Rinite allergica cause diagnosi disturbi.

La rinite allergica

n.verna
Dr. Nicola Verna Allergologo

La rinite allergica è una malattia infiammatoria del naso di cui soffrono milioni di persone in tutto il mondo. I sintomi sono scatenati dagli allergeni (pollini e acari i più frequenti) e sono prurito e ostruzione nasale, sgocciolamento e starnuti. Vediamo come fare la diagnosi, quali sono i disturbi correlati e le terapie disponibili.

Cos'è la rinite allergica?

La rinite allergica è una comune patologia respiratoria, una malattia infiammatoria del naso di cui soffrono milioni di persone in tutto il mondo.

Quali sono i sintomi?

I sintomi più comuni della rinite allergica sono:

In alcune persone tali sintomi sono accompagnati da mal di testa, riduzione del senso dell’odore e sintomi oculari (come l’eccessiva lacrimazione, il prurito e l’arrossamento degli occhi). 

Cosa provoca la rinite allergica?

I sintomi sono, di solito, scatenati dagli allergeni. Questi possono essere allergeni outdoor come i pollini di graminacee che vengono inalati quando si va fuori nei campi o si dorme con la finestra della camera da letto aperta, oppure indoor come gli acari della polvere che sono presenti negli edifici caldi e umidi in tutto l’anno. In molti pazienti che soffrono di questa forma di allergia i sintomi sono aggravati dagli irritanti come l’aria fredda, il fumo di tabacco o gli odori forti come i profumi. 

Le riniti allergiche sono tutte uguali?

Le riniti allergiche possono presentarsi in momenti diversi dell’anno. Gli stessi sintomi possono essere scatenati ad un’ampia varietà di allergeni inclusi i pollini, gli acari, le muffe e gli allergeni di cane e gatto.

I pollini

Nelle zone a clima temperato, i pollini sono la causa più comune di rinite allergica. Malgrado la credenza popolare, i pollini allergizzanti più importanti non derivano da piante con fiori colorati e profumati o dai "pioppi" ma, da alberi e fiori scarsamente appariscenti come quelli delle graminacee ed "erbacce" infestanti che vengono impollinate dal vento. I pollini hanno delle stagionalità distinte in relazione alle specie di piante da cui provengono e la localizzazione geografica; essi, pertanto, causano allergie stagionali che prevedono periodi di benessere nel resto dell’anno. A ogni modo, in molti paesi tropicali, i pollini sono presenti tutto l’anno e, quindi, causano sintomi perenni.

Gli acari

L’acaro della polvere è un altro comune allergene che causa la rinite allergica. Il Dermatophagoides pteronissinus, la specie più comune, cresce meglio in ambienti caldi ed umidi (con temperature comprese tra i 20-25 °C ed una umidità relativa del 70-80%). Dato che l’acaro della polvere è presente tutto l’anno, i sintomi da esso causati tendono ad essere persistenti ma, alcuni pazienti osservano un peggioramento in primavera e durante l’autunno quando l’umidità e la temperatura sono ideali per la sua crescita. Le particelle di allergene dell’acaro, essendo molto più piccole dei pollini (circa 3 mm di diametro) vengono filtrate con maggiore difficoltà da naso e si depositano nei bronchi causando rinite e asma.

Per approfondire:Ambiente e allergia: gli allergeni più comuni

Diagnosi

Come fare la diagnosi di rinite allergica?

Ci sono tre momenti diagnostici principali per la diagnosi di rinite allergica:

  • la presenza di sintomi suggestivi,
  • l’esame del naso,
  • l’identificazione dell’allergene.

