“Da chi vado?” Come scegliere un andrologo di riferimento

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Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo

Chi è l'Andrologo? Quale è l'Andrologo che fa al caso mio? Breve vademecum per chi ha un problema sessuale o riproduttivo per comprendere come muoversi per trovare lo Specialista più appropriato.

Ho deciso di scrivere questo contributo perché dopo quasi due decenni in cui mi dedico in maniera pressoché esclusiva all’Andrologia mi capita spesso che l’uomo che varca per la prima volta la porta del mio studio sia molto a disagio: è arrivato dopo lunghe ricerche al mio nominativo, non sa se io sia la persona giusta per il suo problema specifico, ha avuto molte difficoltà a poter avere un confronto con altri (amici, medici, conoscenti) sulla mia persona, non di rado ha avuto esperienze non soddisfacenti con altri Colleghi, e a volte giunge per una seconda opinione.

Penso che possa essere utile a chi ha un problema che ritiene di competenza “Andrologica” comprendere come muoversi per trovare lo Specialista più appropriato.

Quelle che seguono sono considerazioni del tutto personali, derivanti dalla mia esperienza di anni nel settore, e non hanno la pretesa di essere verità assolute; altri validi Colleghi potrebbero avere in coscienza visioni in parte o in toto diverse dalle mie.

Vedi elenco Andrologi

Il settore Andrologico ha delle peculiarità uniche rispetto ad altre aree mediche: l’uomo che ha un problema – soprattutto se si tratta di un problema sessuale, ma talora anche nel caso di problematica riproduttiva – ha spesso desiderio di riservatezza: non ne parla con amici e conoscenti.

Non ha pertanto la possibilità di un confronto, viene così meno anche la possibilità di informazioni raccolte mediante il “passaparola”. Capita di essere a disagio anche all’idea di parlarne con il proprio medico di famiglia, o perché “è anche il medico di mia moglie” o perché “è una donna”, o anche perché “ci conosciamo da anni ed è quasi un amico…”.

Altre volte si cerca volutamente uno Specialista geograficamente distante per motivi di riservatezza. Inoltre in ambito Andrologico non ci sono associazioni pazienti, come capita ad esempio nel caso dei Diabetici o Cardiopatici: manca quindi un “gruppo” di riferimento a cui chiedere, con cui confrontarsi.

L’uomo si sente solo con il proprio problema, e la maggior parte delle volte si rivolge al Web, cercando su Internet chi sia lo specialista più adeguato per il proprio problema. Ma entrando nel mondo della rete si rischia di perdersi in un mare di informazioni, non sempre facili da valutare e “gerarchizzare”.

Spero che quanto seguirà possa contribuire ad aiutare a muoversi chi si trova in questa situazione.

 

Il ruolo del Medico di Medicina Generale

Per prima cosa se si pensa di avere un problema andrologico, cioè sessuale o riproduttivo, raccomando caldamente di fare il possibile per parlarne inizialmente con il proprio medico di famiglia.

A volte può trattarsi di un falso problema, ed un semplice colloquio, meglio ancora se accompagnato da una visita, può essere sufficiente per chiarire ogni dubbio. Alcuni esempi: perplessità su appropriatezza delle dimensioni dei propri genitali, di adeguata scopertura del glande, di frenulo breve.

Se dalla valutazione del medico di famiglia emerge effettivamente un problema meritevole di una valutazione specialistica Andrologica può essere lo stesso medico di medicina generale a suggerire una struttura Andrologica o uno Specialista sul territorio.

A questo punto si può richiedere una valutazione tramite il Sistema Sanitario Nazionale, o come spesso accade si può cercare un Andrologo in ambito libero-professionale, principalmente per avere un referente unico con cui instaurare un percorso che porti alla soluzione del proprio problema, o talora per bypassare eccessivi tempi di attesa offerti dalla sanità pubblica.

 

Chi è l’ Andrologo?

Il primo aspetto che si dovrebbe considerare a questo punto è: chi si può fregiare del titolo di Andrologo? Questa non è una domanda oziosa, in quanto attualmente in Italia non c’è una scuola di specializzazione in Andrologia.

Esiste comunque una risposta precisa, fornita dal Consiglio Universitario Nazionale del M.I.U.R. (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca): si definisce come ANDROLOGO un UROLOGO con competenze Andrologiche o un ENDOCRINOLOGO con competenze Andrologiche, fermo restando che la qualifica di Andrologo va attribuita ai medici specialisti in Andrologia ed ai medici specialisti in Endocrinologia ed Urologia con Indirizzo Andrologico attive fino a quando la normativa nazionale lo ha consentito.

La Società italiana di Andrologia ha recentemente istituito una “Certificazione Andrologica”, rilasciata a Specialisti di settore a fronte di superamento di un test che verifica e attesta il possesso di requisiti di conoscenze ed abilità specifiche.

Quindi occorre innanzitutto riferirsi a Specialista con caratteristiche formative che soddisfino le definizioni di Andrologo appena esposte.

Il problema specifico suggerirà poi se sia più opportuno ricercare un Andrologo di estrazione Urologica o Endocrinologica.

Se un iniziale problema sessuale o riproduttivo può essere trattato egregiamente da un qualsiasi Andrologo, laddove si profili invece la necessità di percorsi chirurgici (difficoltà di erezione che non risponde a farmaci, grave curvatura peniena, assenza di spermatozoi nello sperma tale da richiedere tecniche di recupero, etc.), inevitabilmente sarà opportuno orientarsi su un Andrologo di estrazione Urologica.

