Patologia andrologica ed inquinamento ambientale: la sindrome da disgenesia testicolare

giorgiocavallini
Dr. Giorgio Cavallini Iscritto decedutoChirurgo generale, Andrologo, Urologo

La sindrome da disgenesia testicolare caratterizzata da infertilità, la neoplasia del testicolo, mancata discesa dei testicoli nello scroto e lo sbocco anomalo del canale uretrale. Questa patologia sembra essere dovuta a fattori razziali e ad inquinamento.

Definizione

La sindrome da disgenesia testicolare è stata identificata del tutto recentemente medianti studi epidemiologici che hanno indicato che la salute riproduttiva del maschio è decaduta negli ultimi anni: la qualità dell’ eiaculato (intesa come concentrazione, motilità e morfologia spermatica) è peggiorata, la neoplasia del testicolo, il criptorchidismo (mancata discesa dei testicoli nello scroto) e l’ ipospadia (lo sbocco anomalo del canale uretrale) sono aumentate nelle popolazioni Europee e di ceppo Europeo.

Epidemiologia

Questa tendenza al peggioramento è in relazione all’ anno di nascita: i pazienti delle coorti più vecchie hanno una migliore salute riproduttiva dei soggetti più giovani. Le ragioni sono ignote, ma la rapidità del cambiamento chiama in causa fenomeni ambientali si sospettano composti chimici ad azione endocrino-simile/endocrino-clastica (che simulano l’ azione di ormoni). Si sostiene che questi composti, attraverso una azione diretta sulle cellule di Sertoli (cellule che inducono la maturazione degli spermatozoi) e/o di Leydig (cellule che producono il testosterone), porterebbe ad alterazione della differenziazione delle cellule da cui origininano gli spermatozoi. Si è individuato che alcuni di questi composti (ftalati) alterano lo sviluppo del testicolo e dei suoi annessi.

La sindrome da disgenesia testicolare ha diversa prevalenza a seconda delle regioni: maggiore in Danimarca, seguita da Francia, Scozia ed infine Finlandia. Ricerche specifiche nel campo non sono state fatte in Italia, ma alla fine degli anni 90 si è evidenziato un calo della qualità del seme, pertanto è possibile che la sindrome da disgenesia testicolare interessi anche noi. In un primo momento queste differenze sono state spiegate con diversi livelli di inquinamento ambientale, e successivamente con una interazione fra fattori genetici ed ambientali.

Modelli sperimentali

Per quanto la sindrome da disgenesia testicolare possa essere riprodotta sperimentalmente nel ratto mediante la somministrazione di ftalati, fino a non molti anni fa non vi erano evidenze che i mammiferi potessero essere affetti spontaneamente da tale sindrome, il che poteva dare adito a dubbi sul fatto che tale patologia esistesse realmente. Recentemente, però, si sono trovati due modelli spontanei di tale sindrome, che tendono a confermarne l’ esistenza.

In tutto il nord America è diffuso il cervo dalla coda nera, ma solo negli esemplari presenti nell’ isola di Kodiak (Alaska) esiste sindrome analoga a disgenesia testicolare. In maniera analoga il puma è diffuso in tutto il nord ed il centro america, ma solo il puma della Florida risulta essere affetto dalla sindrome da disgenesia testicolare. Oltre a fattori di consanguineità degli esemplari (vale a dire fattori genetici), in entrambi i casi si è invocate una responsabilità di fattori ambientali.

Conclusioni

Pertanto, caro lettore, sii egoista col cervello: quando bruci plastica o getti l’olio esausto dell’ auto danneggi te ed i tuoi figli, e non danneggi poco.

Data pubblicazione: 03 giugno 2010

Autore

giorgiocavallini
Dr. Giorgio Cavallini Iscritto decedutoChirurgo generale, Andrologo, Urologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso Università di Ferrara.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Ferrara tesserino n° 2266.

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