Eiaculazione precoce diagnosi cura.

Quando il rapporto finisce troppo presto (eiaculazione precoce)

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Cos'è l'eiaculazione precoce? Le complesse fasi dell'eiaculazione, i possibili disturbi che possono insorgere e le loro cause. Come curare il problema con farmaci o con il trattamento psicologico.

Cosa sono i disturbi dell'eiaculazione?

I disordini dell'eiaculazione si possono così classificare in 2 modi: quelli dovuti ad una ipereccitabilità e quelli legati ad un deficit di produzione o di espulsione.

I disordini dovuti all'ipereccitabilità

Alla prima categoria appartengono le disfunzioni eiaculatorie più comuni: l'eiaculazione precoce ne è l'esempio clinico classico.

Le cause possono essere diverse:

  • psicologiche (da eccessiva stimolazione di origine corticale),
  • urologiche (da stimoli patologici legati a lesioni irritative o infiammatorie dell'uretra prostatica),
  • neurologiche (da eccessiva stimolazione periferica o da diminuita inibizione del sistema nervoso centrale)

I disordini da deficit di produzione o espulsione

Alla seconda categoria appartengono tutti i disturbi dell'eiaculazione legati a un deficit di produzione del liquido seminale o a una sua mancata espulsione. Un deficit di produzione può essere dovuto a cause locali quali l'assenza congenita delle vescicole seminali, a cause ormonali o a cause farmacologiche.

Un deficit di espulsione può essere dovuto a cause:

  • psicologiche,
  • locali (incompetenza del collo vescicale),
  • neurologiche (post-traumatiche, dopo intervento chirurgico),
  • farmacologiche.

Guarda il video: 3 domande sull'eiaculazione precoce

Cos'è l'eiaculazione precoce?

L'eiaculazione precoce è da molti autori considerata il disordine sessuale più frequente nell'uomo. In una indagine compiuta alcuni anni fa dal nostro Centro, in cui sono state intervistate 1500 coppie a caso, non “selezionate”, emergeva come questo problema fosse presente in circa il 20.7 per cento degli uomini intervistati.

Un più recente studio epidemiologico statunitense calcola addirittura che circa il 40 per cento degli uomini con età inferiore ai quaranta anni lamenta questo disturbo sessuale.

Masters e Johnson definiscono come eiaculatore precoce l'uomo che non può controllare, durante la penetrazione vaginale, il proprio riflesso eiaculatorio e che non riesce a soddisfare la partner in almeno il 50% dei rapporti sessuali.

La Kaplan invece sceglie come criterio per definire l'eiaculazione precoce l'assenza di un controllo volontario del riflesso eiaculatorio, con il risultato di raggiungere molto rapidamente l'orgasmo, una volta ottenuto un certo grado di eccitazione.

Le fasi dell'eiaculazione

Per comprendere cosa si intende per eiaculazione precoce è necessario sapere che, da un punto di vista neurofisiologico, l'eiaculazione è senza dubbio nella risposta sessuale l'evento più complesso e si può schematicamente dividere in tre fasi.

La prima (emissione) è caratterizzata dalle contrazioni della muscolatura liscia degli epididimi e dei deferenti che spingono gli spermatozoi attraverso i dotti eiaculatori nell'uretra prostatica. Queste sono seguite dalle contrazioni delle vescicole seminali.

La seconda fase è invece caratterizzata dalle contrazioni muscolari che interessano l'uretra posteriore e che servono a "spremere" le secrezioni di provenienza prostatica.

Tutto questo è associato alla chiusura del collo vescicale, così da impedire un reflusso retrogrado in vescica del liquido seminale quando si verificano le intermittenti e ritmiche contrazioni dei muscoli bulbo-spongiosi e del piano perineale durante la terza ed ultima fase: quella della eiaculazione vera e propria.

Queste tre fasi sono sotto il controllo di un centro situato nel sistema nervoso centrale che regola i meccanismi riflessi dell'evento eiaculatorio.

Per approfondire:Eiaculazione precoce: 7 fattori scatenanti

Come fare la diagnosi di eiaculazione precoce?

