Adenocarcinoma prostatico con focolai di estensione extracapsulare!

Egregi Dottori,
mio padre, di anni 68, faceva periodicamente il controllo del PSA di cui ne riporto la storia con i relativi risultati:
27/02/2003 PSA= 2.90 - 16/11/2004 PSA= 3.97 - 20/10/2005 PSA= 5.80 - 25/03/2006 PSA= 3.97 - 16/02/2007 PSA= 6.1 - 06/04/2006 PSA= 7.1 - 15/05/2007 PSA= 7.1 - 28/06/2007 PSA= 7.6 - 20/08/2007 PSA= 8.2 - 27/10/2007 PSA= 8.2 (quì gli è stato detto di eseguira la biopsia)
In data 08/11/2007 ha effettuato la biopsia il cui esito lo riporto quì di seguito:
DESCRIZIONE:
4)Campione insufficiente per l'allestimento istologico.
1-12) Frammenti agobioptici delle dimensioni variabili di cm 0,4 a cm 1,9.
DIAGNOSI:
1-6) Parenchima prostatico con fibrosi e modificazioni ghiandolari iperplastiche.
6-12) Adenocarcinoma prostatico score di Gleason 6 (3+3) (7-8-9).

29/12/2007 esame scintigrafico e tac entrambe con esito negativo.

31/12/2007 PSA= 7.8

Al che gli è stato indicato di effettuare la prostatectomia radicale con tutte le conseguenze che potevano derivare.

In data 10/01/2008 si è sottoposto all'intervento ed è stato dimesso in data 23/01/2008.

L'esame istologico effettuato in data 11/01/2008 riportava i seguenti risultati:
DESCRIZIONE:
Prostata di cm 5,5x4x3,5.
Vescichette seminali di 2,5x1,5 cm
DIAGNOSI:
Adenocarcinoma prostatico score di Gleason 7 (3+4) interessante entrambi i lobi.
Il lobo destro è interessato per circa il 15% del campione (verso apice e zona intermedia).
Il lobo sinistro è interessato per circa il 20% del campione (verso base) con focolai di estensione extracapsulare.
Margine inchiostrato di exeresi e vescichette seminali indenni.

16/02/2007 PSA= 0,0

in data 19/02/2007 l'urologo gli ha consigliato la radioterapia.

Scusandomi per la lunga esposizione, chiedo cortesemente la Vostra valutazione e Vostri eventuali consigli in merito, in particolare:
Vorrei chiedervi cosa si intende per focolai di estensione extracapsulare, se significa che l'adenocarcinoma si è esteso all'esterno della prostata e quindi c'è pericolo....
Vorrei comunque chiedere il vostro parere sulla necessità di eseguire la radioterapia che gli hanno consigliato considerando che il PSA post-operatorio è 0,0.
Vi ringrazio infinitamente per un Vostro eventuale riscontro.

[#1]
Dr. Giuseppe Quarto Urologo, Andrologo 7k 173 12
caro utente, anche io consocrdo con il suo urologo nel ritenere utile un ciclo di eseguire tale radioterapia, potete nel caso valutare il psa a tre mesi dall'intervento e poi decidere
cordiali saluti
dott. Giuseppe Quarto
www.prevenzioneprostata.com

Dott. Giuseppe Quarto. Urologo andrologo
rep urologia Ist. tumori Napoli fond Pascale
www.andrologo-urologo.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore, la ringrazio per la tempestiva risposta, ma vorrei sapere qualcosa in merito ai focolai di estensione extracapsulare e capire il motivo per il quale si ritiene necessario eseguire la radioterapia nonostante il psa post-operatorio sia 0,0.
In attesa di un Vostro ulteriore riscontro le porgo i miei più cordiali saluti.
[#3]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo utente,
il PSA di 0,0 è un ottimo fattore prognostico nel suo caso, ma a mio parere non sufficiente per dire che è inutile una radioterapia dopo l'intervento. L'extracapsularità, seppur focale della malattia tumorale, rappresenta un fattore di rischio per recidiva locale, premessa per una possibile ripresa sistemica di malattia. Oltretutto il gleason score indica un pattern sommatorio di 7, valore indicante un livello intermedio nella scala dell'aggressività espressa dal tipo cellulare dell'adenocarcinoma della prostata.
Studi hanno dimostrato l'utilità della radioterapia allo scopo di "sterilizzare" il letto operatorio prostatico riducendo il rischio di ripresa di malattia e aumentando la sopravvivenza libera da recidiva biochimica(ripresa del PSA). Inoltre altre esperienze internazionali avrebbero indicato un vantaggio teraputico nell'iniziare la radioterapia entro i 6 mesi dall'intervento, a scopo di completamento(anche con PSA di 0 o indosabile), piuttosto che rimandarlo a quando il PSa sale al di sopra di valori limite(0,2-0,4ng/mL), a scopo di salvataggio. Pertanto concordo anche io sull'iter terapeutico. La radioterapia comunque va fatta in base alla sua decisione. Non è infatti obbligatoria, nè fortemente consigliata. Sicuramente, a mio avviso, clinicamente utile a completare l'intento chirurgico di assoluta radicalizzazione della malattia, anche a livello microscopico.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#4]
dopo
Utente
Utente
Nel ringraziarVi per le pronte risposte al mio quesito, voglio ancora cortesemente chiederVi, qualora nei prossimi mesi il PSA dovesse mantenersi sul valore di 0,00 , se si può pensare di rinviare la radioterapia o addirittura non farla per niente.
In poche parole, se il PSA nel tempo resta ai valori su indicati è una garanzia che il male è stato debellato?
Vi ringrazio con affetto.
[#5]
Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Caro signore facendo seguito a ciò che lei ha correttamente e scrupolosamente riportato posso dirle che anzitutto l'iter seguito è stato assolutamente ineccepibile e del tutto condivisibile.
La gravità della malattia che supera nell'esame istologico definitivo quella della biopsia iniziale, rende necessaria una accurata osservazione dell'andamento successivo all'intervento.
Non è tassativo sottoporre suo padre alla radioterapia neoadiuvante postoperatoria, prima di tutto perchè il psa a 45 gg dall'intervento è azzerato (e questo era l'obiettivo primario dell'intervento che ci si sarebbe dovuti attendere) e poi perchè non ci sono prove della ripresa di malattia, visto che non sono stati fatti altri controlli del psa.
Dunque il primo passo è valutare l'eventuale stazionarietà o variazione del psa nel tempo, con controlli trimestrali. Questo tipo di valutazione offre suffienti margini di sicurezza per poter un domani intervenire con altre forme di terapia (quali la radio, la ormonoterapia) nel momento in cui ci fossero evidenze di ripresa biochimica di malattia (aumento del psa), o di ripresa locale di malattia (sospetto alla visita rettale o comparsa di sorprese all'esame tc della pelvi).
Tuttavia l'eccesso di zelo di alcuni colleghi fa si che molte persone facciano comunque la radioterapia neoadiuvante anche nelle condizioni simili a questa riportata.
Ogni valutazione è del paziente, noi medici possiamo suggerirem non obbligare.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

[#6]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Caro utente,
studi hanno dimostrato un vantaggio del trattamento radiante immediato anche in assenza di segni di ripresa piuttosto che una terapia di salvataggio quando già è certa con una ripresa del PSa.
Quindi si consulti bene con più specialisti(anche un radioterapista oncologo) per avere un quadro chiaro e decidere con competenza.
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