Parimenti, in casi dove alterazioni ormonali sono alla base della problematica (calo del desiderio sostenuto da bassi livelli di testosterone o alti livelli di prolattina, infertilità sostenuta da bassa produzione ormonale da parte della ghiandola ipofisi, etc.) è più appropriato rivolgersi ad Andrologo di estrazione Endocrinologica.

A questo punto sappiamo chi è l’Andrologo, abbiamo capito la differenza tra Andrologo di estrazione Urologica ed Endocrinologica, ma come muoverci per capire a quale specifico Andrologo rivolgerci? Torniamo al Web, oggigiorno diventato il riferimento principale per chi cerca questo tipo di professionista.

Esistono vari criteri per effettuare una preliminare valutazione anche via Internet su chi sia l’ Andrologo giusto.

 

La visibilità sul web
Chi compare ai primi posti nella ricerca sul web probabilmente è il miglior professionista”.
Questa affermazione non è assolutamente detto sia vera: la visibilità maggiore è soprattutto il risultato dell’investimento che il singolo professionista ha fatto nella promozione della propria immagine, ma non traduce necessariamente lo spessore professionale del Medico specifico. Nelle ricerche su Google ai primi posti si trovano siti con il termine “Ann” evidenziato, che sta per “annuncio a pagamento”: chi più paga più è visibile.

 

La “web reputation”

Un criterio comunemente usato è la cosiddetta “web reputation”, cioè le opinioni di pazienti che si rinvengono in rete su specifici Specialisti.

Qui ritengo che iniziamo a cogliere degli aspetti qualificanti i singoli professionisti, in quanto le opinioni dei pazienti sono inevitabilmente importanti: rappresentano il giudizio che l’utente finale dà del complesso della prestazione che ha ricevuto. Personalmente ritengo che anche la valutazione della “web reputation” abbia anche un limite importante: l’opinione dell’utente rispecchia sicuramente l’interazione “umana” medico-paziente, ma non necessariamente la professionalità e competenza della consulenza ricevuta.

E’ assolutamente vero che l’Andrologia ha a che fare con aspetti molto privati e riservati delle persone, e che la capacità di comunicazione e di empatia dello Specialista è un momento importante in quest’ambito, oserei dire doveroso. 

Ma non può essere l’unico aspetto critico; decisamente è quello “che si vede” e “che si percepisce”, ma oltre la modalità di interazione medico-paziente c’è dell’altro.

 

Il “Curriculum Vitae”: andare oltre la web reputation

Le caratteristiche che determinano la preparazione e competenza dello specifico professionista sono costituite da vari aspetti, valutabili dall’analisi del “Curriculum Vitae” (o “CV”), oggigiorno praticamente sempre disponibile nelle pagine web dei siti professionali dei singoli specialisti.

In merito ai diversi aspetti del CV (percorso formativo, attività clinica svolta, aggiornamento, attività scientifica) desidero soffermarmi su alcune aree che ritengo particolarmente importanti:

  • percorso formativo: da valutare se oltre ai requisiti minimi (specializzazione in Urologia, in Endocrinologia o Andrologia) vi siano ulteriori titoli o attestati, derivanti da percorsi specifici svolti in Italia o all’estero. Ciò proprio perché l’Andrologia in Italia oggi non è una branca specialistica istituzionalizzata, con cioè un iter strutturato, per cui diventa importante costruirsi una propria formazione specifica con percorsi “ad hoc”;

  • attività scientifica (pubblicazioni, presentazioni a Congressi, capitoli in libri, eccetera). Va enfatizzato che la produzione scientifica non è aspetto esclusivo di Medici in ambito di carriera universitaria, ma che anche Medici ospedalieri e libero-professionisti di fatto possono arricchire la Comunità Scientifica con loro contributi. In tal senso l’attività scientifica riconosciuta di maggior pregio è la pubblicazione di articoli originali in riviste scientifiche, in particolare se a diffusione internazionale (in Inglese). All’articolo originale seguono, per pregio: capitoli in libri, presentazioni in ambito di Congressi medici Internazionali o Italiani, relazioni ad invito.

  • Infine: grado di aggiornamento del curriculum. Un CV aggiornato che riporta anche dati recenti suggerisce la figura di uno Specialista che investe tempo ed energie in un continuo aggiornamento scientifico e professionale, rispetto a chi ha dati... “datati”.

 

La Seconda Opinione: un DIRITTO del paziente

Desidero concludere questo mio contributo considerando che, pur avendo fatto il massimo per selezionare l’Andrologo più valido per il proprio problema, può capitare di uscire dalla visita con l’ “amaro in bocca”, con cioè la percezione che lo Specialista consultato avrebbe potuto capire, e fare, di più e/o meglio.

In questo caso va tenuta in considerazione la possibilità di una “seconda opinione” presso altro Specialista: è assolutamente importante infatti che chi affronta un percorso Andrologico, soprattutto se articolato o con la prospettiva anche di chirurgia, lo faccia nella massima serenità, certo di essere nelle mani migliori.

 

Spero di esservi stato d’aiuto, e… buon Andrologo!

 

Per approfondire:

Data pubblicazione: 02 febbraio 2019

Autore

e.pescatori
Dr. Edoardo Pescatori Urologo, Andrologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1986 presso Padova.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Modena tesserino n° 5182.

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