprofondando nella vergogna e in un senso di colpa terribile per tutto questo. Sarò anche stupido e puerile nel mio sentire ma non mi sento più uomo e mi vergogno tanto perchè so essere io la fonte del mare di problemi in cui siamo.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
E' per questo che Le consiglio caldamente un percorso psicologico:
perchè è più accettato dalla Sua compagna che da se stesso!
E questo non fa bene a nessuno dei due.

Ognuno nell'amore porta alcuni doni, quelli che ha.
Se la Sua compagna La apprezza
si vede che
oltre la sessualità
Lei ha altre importanti doti.

Non vada a fondo calcando la mano su quello che Le manca;
la Sua compagna vede il mezzo pieno,
non squalifichi il suo punto di vista.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#4]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
La ringrazio nuovamente per l' interessante discussione e chiudo con alcune domande che Le vorrei porre sul complesso tema del tradimento: io credo che una donna non arriverebbe mai ad esternare all' interno della coppia i problemi andrologici del marito.... per delicatezza nei suoi confronti e per intelligente consapevolezza che il più delle volte essi sono irrisolvibili; penso che il più delle volte il tutto sfoci a distanza di anni in interruzione della relazione con scuse del tipo: "non siamo fatti l' uno per l' altra..prendiamoci una pausa di riflessione etc"..Le sarei grato se Lei mi esprimesse il Suo punto di vista sulla psicologia femminile in merito a questo delicato punto.