Falsi Negativi a causa di Rifamicina ??

Gentili medici Buongiorno,
sono un ragazzo di 31 anni e avrei 2 quesiti da sottoporvi:

1) A seguito di una prostatite (presumibilmente batterica) ho seguito una terapia antibiotica di circa 1 mese (Unidrox per 9 giorni, poi Zetamicin per 6 giorni, poi Bactrim per 12 giorni). Durante la visita l'urologo mi prescrisse anche alcuni esami (urocoltura, spermiocoltura e citologico delle urine) da effettuarsi ad 1 mese di distanza dall'assunzione dell'ultimo antibiotico, per evitare falsi negativi. Bene: ormai il mese è quasi passato, ma oggi mi è stata praticata l'exeresi di un neo (sul pettorale sinistro) e come medicazione mi è stato prescritto RIFOCIN (90 mg/18ml concentrato e solvente per soluzione per uso intralesionale e uso cutaneo) per 2 settimane. Benché ad uso topico la rifamicina è pur sempre un antibiotico, no? Secondo voi posso usarle tranquillamente e fare le colture la prossima settimana senza temere di avere risultati falsati o rischio di avere falsi negativi (e quindi dovere aspettare un altro mese per le colture)?

2) Entrando nel merito più specifico della mia prostatite, invece, i miei sintomi sono stati i seguenti:
febbre a 39 per 2 giorni e poi febbricola per altri 2 + urine maleodoranti + leggero fastidio alla punta del glande (nessun altro sintomo, quindi sul momento ho pensato ad un'influenza e non ho preso nessun provvedimento);
il 5 giorno un primo episodio di ematuria (sangue, ma solo nel mitto terminale) + impellenza urinaria (stile cistite) + fastidio intenso alla punta del glande (pizzicorio, non dolore e non legato alla minzione o all'eiaculazione).
Ho iniziato quindi la terapia con Unidrox, ma 7 giorni dopo ho avuto un nuovo episodio di ematuria con sintomatologia analoga. Quindi l'urologo mi ha prescritto Zetamicin, seguito dal Bactrim (più alcune supposte decongestionanti alla malva per 10 giorni e l'idroterapia).
Come dicevo, da allora è passato ormai 1 mese e le mie urine sono limpide e non ho più avuto episodi di ematuria... però i sintomi non sono mai svaniti del tutto: ciclicamente ritornano (impellenza urinaria e fastidio alla punta del pene). Migliorano con l'attività fisica e peggiorano stando seduto.
Ebbi una sintomatologia del tutto analoga 2 anni e mezzo or sono e anche in quell'occasione ci impiegò molti mesi ad passare del tutto...forse 1 anno, ma poi credevo di esserne uscito. Invece ci sono ricaduto e questa volta mi sembra pure un po' peggio.
A questo punto mi chiedo: devo ritenere di avere una prostatite cronica? Su internet si leggono scenari a dir poco inquietanti, secondo i quali nella stragrande maggioranza dei casi le prostatiti sono già croniche all'insorgenza!!
Nei momenti di riacutizzazione questa sintomatologia è molto fastidiosa e l'dea di doverci convivere a vita ha degli effetti devastanti sul mio umore: cado nello sconforto più totale... e certe volte addirittura nella depressione.

Quali sono le prospettive secondo la vostra esperienza?

Vi ringrazio infinitamente per il vostro impegno
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.2k 1.7k 17
Gentile Signore,
la sua prostatite ha avuto un evidente esordio acuto (febbrile), anche se come ci dice si tratta diuna recidiva a distanza di due anni. Da qui a dire che si sia instaurato un quadro cronico ce ne sta ancora molto, sta di fatto che si siano di nuovo materializzati e coalizzati gli stessi fattori di rischio che sono la causa di questi problemi. Certamente la sintomatologia acuta ha imposto di utilizzare una terapia empirica, quindi noi non sappiamo contro quali agenti infettivi si sia combattuto e nemmeno quanto le "armi" utilizzate potessero essere efficienti. In genere la fase acutissima non tarda a regredire, non così i disturbi collaterali, che tipicamente hanno un'evoluzione molto più lenta.
In quanto alla sua specifica richiesta, la rifampicina utilizzata per contatto agisce solo in modo assolutamente circoscritto, e questo è molto favorevole poiché si tratta di un vecchio antibiotico, efficace ma gravato di qualche effetto collaterale, accettabile solo nella cura di gravi infezioni come la tubercolosi.
Per quanto riguarda la prostatite ancora, ricordi che spesso più dei farmaci, la differenza può essere fatta dalla scrupolosa osservanza dei consigli sullo stile di vita, che il suo urologo le avrà certamente impartito.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
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Utente
Utente
Gentile Dr. Piana,
volevo innanzitutto ringraziarla per la sua risposta così celere ed esaustiva.

