Angio rm addome inferiore

Ho effettuato un' angio risonanza diretta dell' addome inferiore per lo studio del circolo venoso, nell'ambito della valutazione di un tia criptogenetico da verosimile embolia paradossa attraverso fop.
Il neurologo ha visto le immagini prima che venissero refertate dal radiolodo e mi ha detto che, nonostante non fosse in grado di valutarle in maniera approfondita, sarebbe stato capace di rilevare alcune alterazioni che ormai riconosce e, nel mio caso, ha riscontrato una sindrome di May- Thurner, condizione che aumenta il rischio di trombosi agli arti inferiori.
Dopo alcuni giorni ho ritirato il referto e il radiologo non accenna minimamente a questa condizione:
ANGIO RM ADDOME INFERIORE *
Esame eseguito modalità diretta.
Motivazione clinica di certa trombosi venosa profonda in FOP.
Pervie la vena cava inferiore, le vene iliache comuni, esterne ed ipogastriche; in
particolare non segni di trombosi endoluminale.

La mia domanda è questa: perché non è stata segnalata questa sindrome? Possibile che per il radiologo non fosse rilevante? Oppure il neurologo ha sbagliato?

Immagino che senza immagini sia difficile rispondere, però mi piacerebbe sapere se normalmente viene refertato un reperto del genere oppure no.

Grazie
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Dr. Casimiro Simonetti Radiologo interventista 337 13 1
Vediamo di fare un briciolo di ordine...
-il dato certo di base, da ciò che Lei scrive, è una nota condizione di Forame Ovale Pervio (FOP: utilizzare acronimi può essere fuorviante, ad esempio FOP è anche l'acronimo di Fibrodisplasia Ossificante Progressiva, che dubito c'entri qualcosa con il Suo caso!)).
-dato certo numero due, un TIA (focolaio ischemico transitorio); che in relazione alla sua tutto sommato giovane età, ha indotto il Collega Neurologo a richiedere tutta una serie di accertamenti, e non soltanto l'esame RM da Lei menzionato (almeno spero!).
-dato non chiaro: ma Lei, oltre alla ischemia transitoria, o presunta tale, ha avuto altri sintomi che potessero far orientare per una trombosi venosa profonda? In caso di risposta affermativa, come facilmente intuibile, i dati riportati e descritti assumono ben altro significato! Cerco di spiegarmi meglio: sulla scorta della sola indagine angio-RM, così come di altre metodiche di Imaging, si può riconoscere una APPARENTE compressione di una vena iliaca (Sindrome di May-Thurner), ma, guarda caso, tale riscontro E' ASINTOMATICO ED OCCASIONALE nella stragrande maggioranza dei casi. Quindi, in assenza di una precisa correlazione con l'anamnesi e la clinica, non si è autorizzati a parlare di condizione patologica. Il fatto che il Collega Neurologo "l'abbia individuata" può voler dire diverse cose: ci troviamo davanti ad un Collega talmente esperto nel campo dell'imaging e di queste patologie in particolare che è in grado di individuare qualcosa sfuggita allo Specialista Radiologo (può capitare, raramente ma può capitare! Io stesso collaboro con alcuni Colleghi che sono autentici "fuoriclasse" nel loro campo, e pertanto abituati a vedere indagini diagnostiche, relative al settore di loro pertinenza, con tale frequenza che sono ormai in grado di valutare gli esami in autonomia! Ma Le assicuro, si tratta di casi rarissimi...); oppure, come dico spesso, "si vede ciò che si vuole vedere", perché ci si lascia prendere da una ipotesi diagnostica (evento parecchio più frequente...).
Personalmente direi che come sempre, ma in particolare nel Suo caso, sarebbe estremamente opportuna una collaborazione, ossia un dialogo, interdisciplinare: laddove si sospetti un quadro clinico ben preciso e sulla base di dati appunto clinici ed anamnestici, lo Specialista Clinico (in questo caso Neurologo) e lo Specialista in Diagnostica per Immagini (ossia il Radiologo) dovrebbero confrontarsi e scambiarsi i dati in loro possesso. Nell'interesse precipuo del Paziente.
Nel Suo caso specifico, infine, sarebbe utile conoscere il parere di un Cardiologo o di un Angiologo e, mi perdoni e non se la prenda a male, anche di un dietologo!

Dr. Casimiro Simonetti
http://www.villastuart.it/i-nostri-medici/dottor-casimiro-simonetti?rq=simonetti

[#2]
dopo
Utente
Utente
Per prima cosa la ringrazio per la risposta.
Cerco di essere più chiara ed esaustiva.
Confermo che stavo parlando di forame ovale pervio.
Sempre in buona salute, una gravidanza a termine senza complicazioni, il primo e unico evento è stato un disturbo neurologico compatibile con un attacco ischemico transitorio: all'arrivo in ospedale i sintomi (paralisi e perdita sensibilità mano sinistra per pochi secondi preceduta da un periodo in cui ho capito di aver perso contatto con la realtà, come una sorta di black out) erano totalmente spariti, tac cranio e risonanza magnetica encefalo con mdc negative, test per difetti della coagulazione negativi, no fattori di rischio cardiovascolari.
Iniziate le indagini è emersa la presenza di forame ovale pervio all' ecocolordoppler transcranico e all' ecocardio transtoracico con test delle microbolle. (Non sono riuscita a fare il transesofageo perché non tollero la sonda).
Ho effettuato visita congiunta con neurologo e cardiologo che hanno richiesto doppler arti inferiori e la suddetta risonanza per la ricerca di fonti di embolia paradossa: entrambe risultate negative. Non ho mai avuto sintomatologia compatibile con trombosi arti inferiori, come riferito ai medici.
Non mi sono stati richiesti altri accertamenti.
Mi è stata consigliata la chiusura con ombrellino, ma ho preso del tempo per farmi visitare da un altro neurologo per avere un secondo parere e chiedere se esistono altre indagini da fare per avere un quadro più completo. Ho anche prenotato un transesofageo in sedazione.
Non mi offendo che mi abbia consigliato il dietologo: non mi era mai stato proposto prima.
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Dr. Casimiro Simonetti Radiologo interventista 337 13 1
Gentile Utente,
penso che il suggerimento formulato (chiusura del forame di Botallo) sia più che corretto.
Per quanto riguarda una più esaustiva indagine diagnostica, in considerazione della da Lei riferita intolleranza alla indagine ecocardiografica trans-esofagea, tenga presente che attualmente esistono accuratissime indagini cardio-RM.
Vista la negatività delle indagini eco-doppler e la assenza di anamnesi clinica di trombosi e/o tromboembolie, per ora lascerei perdere l'ipotesi di trombosi venosa profonda.
Ribadisco la utilità del confronto-colloquio tra Specialista richiedente e Specialista esecutore di indagine diagnostica, soprattutto in casi simili.
Infine, il mio ultimo suggerimento si basa sui dati morfotipici dal Lei riportati (statura/peso/età), in particolare in relazione all'evento clinico che ha portato a questi accertamenti.
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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora per la risposta chiara ed esaustiva