La diagnosi è suggerita per prima cosa dai sintomi che il paziente descrive. L’ostruzione nasale, lo sgocciolamente di tipo acquoso, il prurito e gli starnuti sono i principali sintomi lamentati dai pazienti ma, essi non sono necessariamente tutti presenti contemporaneamente nella stessa persona. Ad ogni modo, per avere un quadro completo dell’intero problema è necessario porre alcune domande specifiche. Un’altra cosa importante da ricordare è che la rinite allergica, spesso, coesiste con altre malattie allergiche come la congiuntivite allergica, l’asma o problemi cutanei di natura allergica (dermatite atopica) e, quindi, bisogna porre domande sulla possibile presenza di sintomi associati.

Il passo successivo è l’esame del naso (rinoscopia). La superficie esterna che quella interna del naso devono essere attentamente esaminate insieme agli occhi, le orecchie, il torace e la cute al fine di scoprire se esistano altre malattie allergiche associate e mettere in luce altre possibili malattie sommerse.

Mentre la storia clinica e l’esame generale possono suggerire la rinite allergica, il coinvolgimento di uno specifico allergene richiede dei test di conferma. Nei pazienti con rinite allergica stagionale gli allergeni sono facilmente intuibili dalla storia del paziente. Nei casi di rinite persistente tale supposizioni divengono più difficili ed il ricorso ai test allergometrici si rende ancor più necessario.

Per approfondire:Cos'è il prick-test?

Reazione allergica e iperreattività nasale

Perché il naso chiuso?

In individui geneticamente predisposti (atopici), il sistema immunitario "monta" la risposta allergica in risposta all’esposizione agli allergeni. In questi individui, gli enzimi presenti nei granuli pollinici o le stesse particelle degli acari della polvere digeriscono le giunzioni tra le cellule epiteliali della mucosa nasale e guadagnano l’ingresso ai tessuti sottostanti dove vengono riconosciuti dal sistema immunitario come invasori estranei (allergeni).

Durante la fase di sensibilizzazione, che non produce alcun sintomo, il sistema immunitario risponde producendo anticorpi specifici, chiamati IgE (gli anticorpi dell’allergia), contro questi allergeni. Questi anticorpi si legano successivamente alle mast-cellule "armandole" in caso di nuovo incontro di tali cellule con gli allergeni.

La susseguente esposizione allo stesso allergene provoca l’insorgenza di tutti i sintomi della rinite allergica. L’allergene interagisce con l’IgE legata sulle mast-cellule presenti nella mucosa nasale causando, in queste ultime, il rilascio di grandi quantità di istamina nei tessuti circostanti.

L’istamina stimola i recettori H1 per l’istamina che a loro volta provocano i seguenti effetti:

  • Vasodilatazione delle arteriole locali; 
  • Produzione di grandi quantità di secreazioni mucose acquose da parte delle cellule caliciformi e delle ghiandole mucose;
  • Attivazione delle terminazioni nervose che provocano la sensazione del prurito e gli starnuti;
  • Essudazione del plasma e l’edema che contribuiscono all’ostruzione nasale. 

Inoltre, la produzione di neuropeptidi ed altre sostanze infiammatorie durante i riflessi nervosi sensoriali induce la dilatazione dei vasi venosi di capacitanza presenti nella mucosa nasale che rappresenta la componente più importante della congestione nasale.

Perché il naso può diventare più sensibile?

Il fenomento dell’iperreattività nasale (sensibilità a odori forti come i profumi, cambiamenti di temperatura, bevande alcoliche, inquinamento atmosferico ecc.) è causato dall’infiammazione allergica. Una delle conseguenze dell’attivazione e della degranulazione delle mastcellule nella rinite allergica è l’influsso sulle cellule infiammatorie come i neutrofili e gli eosinofili presenti nella mucosa nasale.

In particolare, gli eosinofili contengono una varietà di sostanze chimiche tossiche in grado di danneggiare in maniera locallizzata l’ambiente circostante. Nel naso, i nervi iniziano a produrre diversi stimoli che provocano gli starnuti in risposta a stimoli che di solito non provocano problemi ed aumentano la congestione nasale mediata dai riflessi nervosi. Un appropriato trattamento con steroidi nasali ed antistaminici riduce sia l’infiammazione allergica che il fenomeno dell’iperreattività nasale.