Il problema è che quando la sintomatologia si riaffaccia spesso cado preda della paura: per alcune brutte storie di cui ho letto sul web (e mi pento di averlo fatto) ora ho paura che col passare del tempo questi disturbi possano diventare più frequenti e più gravi, fino a cronicizzarsi e a condizionarmi la qualità della vita (penso ad una prostatite durante una trasferta lavorativa o anche solo una vacanza all'estero... come conviene comportarsi? portarsi sempre appresso una scorta di antibiotici? Sapendo comunque che ad ogni episodio acuto fanno seguito mesi di strascichi sintomatologici....)

Le terapie prescrittemi, insieme alle corrette abitudini di vita a cui lei fa riferimento e di cui sono al corrente, possono garantire che un quadro di questo genere non si realizzi? (...mi riferisco al mio timore, forse infondato, di "degenero della patologia")

Ringraziandola ancora per l'attenzione
le auguro un buon fine settimana
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.2k 1.7k 17
Gentile Signore,
sentir parlare di "degenero" ci fa perlopiù pensare al marito della figlia! A parte gli scherzi, lo stesso termine corretto di "degenerazione" ci pare francamente pessimistico ed esagerato in una situazione come la sua che, per quanto fastidiosa, ha comunque un comportamento ed una evoluzione assolutamente benigna. Le terapie ed ancor di più i buoni consigli, qualora seguiti con sufficiente scrupolo certamente possono contribuire ad un miglioramento anche significativo. Purtroppo in medicina non esistono garanzie, quindi bisogna armarsi di santa pazienza ed anche un poco di ottimismo.

Saluti
[#4]
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Utente
Utente
grazie di nuovo per la vostra risposta e scusate: degenero è una locuzione gergale giovanilistica e sta in effetti per degenerazione... ahahah!
nel frattempo la mia vicenda prosegue: gli esiti della spermiocoltura hanno evidenziato la presenza di un E.Coli poliresistente.

Così con l'urologo abbiamo potuto riscrivere un'anamnesi più coerente:

- novembre 2012 primo episodio di emospermia senza altri sintomi (se non lievi algie inguinali); segue terapia con chinolonici (su base empirica) per una settimana

- dopo 1 mese dalla sospensione della terapia e dalla scomparsa dei sintomi l'esame colturale del liquido seminale evidenzia la presenza di un E.Coli poliresistente: in particolare l'antibiogramma riferiva sensibilità unicamente nei confronti dei carbapenemici. Considerata la bassa carica batterica (10000 UFC), l'assenza di sintomi, e la scomodità di un eventuale terapia a base di Imipenem o simli, l'urologo ritenne di non fare nulla

- aprile 2013 (in concomitanza con un periodo di stress emotivo, chissà se c'entra?) inizia la sintomatologia di cui ho già parlato: febbre, urine maleodoranti, poi ematuria (solo nel mitto terminale), impellenza urinaria, intenso fastidio in zona perineale e sulla punta del pene. Segue terapia antibiotica (di nuovo su base empirica) con Unidrox, poi Zetamicin, poi Bactrim per un totale di 1 mese. La fase acuta sembra passare, ma a cicli di 2 o 3 giorni i sintomi si ripresentano diminuendo molto lentamente di intensità.

- Dopo 1 mese dalla sospensione della terapia (e con questi sintomi da prostatite, attenuati e saltuari, ma ancora presenti) l'esame del liquido seminale evidenzia la presenza dello stesso E.Coli di Novembre col medesimo antibiogramma. Il tampone uretrale (tortura medioevale) ne conferma la presenza anche a livello di uretra (e aggiunge anche un stafilococco emolitico).

A questo punto l'urologo decide per una terapia antibiotica mirata: tutti i giorni presso la struttura di DayHospital della mia città mi somministrano una flebo endovena di Ertapenem (Invanz): la terapia è prevista durare 1 mese, quindi fino al 5 agosto.
Seguirà rivalutazione.

