Mi sembra di capire che non abbiamo quasi più nulla in grado di contrastare l'infezione

Buonasera, mia nonna da nove mesi è allettata causa ictus ischemico e da nove mesi ha il catetere vescicale con tutte le problematiche che ne conseguono come le frequenti infezioni alle vie urinarie. Le ultime analisi delle urine hanno rilevato "Escherichia Coli" carica batterica 1.000.000 che abbiamo aggredito con terapia antibiotica (Ciproxin 500mg a rilascio moderato per tre giorni). Ripetendo le analisi purtroppo la carica non si è abbassata, il germe è sempre presente. Questo è il risultato dell'antibiogramma:

Nitrofurantoina Resistente
Ciprofloxacina Resistente
Mezlocillina Resistente
Piperacillina Resistente
Carbenicillina Resistente
Aztreonam Resistente
Amicacina Sensibile
Tobramicina Sensibile
Cefoperazone Resistente
Cefotaxime Resistente
Cefonicid Resistente
Ceftazidime Resistente
Norfloxacina Resistente
Trimethoprim Resistente
Ceftriaxone Resistente

Mi sembra di capire che non abbiamo quasi più nulla in grado di contrastare l'infezione. Poichè la nonna non ha febbre il medico curante ci ha consigliato di non somministrarle nulla e di riservarci quel poco che è rimasto nel caso dovesse salire la temperatura. Chiedo comunque un consiglio, il parere di un urologo in questi casi è sempre prezioso. Possiamo solo assistere inermi e impotenti all'evolvere della situazione o c'è un rimedio almeno per inibire o rallentare la proliferazione dell'infezione? Grazie
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettrice,

il consiglio del suo medico è corretto e condivisibile!

Se non ci sono sintomi in una donna che è allettata ed ha un catetere vescicale in presenza di un microrganismo "comune" che sta diventando resistente a tutte le antibioticoterapie proposte, non si continua con l'uso indiscriminato di antibiotici ma si segue l'evolversi generale del quadro clinico del paziente.

Continuate a seguire le indicazioni ricevute.

Cordiali saluti.

Giovanni Beretta M.D.
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dopo
Utente
Utente
Dottore la ringrazio per la risposta. Ma mi dica, in base alla sua esperienza sul campo, per quanto tempo è possibile "convivere" con questo tipo di infezione? Per il momento come le dicevo è asintomatica, la nonna non manifesta nè febbre nè dolori ma accantonando per un pò gli antibiotici, cosa possiamo fare per tenere a bada questo sgradito ospite? In famiglia siamo scrupolosi nell'igiene quotidiana, facciamo bere molto (almeno 1,5 l di acqua) periodicamente facciamo lavaggi vescicali con acqua fisiologica, stiamo valutando anche l'utilizzo di fermenti lattici per la flora batterica intestinale. Oltre questo cosa possiamo fare?
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettrice,

mi sembra che le manovre che state attuando siano corrette.

Convivere con un microrganismo, come quello da lei indicato, non è complesso se non si ha contemporaneamente una grave sintomatologia.

Nella mia esperienza clinica, maturata anche attraverso il lavoro in una Unità Spinale dove vi erano molte persone che per motivi neurologici portavano cateteri a permanenza oppure dovevano utilizzare dei cateteri ad intermittenza, questo atteggiamento clinico era quello indicato e consigliato.

Cordiali saluti.