Nelle forme di rinite allergica più severa e prolungata, l’infiammazione allergica all’interno del naso è presente anche in assenza di sintomi. Questa è la ragione principale dell’abbandono delle vecchia classificazione delle riniti allergiche in "perenni" e "stagionali" e l’adozione della nuova classificazione che distingue forme in "intermittenti" e "persistenti", in base alla durata ed alla gravità dei sintomi ed al peggioramento della qualità della vita. Nei pazienti con rinite allergica persistente, si rende necessaria una terapia a lungo termine con antistaminici e corticosteroidi in grado di controllare sia i sintomi acuti che l’infiammazione allergica.

Complicanze e altri disturbi

Che disturbi può portare la rinite allergica?

Alcuni pazienti e, a volte, anche i medici tendono a considerare la rinite come un disturbo di poco conto. Molti pazienti che ne soffrono, invece, hanno opinioni ben diverse! Molti hanno disturbi del sonno a causa della difficoltà che hanno nel respirare attraverso il naso durante la notte. Ciò, in aggiunta agli altri sintomi di rinite, rende ancora più difficile svolgere le normali attività durante il giorno ed avere una vita di relazione normale. 

La rinite, oltre ad essere responsabile, da sola, di una riduzione della qualità della vita, può anche essere associata o far precipitare altre condizioni come l’asma, l’otite media, la sinusite o la poliposi nasale. Per questa ragione, la rinite allergica andrebbe vista come un problema di salute importante che può avere gravi ripercussioni sulla qualità della vita del paziente. In termini economici, un suo adeguato trattamento rappresenta senza dubbio un risparmio economico ragguardevole per il singolo paziente e per la collettività rispetto al rincorrere le malattie e delle complicanze derivanti dal mancato trattamento.

Per approfondire:Complicanze della rinite allergica

Perché la rinite allergica si associa ad altre condizioni?

Perché il naso è così importante?

Sapevate che, attraverso il nostro naso, ogni giorno passano dai 10.000 ai 20.000 litri di aria diretta ai polmoni e che il naso gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento dello stato di salute? La filtrazione ed il condizionamento dell’aria che respiriamo sono due tra le più importanti funzioni di quest’organo. L’aria che respiriamo può contenere particelle potenzialmente dannose come i granuli pollinici o altri allergeni, particelle di polvere e/o microbi che possono danneggiare la mucosa bronchiale fino a raggiungere il polmone. Le particelle di dimensioni superiori ai 5-10 mm sono filtrate via durante il loro passaggio attraverso il naso. Negli individui atopici, gli allergeni presenti sulla superficie dei granuli pollinici o degli acari della polvere causano la rinite allergica quando vengono a contatto con la mucosa nasale.

Anche l’aria fredda e secca può avere conseguenze dannose sulla normale funzione delle basse vie respiratorie, soprattutto nelle persone asmatiche. Perciò, uno dei compiti più importanti del naso è il riscaldamento e l’umidificazione dell’aria; ad esempio durante una passeggiata in inverno con temperatura esterna di 0 °C, l’aria vie sia umidificata che riscaldata a 25 °C nel suo passaggio attraverso il naso.

È chiaro, quindi, che il naso deve essere considerato uno dei guardiani più importanti del nostro corpo: è la nostra via di respirazione naturale; il respirare attraverso il naso piuttosto che attraverso la bocca è essenziale per proteggere in nostri polmoni da aggressori esterni e mantenere la normale funzione della vie respiratorie più basse. Ogni volta che la respirazione nasale è impedita, come nel caso della rinite allergica, si avranno conseguenze negative su tutto il resto del nostro sistema respiratorio, soprattutto se è presente anche l’asma.

Per approfondire:Le interazioni tra rinite e pneumopatie

Rinite e altre malattie: asma, otite, sinusite

Che relazione esiste tra rinite allergica ed asma?

