Sorveglianza attiva prostata

Buongiorno.
Ho 55 anni e a seguito di un rialzo del PSA nel corso degli anni (da 3, 75 sino a 6 con % libera da 17, 3 a 12, 4) seguito da una ecografia transrettale negativa e 2 risonanze magnetiche a gennaio 2018 (presenza di aree lineari ipointense in T2 in rapporto a prostatite cronica PIRADS2 e due millimetrici foci di restrizione della diffusività iso-ipointensi in T2 che non assumono significativamente il mezzo di contrasto e con indice PIRAD3) e aprile 2019 (Diffusa ipointensità del segnale senza franche lesioni focali nelle sequenze T2 pesate e una classificazione PIRADS2 per probabile prostatite da controllare nel tempo) a maggio 2019 eseguo biopsia con diagnosi di adenocarcinoma acinare Gleason 3+3 (Gruppo grado 1)
L'istologico rileva 5 frustoli interessati da neoplasia: Lobo dx base 15% superficie; dx medio apicale 50% superficie; dx apice 20% superficie; sx medio <5% superficie; sx apice 30% superficie.
Dopo incontro con Gruppo Muldisciplinare e contro il parere dell'urologo opto per una sorveglianza attiva dal giugno 2019
I controlli trimestrali del Psa rilevano 8 e 10, 4%; 7, 16 e 8, 9%; 5, 87 e 11, 4%; 7, 06 e 12, 9%)
A giugno 2019 la Risonanza rileva rispetto ad aprile 2019 prostata diffusamente disomogenea con porzione centrale scarsamente differenziabile da quella perifierica - In T1 focolai iperintensi da residui ematici di biopsia.
nel terzo medio in postero laterale dx focolaio di restrizione della diffusività idrica di 5 mm al quale non corrispondono chiari focolai in T2 ma in tale sede sembra evidenziarsi una lieve bozzatura del profilo
La PET rileva tenue fissazione del radiotracciante a livello della prostata diffusamente (SUVmax apice dx=4, 5) nulla invece nel resto con valutazione complessiva ddi quadro al limite della significatività a livello prostatico.

A gennaio eseguo eco addome che rileva solo prostata con ecostruttura disomogenea e presenza di calcificazioni
In previsione di una rebiopsia eseguo di recente Risonanza di cui sono in attesa di referto e PET che, sia pur con una conclusione analoga a quella dello scorso anno (reperti descritti ai limiti della significatività) rileva la presenza di due aree contigue di iperfissazione del radiofarmaco a livello della porzione basale anteriore di sinistra (SUVmax=5.9 la più laterale; SUVmax=5.4 la mediale) e analogo reperto iperfissante il radiofarmaco a livello della porzione basale posteriore paramediana destra (SUVmax=6.2)
I quesiti: L'ultima PET segnala qualcosa di preoccupante?
La Sorveglianza attiva nel mio caso è consigliabile?
Quale sarà il parametro, reperto che di fatto ne consiglierà l'interruzione rendendo inevitabile l'intervento chirurgico?
Il medico che oggi referterà la RMN si è sorpreso del fatto che sia in sorveglianza attiva in presenza di reperti istologici positivi numerosi e bilaterali: lei cosa ne pensa?
Grazie
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Non possiamo che concordare con il fatto che nella sua condizione non vi siano margini di sicurezza per intraprendere e - soprattutto - proseguire con una strategia di vigile attesa. La diffusione della malattia a molte parti della ghiandola, anche se in forma localizzata e poco aggressiva (Gleason 3+3), diremmo che alla sua età si impongano le indicazioni chirurgico-laparoscopiche.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta. In merito alle aree evidenziate nell'ultima PET cosa ne pensa?
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Diremmo nulla di più di quanto si potesse sospettare. La PET preoperatoria non rientra nelle nostre consuetudini, poiché in questa situazione diremmo che la RMN multiparametrica sia molto più precisa.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie. Attenderò l'esito della RMN e l'aggiornerò
[#5]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno. Ho ricevuto l'esito della RMN che le espongo di seguito
Indagine condotta con tecnica multiparametrica morfologica, DWI, DCE) su apparecchio 3T prima e dopo mdc ev ( Dotarem 0,5 mmol/ml 16 ml).
Confronto con precedente del 25/6/19.
La prostata misura 45x34 mm sul piano assiale e 40 mm su quello sagittale.
Volume circa 32 cc; ultimo PSA del 05/05/20 di 7.06 ug/L ; L/t 12.9%; PSAD: 0.22
La prostata permane diffusamente disomogenea con porzione centrale scarsamente differenziabile da quella
periferica.
L'area di focale restrizione delle diffusività segnalata all'apice dx in sede posterolaterale è lievemente incrementata
( 8 Vs 5 mm) e classificabile come PIRADS 4; permane minimo bulging del profilo ghiandolare.
Concomitano multiple piccole focali iperintensità DWI proiettantesi nella porzione periferica bilateralmente ( di
piccole dimensioni , in parte stabili ed in parte lievemente incrementate e/o comparse; i reperti sono in parte di
significato indeterminato ed in parte di significato sospetto).
Non masse pelviche.
Regolari le vescicole seminali.
Non lesioni focali ossee nell'ambito esaminato.

Mi sembra di capire che non siano state rilevate metastasi, con il carcinoma confinato alla prostata anche se in evoluzione.
Lei cosa ne pensa?
Grazie
[#6]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Abbiamo già espresso il nostro giudizio. Le consigliamo ovviamnte di farsi operare, anche perché i tempi d'attesa non sono brevissimi, soprattutto in questo periodo.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Grazie. Buon lavoro
Tumore alla prostata

Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.

Leggi tutto