Che resistenze alla prevenzione andrologica?

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Stimolato da una New, recentemente aperta sul nostro sito dalla collega ginecologa Vincenza De Falco, mi sono chiesto quale è l'immagine  che noi andrologi, urologi abbiamo o diamo ai nostri uomini giovani e meno giovani.

Oggi la prevenzione uro-andrologica è ancora ai minimi termini e il più delle volte noi osserviamo uomini che arrivano ad una visita presentando un problema clinico già scatenatosi o conclamato ed il nostro compito è spesso quello di fare una diagnosi e poi, quando possibile, impostare una terapia mirata.

A questa situazione si aggiunge poi un altro dato storico importante ed è che non esiste più la leva militare obbligatoria e quindi anche quell' "iniziale" valutazione medica è andata persa.

Altro dato, che interessa soprattutto gli uomini, è che non hanno spesso "pretesti" per chiedere una consulenza che fa prevenzione , non ci sono mestruazioni , perdite , inizio di un discorso contraccettivo, ecc.

Chiedo a tutti i nostri lettori uomini giovani e meno giovani quali sono le loro eventuali "resistenze" a fare  un controllo andrologico od urologico, nell'ambito di un discorso di prevenzione di molte patologie che possono interessare, anche in modo pesante ed importante, la nostra vita.

Per avere altre informazioni su cosa è l'andrologia o l'urologia invio tutti i lettori a consultare anche i MinForma:

Cos'è l'andrologia e chi è l'andrologo

La prevenzione andrologica in età pediatrica e puberale

La menopausa dell'uomo: l'andropausa

 

Data pubblicazione: 09 gennaio 2011 Ultimo aggiornamento: 02 settembre 2011

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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8 commenti

#2
Ex utente
Ex utente

Buongiorno Dottore, sono un uomo di 47 anni anni e volevo dare una mia personalissima interpretazione del motivo per cui sembra che gli uomini siano restii a fare controlli sanitari di tipo urologico o andrologico.Fino a Cartesio la società era in prevalenza "cogitans"...spirituale, e quasi negava i bisogni del corpo; poi si è cominciato a capire che esisteva anche un lato "extensa" materiale..con l'illuminismo si è ribaltato tutto e ora la sociatà si rivela essere quanto più di materiale possa esistere! La prego di scusare questa introduzione ma mi serviva solo per poter giungere al punto da Lei sollecitato. Culturalmente è sempre stata la donna a recarsi dal ginecologo e sin da bambina e concretamente poi con l'adolescenza la ragazza si confronta con tali problematiche. L'uomo ragiona diversamente...non le nego che io alla mia età (ho 47 anni), non sono mai andato da un Suo collega per una visita di controllo urologica e con tutta sincerità, nemmeno spero mai di andarci.Io credo che forse vi è un'eccessiva esagerazione nella sociatà odierna di parlare di prevenzione...si rischia di fare del terrorismo psicologico paventando paure e angoscie. E' certamente giusto "informare"...devo concludere quella che è una mia ripeto del tutto personalissima opinione su una interessantissima questione da Lei posta. Per me andare a sottopormi ad una visita urologica sarebbe fonte di "estremo" imbarazzo sia nel caso il professionista fosse uomo sia nel caso fosse donna (anzi in quel caso sarebbe per me impossibile). Per l'uomo credo che tale tipo di visita sia una specie di attentato alla sua virilità, non parliamo poi di imbarazzantissime e, uso proprio questo termine, umilianti "esplorazioni rettali". Certo la prevenzione è certamente importante però a mio modo di vedere il freno a tale condotta sanitaria da parte mia e credo anche da parte di milti altri uomini, credo risalga in fondo solo a un bisogno di maggiore "spiritualità" che materialità. Vorrei approfondire tale mia opinione ma non voglio dilungarmi correndo poi il rischio di diventare noioso. Caro dottore cordialmente la saluto. Graziano da San Donà di Piave.

#3
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

le sue osservazioni sono molto centrate e colgono il nocciolo del problema culturale del perchè non si può fare seriamente della prevenzione andrologica e mostrano tutta una serie di prospettive, anche "reali" (ad esempio il maschio non presenta tappe o momenti in cui un controllo andrologico è richiesto), e tutta una serie di miti "negativi", come l'esplorazione rettale, che viene vista come momento fondamentale di un controllo andrologico quando invece questo è un momento "particolare" e limitato ed indicato solo quando si vuole valutare alcune patologie specifiche, importanti ma non le sole.

Infatti, qui dobbiamo dirlo, l'esplorazione rettale non è una manovra clinica che viene sempre fatta, soprattutto quando si inizia ad impostare una valutazione clinica legata ad una normale prevenzione andrologica od urologica.

#8
Dr.ssa Paola Scalco
Dr.ssa Paola Scalco

Mi permetto di aggiungere la segnalazione al sito www.amicoandrologo.it dedicato ai ragazzi (io ne suggerisco la visita negli incontri di educazione sessuale nelle scuole), ma sicuramente molto utile anche a tanti maschietti più grandicelli...

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