Molti pazienti con rinite allergica stagionale hanno anche tosse, respiro sibilante e hanno difficoltà respiratorie quando la conta pollinica è alta. Durante l’attacco di rinite allergica, il naso si ostruisce ed il paziente respira attravero la bocca. Quindi i granuli pollini non vengono più intrappolati dalla mucosa nasale ma, riescono a raggiungere l’albero bronchiale dove scatenano una risposta molto simile a quella che si osserva in un attacco di asma.

In realtà, non si tratta di una vera e propria asma in quanto, malgrado ci siano evidenze di infiammazione della mucosa bronchiale, il rimodellamento dei bronchi che caratterizza l’asma vero è, di solito, assente ed i sintomi scompaiono alla fine della stagione pollinica. In pazienti con disturbi lievi, l’aggiunta dei broncodilatori inalatori a breve durata di azione alla regolare terapia della rinite riesce di solito a controllare i sintomi. In quei pazienti che hanno attacchi più gravi e più frequenti può essere necessario il ricorso a corticosteroidi per via inalatoria.

Sebbene sia vero che la maggior parte dei pazienti con rinite allergica stagionale non abbiano una vera asma, è anche vero che circa l’80% dei pazienti asmatici ha una concomitante rinite allergica. In questi pazienti un controllo non ottimale della rinite allergica può avere effetti peggiorativi sui sintomi respiratori delle più basse vie respiratorie. Questo è il motivo per cui, quando coesistono asma e rinite, entrambi le malattie dovrebbero ricevere una uguale attenzione e si deve effettuare un corretto trattamento di entrambi per raggiungere risultati migliori e più duraturi.

Le implicazioni della rinite allergica nella sinusite, nell’otite e nella poliposi nasale

Quando l’infiammazione delle rinite allergica è particolarmente intensa e prolungata, essa può coinvolgere anche i seni paranasali. Questi sono quattro paia di cavità situate nelle ossa del cranio. Esse sono rivestite da uno strato epiteliale che deriva dalla mucosa nasale e comunicano con il naso attraverso orifizi molto piccoli che permettono l’ingresso e l’uscita di aria e secrezioni.

La rinite allergica provoca l’infiammazione e la congestione della mucosa nasale con restringimento degli orifizi impedendo la ventilazione ed il drenaggio dei seni. Il risultato è che le secrezioni dei seni ristagnano e si ispessiscono aggravando l’ostruzione degli osti e l’infiammazione della mucosa. Nei casi più gravi, i seni diventano delle cavità isolate che rappresentano un ottimo terreno per la crescita di batteri opportunisti e funghi provocando infezioni acute. I pazienti percepiscono questi eventi come un sensazione di pressione o dolore punturio nella zona sovrastante il seno infetto, uno scolo mucoso spesso e appiccicoso nel faringe (post-nasal-drip). Quest’ultimo, a sua volta, può provocare mal di gola e tosse, spesso più evidenti durante la notte e, se si aggiunge una sovrinfezione batterica, può comparire anche la febbre.

Eventi simili accadono nell’orecchio medio e sono responsabili, insieme all’ipertrofia adenoidea, dell’elevata incidenza di otiti medie nei bambini con rinite allergica. L’infiammazione e la congestione della mucosa nasale possono estersi anche all’orecchio medio mediante la tuba di Eustachio portando ad un ristagno di secrezioni e favorendo la colonizzazione batterica dell’orecchio medio.

La poliposi nasale si accompagna spesso alla rinite allergica e all’asma. Essi non sono l’espressione diretta dell’atopia, ma di una infezione cronica delle vie respiratorie. Essi sono anche frequenti nei pazienti con rinite, asma ed ipersensibilità all’aspirina (Sindrome di Samter-Widal) e può avere un impatto negativo sui sintomi sia della rinite che dell’asma.

Per approfondire:Allergia e sinusite

Fattori di rischio

La più elevata incidenza della rinite allergica ai giorni nostri sembra conseguenza delle migliorata condizioni di vita (ipotesi igienica).