In passato l'eiaculazione precoce è stata considerata come un problema sostanzialmente di natura psicologica. Secondo acquisizioni neurofisiologiche recenti si ritiene oggi che questa disfunzione non sia solo la manifestazione di un disturbo dell'apprendimento, ma che ci sia anche una alterazione organica.

Indagini sui potenziali evocati sacrali, attraverso la stimolazione elettrica del nervo dorsale del pene, hanno mostrato come l'ampiezza della risposta elettromiografica a livello del piano perineale è significativamente più alta nei pazienti che lamentano questo disturbo rispetto a un gruppo di controllo.

La presenza di una eiaculazione precoce potrebbe così essere legata o a un aumentato input sensoriale dai genitali o a un deficit di inibizione degli interneuroni a livello del centro sacrale midollare.

Ulteriori valutazioni condotte sui potenziali evocati, attraverso la stimolazione del nervo pudendo, hanno confermato una più ampia rappresentazione corticale degli stimoli sensoriali a partenza dall'area genitale in un gruppo di pazienti con eiaculazione precoce.

Un altro fattore spesso dimenticato, quando ci si trova di fronte a un paziente che lamenta eiaculazione precoce, è la presenza di una lesione irritativa o infiammatoria dell'uretra prostatica. Attenti esami colturali sulle urine, sul secreto prostatico e sul liquido seminale possono, soprattutto nelle eiaculazioni precoci secondarie, offrire un elemento diagnostico decisivo.

Per approfondire:L'eiaculazione ritardata

Come si cura l'eiaculazione precoce?

Il campo della terapia delle disfunzioni sessuali si è sviluppato in modo particolare negli ultimi decenni ed è ormai caratterizzato da una serie di approcci terapeutici che si diversificano sia per i mezzi d'intervento che per la modalità di approccio che per gli obiettivi che si prefiggono.

Fino a pochi anni fa il discorso terapeutico era praticamente esaurito con l'intervento psicologico e la psicoanalisi; oggi, insieme alle nuove terapie sessuali, costituite da tecniche comportamentali integrate, trovano un loro spazio i trattamenti farmacologici.

Per approfondire:Come affrontare i disturbi dell'eiaculazione

Approccio farmacologico

Già in precedenza erano stati utilizzati, nel trattamento dell'eiaculazione precoce, farmaci che riducevano il controllo del sistema nervoso autonomo e tra questi ricordiamo gli antidepressivi triciclici e le fenotiazine, che agiscono controllando il sistema nervoso simpatico e quindi rallentando il primo stadio dell'evento eiaculatorio.

Le attuali considerazioni di natura neurologica nell'eiaculazione precoce primitiva e in assenza di flogosi delle vie seminali hanno spinto ad utilizzare in questi pazienti dei farmaci alfa-litici.

È di frequente osservazione come l'utilizzo di questi farmaci porti facilmente ad avere eiaculazioni con ridotto volume di liquido seminale od aneiaculazioni. I farmaci alfa-litici agiscono attraverso un meccanismo che blocca i recettori adrenergici a livello della muscolatura liscia dell'apparato genito-sessuale e quindi le sue contrazioni.

Sul fronte farmacologico parliamo della Dapoxetina. È questa una sostanza che agisce sempre a livello del sistema nervoso centrale alzando i livelli di serotonina, un importante "freno naturale" dell'eiaculazione. L'assunzione è al bisogno, con tutte le “problematiche psicologiche” che questo può scatenare, almeno un'ora prima del rapporto. Gli effetti collaterali sono minimi e sembrano limitarsi ad una occasionale nausea.

L'aiuto farmacologico permette di restituire a questi pazienti quella sicurezza così importante anche per la riuscita di altre strategie terapeutiche.

Approccio psicologico

Non deve sorprendere che in una cultura come la nostra l'eiaculazione precoce sia un problema in costante aumento.. Facilmente si può osservare come la difficoltà nel controllo eiaculatorio è associata alla presenza di ansia, stress.

Si crea un circolo vizioso del tipo: eiaculazione precoce, prestazione ansiosa, eiaculazione precoce, che alimenta automaticamente il disturbo sessuale.