Certi giorni sono sereno perchè penso che in fondo i miei sintomi ora sono molto lievi e sono fortunato ad avere una diagnosi e una terapia (data la mia conclamata allergia alle penicilline, la tollerabilità ai carbapenemici non era affatto scontata). Ma altri giorni sono profondamente sconfortato: l'ultima volta l'urologo mi ha detto che questi batteri provengono quasi di sicuro dal mio intestino e che quindi, probabilmente, esiste una patologia soggiacente a livello enterico, fosse anche solo la stitichezza di cui in effetti soffro da sempre (vado di corpo in media 1 volta ogni 3 giorni).
Mi viene quindi da pensare che il mio problema sia davvero tendente al cronico e che l'eradicazione del batterio forse sia pure inutile...anche perchè leggo di certi urologi che nemmeno credono alla possibilità di sterilizzare la prostata...

insomma ho tante domande, ma nessun urologo ha saputo ancora davvero darmi un quadro chiaro della situazione e delle possibili prospettive.

Il punto è che non mi è ancora chiara la serietà/gravità di questa patologia:
secondo alcuni urologi è una patologia benigna a prognosi favorevole che consiste nell'infiammazione/congestione di una banale ghiandola
a detta di altri si tratta di qualcosa in grado di condizionare profondamente la qualità della vita!

In sintesi, credo che il mio attuale urologo mi stia seguendo bene dal punto di vista clinico, ma mi appello a voi per avere una conferma e soprattutto per cercare un sostegno psicologico: io non ho esperienza in questo campo, voi sì: avrete visto molte prostatiti nelle vostra carriera e saprete dirmi se MEDIAMENTE questi problemi si risolvono, oppure devo iniziare fin d'ora ad abituarmi all'idea di dover convivere con questi fastidi (magari a fasi alterne) per sempre o, ancora più importante, se quadri clinici di prostatite a trent'anni tendono a peggiorare con l'avanzare dell'età o piuttosto a rimanere stabili: io non ho una casistica a cui riferirmi e non so cosa devo aspettarmi e certe volte mi è difficile guardare al futuro con con più ottimismo e più fiducia, cosa che invece dovrei impegnarmi a fare...
[#5]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.2k 1.7k 17
Gentile Signore,
tanto è importante la funzione intestinale nel quadro delle infezioni delle vie urinarie, che una certa parte degli specialisti avrebbe concentrato le attenzioni su questo punto ben prima di ricorrere ad antibiotici maggiori. Anche noi nel nostro contributo del 7 Giugno scorso già puntualizzammo l'importanza relativamente maggiore delle abitudini di vita rispetto alla terapia farmacologica. Questo quantomeno ad eccezione delle forme acute, con febbre elevata e grossi disturbi. Se i nostri Colleghi che la stanno seguendo hanno fatto scelte diverse, lo hanno certamente fatto a ragion veduta, disponendo della insostituibile possibilità di conoscerla e poterla visitare direttamente. Segua quindi la terapia consigliata, ma ci raccomandiamo che d'ora in avanti si riservino alla funzione intestinale le massime attenzioni possibili, con eventuale aiuto anche di uno specialista in gastroenterologia.

Saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
la ringrazio molto per la sua consulenza,
purtroppo durante il mio iter diagnostico ho cambiato mio malgrado 3 urologi, ma quest'ultima specialista che mi sta seguendo ora (e con la quale desidererei avere un rapporto continuativo) mi piace molto, mi dà più fiducia dei precedenti e soprattutto mi sembra molto in linea col suo ultimo consiglio, ovvero quello di focalizzare l'attenzione sulla funzionalità intestinale, tant'è che mi ha già anticipato la sua intenzione di sottopormi ad una consulenza da parte del gastroenterologo non appena terminata la terapia antibiotica.
Direi quindi che siamo sulla buona strada, no?

Grazie quindi ancora e scusi se l'ho sommersa di domande... sa, ogni tanto avrei bisogno di calmierare la mia ansia con delle risposte certe, ma so che queste non esistono ...soprattutto vorrei che uno specialista mi dicesse "stai tranquillo: in un modo o nell'altro, prima o poi, la risolviamo :-)"

Buona serata!
e grazie ancora
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