Dagli studi condotti negli ultimi anni sui possibili legami tra i fattori ambientali e le malattie allergiche, sono stati individuati alcuni possibili fattori favorenti. Tra essi si annoverano i cambiamenti di stile di vita, l’aumentata esposizione agli allergeni, l’inquinamento, gli irritanti atmosferici (fumo, gas, etc.), modificazioni della dieta, lo stress e la diminuzione delle infezioni.

L’ultimo fattore citato ha fatto sorgere la cosiddetta "ipotesi igienica". Per capire tale concetto è necessario sapere che il sistema immunitario ha due tipi di linfociti T:

  • i linfociti Th1 che controllano l’immunità cellulo-mediata incluse le risposte di rigetto ai tessuti estranei;
  • i linfociti Th2 che controllano le risposte mediate dagli anticorpi incluse le allergie.

Entrambi queste popolazioni di linfociti sono necessarie per una difesa immunitaria efficace e, nel soggetto sano, esiste un equilibrio tra le loro azioni. Ad ogni modo, durante la gravidanza, per evitare che la madre rigetti il proprio feto e viceversa, il sistema immunitario predilige delle risposte di tipo Th2. L’ipotesi igienica prende le mosse dalla considerazione che dopo la nascita, l’eposizione di un neonato alle infezioni fa maturare il sistema immunitario attivando la sua capacità di montare le risposte Th1-mediate.

A causa della ridotta esposizione alle infezioni derivante dalla riduzione del numero di persone che compongono i nuclei familiari, la più limitata esposizione agli animali e i più alti standard generali di pulizia, attualmente ci sono molti meno stimoli per il sistema immunitario a sviluppare risposte Th1-mediate. Di conseguenza, le risposte Th2-mediate rimangono quelle predominanti e i bambini sono più soggetti alle allergie.

Cure possibili

Come si cura la rinite allergica?

Purtroppo non esiste una terapia definitiva, ma i moderni trattamenti per la rinite allergica consentono di condurre una vita perfettamente normale. I pazienti devono prendere coscienza che la loro è una malattia cronica e che devono rispettare le prescrizioni mediche per ottenere una sostanziosa riduzione dei sintomi e delle possibili complicanze.

La gestione della rinite allergica è una compito complesso che non comprende solo la semplice prescrizione di farmaci. L’evitamento degli allergeni e degli altri fattori favorenti non è una misura farmacologica, ma è molto importante nel piano generale di gestione. Trascurando questi aspetti si possono osservare dei fallimenti del trattamento anche se sono stati prescritti i farmaci migliori.

Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, sono disponibili diversi tipi di farmaci per la gestione della rinite allergica: i più comuni sono gli antistaminici, i corticosteroidi nasali ed i decongestionanti. Ognuno di questi farmaci ha un diverso meccanismo di azione ed ha uno specifico ruolo nello schema generale di gestione. Oltre alla terapia farmacologica, un’altra opzione da prendere in considerazione è l’immunoterapia specifica.

Un aspetto importante da non sottovalutare per ottenere dei risultati soddisfacenti dalla terapia a lungo termine è quello di non trascurare il trattamento delle condizioni associate o correlate, come la congiuntivite allergica, la sinusite o l’asma, qualunque sia la causa.

Per approfondire:Come prepararsi alla visita dall'allergologo

Rinite allergica e antistaminici

Gli antistaminici H1 sono farmaci che prevengono le azioni dell’istamina sul recettore H1 per l’istamina e sono farmaci di prima linea nel trattamento della rinite allergica. La maggior parte dei sintomi lamentati dai pazienti con rinite allergica, quali gli starnuti, il prurito nasale e lo sgocciolamento del naso, sono promossi soprattutto dall’istamina. Di conseguenza, questi sintomi sono efficacemente contrastati dal trattamento antistaminico.