All'inizio la donna manifesta comprensione e fornisce un supporto psicologico al partner eiaculatore precoce. Questo atteggiamento può aiutare e, in alcuni casi, risolvere il sintomo. L'uomo, guadagnando in confidenza e familiarità con un partner rassicurante, arriva a migliorare sostanzialmente la qualità del proprio controllo. Se il problema però persiste e la donna è lasciata continuamente in una situazione di frustrazione, il suo incoraggiamento iniziale spesso si trasforma in aggressività. Questo comporta per l'uomo effetti negativi come l'aumento dell'ansia e la sensazione di inadeguatezza.

Per la psicoanalisi l'eiaculazione precoce è un sintomo nevrotico. In sostanza l'eiaculatore precoce ha sentimenti ostili ed aggressivi nei confronti della donna. La rapidità è il risultato dell'intenzione inconscia di contaminare la donna e di privarla del piacere sessuale. In questa ottica l'eiaculazione precoce viene affrontata con l'intento di risolvere il conflitto inconscio che ne è alla base.

Alcuni psicoterapeuti hanno formulato l'ipotesi che la genesi dell'eiaculazione precoce sia dovuta ad interazioni negative prodotte all'interno della coppia. Per Helen Kaplan, la nota sessuologia americana il feedback sensoriale costituisce un elemento essenziale nell'apprendimento del controllo su tutte le funzioni riflesse; le cause psicologiche dell'eiaculazione precoce variano da paziente a paziente: traumi sofferti nella prima infanzia, precedenti esperienze traumatiche, situazione di coppia conflittuale.

Le attuali terapie sessuali si differenziano, generalmente fra di loro per i fruitori della cura. Alcuni indirizzi terapeutici sono rivolti al trattamento del solo individuo (terapie individuali), mentre altri prendono in considerazione sempre e soltanto la coppia (terapie di coppia) mentre altri ancora sono indirizzati verso il gruppo familiare. Ognuna di queste terapie può ulteriormente differenziarsi al suo interno per il riferimento a principi teorici diversi e a modelli terapeutici particolari.

Generalmente la prima prescrizione che viene fatta alla coppia è quella di astenersi completamente da ogni rapporto sessuale. L'eiaculatore precoce di solito la infrange ansioso com'è di verificare continuamente il recupero del controllo della sua eiaculazione. La seconda prescrizione è quella di suggerire alla coppia ad impegnarsi in giochi erotici limitati ad ottenere un'erezione. Viene consigliato al maschio di focalizzare la sua attenzione esclusivamente sulle sue sensazioni. Gli si raccomanda di non prestare eccessiva attenzione al partner e di non permettere che pensieri "fuorvianti" lo distraggano dalle sue sensazioni erotiche. Superata questa prima tappa si introduce la tecnica della "compressione", detta anche dello stop-start. La donna inizia a stimolare il partner. Appena il maschio avverte la sensazione pre-eiaculatoria deve chiedere alla donna di fermarsi; dopo alcuni secondi si riparte, fino alla successiva sensazione di inevitabilità eiaculatoria.

Con questa tecnica si ottiene alla fine una aumentata capacità di controllo dell'eiaculazione e un positivo coinvolgimento psicologico della partner. Si cerca pure di modificare i ruoli all'interno della coppia e di sviluppare maggiormente la comunicazione sessuale. Al partner viene richiesta molta collaborazione e un atteggiamento rassicurante.

È importante dare all'uomo il "permesso" di ignorare all'inizio i bisogni del partner, in modo da liberare il maschio da ogni preoccupazione e quindi permettere di focalizzare la sua attenzione sulle proprie sensazioni.

Per approfondire:Eiaculazione precoce: problema di coppia

Su un versante diverso si colloca l'intervento terapeutico psicoanalitico per il quale il sintomo non è l'oggetto della cura, ma solo il pretesto che rimanda ad un conflitto radicato ad un livello più profondo dove sta la vera causa. La psicoanalisi ha avuto un'importanza essenziale nello studio della sessualità umana e a questa disciplina va il merito di aver dato numerose nozioni fondamentali alla moderna sessuologia clinica.

A questo proposito un posto particolare occupa la terapia introdotta da Wilhelm Reich.

