Un calcolo renale di 4-5 mm può causare un’elevata dilatazione uretrale che persegue da 23 giorni ?

Secondo una TAC eseguita 23 giorni risulta un calcolo renale di circa 4 mm allo sbocco con tanto di dilatazione uretrale.
Tre giorni fa e oggi con un ecografia non sono riusciti a trovarlo ma la dilatazione uretrale è rimasta la stessa. Mi chiedo come sia possibile che non riescano più a trovarlo, e pure non credo sia uscito perché non mi sono accorto di nulla.
Mi chiedo se sia possibile che un calcolino da 4 mm mi causi una dilatazione definita enorme e che mi duri più di 3 settimane.
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.7k 1.7k 16
Non ci stupise affatto che un calcolo di 4 mm venga espulso inavvertitamente, cosa che in effetti accadi il almeno la metà dei casi. L'uretra è alemno quattro volte più compiacente dell'uretere e se non vi sono ostacoli il calcolino viene "sparato" alla prima minzione dopo che è finalmente riuscito a passare in vescica. La dilatazione a monte non si riduce immediatamente, ma necesita di tanto più tempo quanto più essa è stata cospicua e prolungata, parliamo dunque di settimane o anche mesi. In questi casi per decidre come comportarsi ci si basa sulla presenza o meno di disturbi. Se lei non avverte più fastidi ci si limita a ripetere un'ulteriore ecografia dopo qualche settimana, anche per valutare la regressione dlla dilatazione. Se invece il fastidio permane importante ed immodificato, spesso si decide comunque di andare a vedere endoscopicamente, spesso trovando il calcolino che l'ecografia non vedeva.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per il chiarimento .
Avevo un’altro dubbio.
Mi hanno detto che per via della dilatazione e dell’ostruzione il rene soffre e in effetti , a seguito degli esami del sangue , risulta Creatinina a 1.86 ( 5 giorni fa , poi 1.68 e infine 1.55 2 giorni fa ).
Mi hanno detto che in attesa dell’espulsione o dello sgonfiamento , per evitare di danneggiare ulteriormente la funzionalità del rene è consigliato eseguire una derivazione urinaria con nefrostomia percutanea.
Data l’invasivita di quest’ultima, mi chiedevo se fosse realmente indispensabile .
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.7k 1.7k 16
La nefrostomia percutanea é da considerare una procedura d’emergenza ed a carattere temporaneo che si attua quando non é possibile, oppure non é prudente, rimuovere l’ostruzione che causa la sofferenza renale. Si effettua ad esempio quando vi sono complicazioni infettive con febbre alta o grave compromissione delle condizioni generali, situazioni in cui non é opportuno procedere con l’intervento endoscopico. Nel suo caso ci pare che i valori della creatinina siano in effetti stati leggermente mossi, ma in via di graduale stabilizzazione, come é lecito attendersi dopo la risoluzione spontanea dell’ostruzione.