L’ostruzione nasale, il quarto sintomo spesso lamentato, risente di meno degli antistaminici in quanto dipende da meccanismi molto più complessi. Gli antistaminici sono anche molto efficaci nel ridurre il prurito, il rigonfiamento e l’eccessiva lacrimazione a livello oculare nel pazienti con concomitante congiuntivite allergica.

Una caratteristica importante degli antistaminici di nuova generazione è che essi hanno anche una discreta azione antiinfiammatoria. Malgrado tale azione non sia così potente come quella esplicata dai corticosteroidi, l’utilizzo continuativo di tali farmaci consente una sostanziale riduzione delle dosi degli stessi corticosteroidi. Gli effetti degli antistaminici si osservano dopo un certo periodo di tempo. Questo è il motivo per il quale un trattamento continuativo a lungo termine con questi farmaci è più vantaggioso di trattamenti al bisogno.

Come funzionano i corticosteroidi nasali?

I corticosteroidi sono composti con un ampio spettro di proprietà antiinfiammatorie e vengono usati per ridurre l’infiammazione allergica. Per il trattamento della rinite allergica, si usano soprattutto corticosteroidi nasali topici in quanto tali formulazioni riducono gli effetti collaterali di tali farmaci.

Anche se sono efficaci nel ridurre tutti i sintomi della rinite allergica, i corticosteroidi non sono utilizzati come terapia di prima linea e sono riservati soprattutto ai pazienti in cui i sintomi, soprattutto l’ostruzione nasale e l’iperreattività verso gli agenti irritanti, sono più severi. Questo di solito accade nelle riniti allergiche severe in cui l’infiltrato infiammatorio allergico è più prominente e la riduzione dell’infiammazione richiede farmaci con potente azione antiinfiammatoria.

Le proprietà antiinfiammatorie dei corticosteroidi sono basate sulla loro capacità di ridurre la produzione di una vasta gamma di mediatori pro-infiammatori. Di conseguenza, essi riducono l’accumulo nella mucosa nasale di cellule pro-infiammatorie come gli eosinofili e le mastcellule. Inoltre, essi riducono l’attivazione degli eosinofili e dei linfociti T nel sito dell’infiammazione. Ad ogni modo, essi non sono in grado di ridurre la degranulazione mastocitaria. I loro effetti benefici sui sintomi mediati dall’istamina deriva dalla riduzione del numero delle mastcellule che avviene solo dopo alcune settimane di trattamento. Questo è il motivo per cui i corticosteroidi non vengono impiegati come trattamento di prima linea durante un attacco allergico acuto.

I corticosteroidi nasali sono di solito efficaci anche nei casi più gravi e la resistenza ai corticosteroidi è eccezionale. Se si osserva un fallimento del trattamento con questi farmaci, bisogna sospettare una mancata compliace o una scarsa tecnica da parte del paziente nell’uso di tali farmaci.

Rinite allergica e decongestionanti

L’ostruzione nasale può essere il sintomo più fastidioso della rinite allergica causando disturbi del sonno e non perfetta ossigenazione dell’aria inspirata. Essi, a loro volta, sono responsabili della riduzione dell’attenzione e della capacità di concentrarsi, della difficoltà nell’alimentazione e nella percezione dell’odori. Questo è il motivo per cui l’utilizzo dei decongestionanti è così diffuso tra coloro che soffrono di rinite allergica.

I decongestionanti sono composti vasocostrittori che agiscono provocando la contrazione della muscolatura liscia delle arteriole nasali e dei vasi venosi di capacitanza che, tutti insieme, sono i maggiori responsabili dell’ostruzione nasale.

Esiscono due tipi di formulazione, quella nasale (o topica) e quella orale.