Dall'incontro delle tecniche reichiane con quelle della Gestalt Therapie e con quelle derivate dai modelli della teoria della comunicazione elaborata per gli psicotici è nato un approccio terapeutico complesso che alcuni hanno indicato con l'appellativo di "modello californiano", in quanto è stato applicato inizialmente soprattutto da alcuni Centri della California, in particolare dall'Università di San Francisco. Qui nel rapporto con il paziente è privilegiata la comunicazione sensoriale. La verbalizzazione (il parlare) non avviene che in un secondo tempo, e a volte è completamente trascurata.

Molta attenzione è posta sull'ambiente e sull'atmosfera: ad esempio terapeuti e pazienti sono seduti su enormi cuscini e si chiamano per nome. Le tecniche impiegate per migliorare la comunicazione corporea all'interno della coppia sono diverse: si va da consigli molto semplici, ai massaggi non erotici, al gioco del "massacro" (una battaglia-gioco fatta con bastoni di caucciù), al gioco dei ruoli.

È stata anche proposta infine una tecnica utilizzata anche in altre patologie urologiche quali l'incontinenza urinaria e alcune forme di vaginismo. Questa viene definita anche fisiochinesiterapia del piano perineale e si basa su esercizi capaci di rifocalizzare l'attenzione del paziente sulla muscolatura pelvica e sui muscoli bulbo-spongioso e bulbo-cavernoso fondamentali per una buona risposta sessuale.

I risultati sono promettenti soprattutto se questa tecnica viene integrata e combinata con altre terapie. La fisiochinesiterapia del piano perineale con il suo effetto suggestivo e rilassante porta a rivalutare la propria "area genitale" e a recuperare positivamente la propria sessualità.

Cosa fare in caso di eiaculazione precoce?

Sappiamo che il trattamento di questa disfunzione ha previsto per diverso tempo l'utilizzo di tecniche empiriche, tese a diminuire il livello di eccitamento e delle sensazioni sessuali. Queste tecniche includevano l'utilizzo di preservativi, l'applicazione di pomate o spray contenenti sostanze anestetiche, il consiglio ai pazienti di concentrarsi su altri pensieri e non sulla attività sessuale. L'utilizzo di farmaci antidepressivi o alfa-litici che moderano il sistema nervoso simpatico responsabile dell'evento eiaculatorio è risultato utile soprattutto se supportato da altre tecniche. La psicoanalisi ha invece la sua indicazione nelle problematiche psicologiche più complesse e profonde. Da non dimenticare la fisiochinesiterapia del piano perineale ultima nata, ma che può essere utile nel rieducare la muscolatura interessata nell'eiaculazione.

Due sono i metodi oggi ritenuti più efficaci:

  • il primo è quello della compressione proposto dai sessuologi Masters e Johnson;
  • il secondo consiste in una tecnica abbastanza simile chiamata stop and start individuata per la prima volta dall'urologo Semans e rivalutata dalla sessuologa Helen Kaplan.

La tecnica in sostanza prevede che l'uomo raggiunga l'erezione; a questo punto si sdraia sulla schiena e cerca di concentrarsi sulle sensazioni che prova mentre è stimolato. Quando l'uomo si sente vicino al piacere orgasmico, deve dire al partner di fermarsi.

Quando "l'urgenza eiaculatoria" cessa, l'uomo invita il partner a riprendere la stimolazione per poi fermarsi ancora quando si ripresenta una eccessiva "intensità di piacere"; questo viene ripetuto quattro o cinque volte.

Dopo aver raggiunto un buon controllo con la stimolazione manuale, si passa a fare lo stesso esercizio con l'utilizzo di creme od altro per ottenere una lubrificazione che simuli l'ambiente vaginale. Successivamente si passa alla penetrazione continuando ad applicare la tecnica di interrompere, per quattro - cinque volte, il rapporto al "momento critico".

Se esiste una base organica (infiammatoria o neurologica) la terapia deve essere mirata su queste cause e quindi l’utilizzo, dopo una attenta valutazione diagnostica, di antibiotici e/o antinfiammatori o antidepressivi o alfa litici.

Per approfondire:10 consigli per mantenere la tua erezione

Data pubblicazione: 03 giugno 2011 Ultimo aggiornamento: 23 marzo 2023

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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