I vasocostrittori nasali topici causano un miglioramento significativo e rapido dell’ostruzione nasale. Essi, però, non forniscono un effetto a lungo termine in quanto agiscono solo sui sintomi e non hanno effetto sull’infiammazione allergica che è la causa principale dell’ostruzione nasale. Se vengono utilizzati per periodi prolungati, essi provocano una vasodilatazione di rimbalzo con conseguente riesacerbazione dell’ostruzione (rinite medicamentosa). A causa di tali limiti, i decongenstionati nasali sono raccomandati solo come terapia adiuvante nei pazienti con ostruzione nasale severa. Per tali pazienti dovrebbero essere prescritti brevi cicli (7-10 giorni) di vasocostrittori topici all’inizio del loro trattamento, fino a quando gli effetti antiinfiammatori degli antistaminici e dei corticosteroidi cominciano ad essere efficaci.

I decongestionanti orali hanno un effetto meno potente sull’ostruzione rispetto ai decongenstionati nasali, ma non causano vasodilatazione di rimbalzo. Essi, però possono avere un più ampio spettro di effetti collaterali come l’insonnia, il nervosismo, il dolore di testa, la tachicardia ed un aumento della pressione arteriosa. Tali effetti li rendono inutilizzabili per molti pazienti come quelli con malattie cardiache, glaucoma e malattie psichiatiche, negli anziani, nelle donne in gravidanza, e nei bambini al di sotto in un anno di età.

L'immunoterapia specifica

L'immunoterapia specifica consiste nella somministrazione di quantitativi progressivamente crescenti di un estratto allergenico a pazienti dimostratamente allergici i cui sintomi siano correlabili in maniera preponderante all’allergene somministrato. I pazienti che si sottopongono a immunoterapia sviluppano tolleranza verso l’allergene e, di conseguenza, l’infiammazione allergica nell’organo affetto viene ridotta in maniera sostanziale. Dato che tale trattamento è rivolto verso il principale difetto immunologico responsabile dello sviluppo delle allergie, l’immunoterapia ha una caratteristica unica rispetto agli altri trattamenti, ovvero quella di essere l’unica terapia in grado di alterare il corso naturale della malattia con effetti che si mantegono per molti anni anche dopo la sospensione della terapia stessa.

È stato dimostrato che l’immunoterapia è molto efficace nel trattare le forme di rinite allergica. È di solito associata a una importante riduzione sia dei sintomi sia dell’utilizzo degli altri farmaci. Inoltre, previene la sensibilizzazione verso nuovi allergeni in molti pazienti e lo sviluppo di asma: questi, purtroppo, sono eventi molto molto frequenti nei pazienti affetti da rinite allergica.

L’immunoterapia per iniezioni sottocutanea è stato il primo trattamento immunoterapico immesso sul mercato ed è il meglio conosciuto in termini di efficacia. È, purtroppo, gravata dalla possibilità di effetti collaterali legati soprattutto alla tecnica di somministrazione. Quando essa viene praticata da medici o da personale paramedico specificatamente addestrato e sotto osservazione medica, l’incidenza di tali reazioni si riduce sensibilmente. Se da un lato, basse dosi di allergene sono inefficaci, dall’altro, alte dosi possono provocare, a volte, delle reazioni locali di modesta entità e durata. In casi più rari sono possibili anche reazioni sistemiche come un grave broncospasmo in pazienti con asma concomitante o in casi, ancor più rari, anche anafilassi. Come per l’immunoterapia specifica per via orale, per avere effetti duraturi, sono necessari dai tre ai cinque anni di trattamento.

L’immunoterapia specifica per via sublinguale è di più recente introduzione sul mercato ed ha un alto profilo di sicurezza in termini di minore incidenza di reazioni indesiderate. Il raggiungimento di alte dosi di allergene obbliga però a schemi di somministrazione quotidiana, a giorni alterni o, al massimo, settimanali. Sono ancora in corso studi di confronto sull’efficacia rispetto all’immunoterapia sottocutanea.

Data pubblicazione: 02 giugno 2010 Ultimo aggiornamento: 02 maggio 2022

Autore

n.verna
Dr. Nicola Verna Allergologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1996 presso Università di Chieti.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Pescara tesserino n° 3184.

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