Le Balanosi fai da te farsi male in buona fede

Attentati e attentatori del pene umano: situazioni ancora non patologiche ma in procinto di diventarlo

Il termine Balanosi viene dalla trasposizione, al maschile, di Vaginosi ovvero di situazioni al limite inferiore della patologia che affliggono la vagina senza ancora essere degne della dizione di Vaginite.

 

Premessa introduttiva

Igiene è un termine di origine greca che significa “sano”. Scorrendo la storia della salute umana degli ultimi 70 anni è indubbio che molti vantaggi (leggi minor incidenza di malattie) sono derivati dalla diffusione dell’abitudine di lavarsi che, per la verità, era nota almeno dal tempo degli Antichi Romani ma poi si era persa nei secoli bui che erano seguiti.
I Romani avevano l’acqua calda ma non conoscevano il sapone per cui usavano grattare via lo sporco con uno strumento apposito (lo strigile) e poi erano soliti darsi una oliata più o meno profumata.

Poco si sa su chi ha inventato il sapone ma sta di fatto che la semplicissima formula: cenere, grassi animali e/o vegetali, calore dà luogo ad una reazione di saponificazione per cui si crea un materiale solido che si scioglie in acqua ed è in grado di allontanare quanto si accumula sulla pelle e sugli abiti consentendo quella minima misura igienica che rende sopportabile la presenza di altri a distanza di sistema olfattivo.

Dopo la seconda guerra mondiale la richiesta di sapone superò le capacità di fabbricazione per l’insufficiente quantità prodotta di grassi a ciò dedicabili. Furono inventati i tensioattivi ovvero sostanze in grado di fare lo stesso lavoro del sapone, ovviamente molto più potenti e decisamente più inquinanti. La potenza detergente dei tensioattivi è molta di più del vecchio sapone, costano infinitamente meno in materia prima (petrolio), e, scaricati normalmente nell’ambiente, stanno inquinando in funzione di una attività xeno estrogenica di cui poco si parla ma che sarà responsabile di molte ginecomastie maschili e pubertà precoci isosessuali.

Un altro fenomeno, oramai storico, è stata la ricerca di sostanze che diminuissero ulteriormente la capacità di formazione di odori sgradevoli che sono a base di disinfettanti in grado di bloccare la fermentazione batterica responsabile del fenomeno.Tutte queste sostanze, associate a quelle di natura più o meno simile e comunque irritanti rilasciate anche, per esempio, dai tessuti colorati degli indumenti intimi, sono in gran parte responsabili del forte aumento delle irritazioni dei genitali maschili e femminili cui stiamo assistendo da almeno un decennio a questa parte.

Siamo ai danni da troppa Igiene? No, l’igiene di per sé stessa è sacrosanta, il problema, come si è visto, nasce dalla scarsa conoscenza della potenza dei detergenti e dal fatto che la sorveglianza legislativa in questo ambito è minima.

 

Gli antibiotici

Gli antibiotici hanno il merito di aver praticamente debellato molte malattie infettive, quelle trasmesse da batteri. La corsa alla ricerca di antivirali (i virus e i batteri sono entrambi veicoli, spesso, di malattie) è ancora in corso e lungi dal finire.

La potenza dell’antibiotico è tale per cui la malattia infettiva, se colta sul nascere, viene stroncata prima che si manifestino le complicazioni che porterebbero a morte. Raro è diventato vedere, per esempio, una polmonite soprattutto perché al primo mal di gola, che non è un segno di polmonite, il paziente reagisce, in accordo o meno col medico, assumendo antibiotici.

Questo atteggiamento ha portato ad un luogo comune erroneo che, grosso modo, recita: io sono sano se non ho addosso batteri o virus. E’ sbagliato di fondo poiché i batteri non si vedono e, insieme ai funghi e ai virus, ce li abbiamo sempre appresso e ci viviamo insieme. Quando, per qualche motivo, i germi (nome che accomuna batteri, virus e funghi) che sono in equilibrio con noi (è una sorta di tregua armata) aumentano e trovano insufficienti le difese immunitarie naturali ecco che si stabilisce la malattia. Molte di queste malattie infettive non sono mortali ma quando la pelle è nostra non stiamo certo a verificare se è vero.

A livello di pene (e vagina, ma codesta la lasciamo ai ginecologi), la cura del mal di gola fa un curioso effetto: gli antibiotici non sono capaci di distinguere i germi per cui eliminano tutti quelli che incontrano che siano sensibili a tale farmaco non solo in gola ma dappertutto. Quelli resistenti, appunto, resistono e quelli immuni perché magari sono semplici funghi, anche. Batteri e funghi che abitano i genitali sono in equilibrio tra loro perchè, disponendo dello stesso desco, non hanno risorse per espandersi tanto da far danni.
Se però, per il mal di gola cui sopra disturbiamo tale equilibrio, ecco che raddoppiamo alimenti per i funghi i quali aumentano in quantità e, per questo, estrinsecano la loro capacità di far ammalare la parte. La cosa va sotto il nome di Dismicrobismo jatrogeno.

 

Le sostanze chimiche

Viviamo in un ambiente inquinato, non è un luogo comune, è un dato di fatto.
L’inquinamento è dato dalla presenza nell’ambiente di un notevole numero di sostanze gettate dall’uomo senza essersi chiesto prima se quanto stava facendo si sarebbe prima o poi rivelato un pericoloso azzardo. Un esempio è il DDT che, nel dopoguerra, è stato usato per contenere le aggressioni dei parassiti sulle coltivazioni. Dopo una ventina d’anni è stato vietato perché ci si è accorti che era tossico. A tutt’oggi lo troviamo nell’acqua dei pozzi e continuiamo a berlo.

L’elenco delle sostanze che possono dare irritazione alla pelle e le mucose è lunghissimo, non le conosciamo nemmeno tutte. Quelle che sono meglio conosciute e, spesso, ricercate in caso di allergie genitali sono circa quaranta tra cui spiccano tensioattivi e altre ad azione xeno estrogenica nonché i componenti dei profilattici.

Il meccanismo può essere l’aggressione chimica diretta e un altro che è quello allergico, fenomeno per cui la reazione dell’organismo, in termini di aggressione dell’indesiderato ospite, quanto meno esagera facendo più danni a sé stesso che all’agente nocivo.

 

Il glande, il prepuzio, il frenulo e “il fai da te”

Sono le tre parti che costituiscono l’anatomia del pene nel suo insieme e sono anche quelle che hanno due caratteristiche.

La prima è che, per la natura stessa dell’uomo nonché per le attività cui sono preposte, le parti vengono giornalmente traumatizzate. Dispongono di notevole resistenza e di meccanismi autoriparativi piuttosto efficaci.

La seconda è che sono oggetto di un gran “fai da te“ sia per il mero utilizzo che per le sperimentazioni terapeutiche col risultato che una minima alterazione dei tessuti viene immancabilmente complicata dall’incongruità dell’intervento rendendo poi difficile o impossibile una diagnosi medica, che ancora è il sistema più efficace per curare una malattia.

 

Un’altra considerazione non secondaria da fare è: se il creatore (o, se preferite, il Padreterno) ha previsto l’esistenza del frenulo e del prepuzio, come mai l’uomo si ostina ad asportare la parte in questione con motivazioni igieniche, religiose, magiche e compagnia cantando? Va chiesto ai filosofi teoretici.

Quanto alla circoncisione, proposta spesso anche dai medici come la soluzione finale dopo la quale tutto va bene, viene omesso il fatto che le ipotesi sulla sensibilità del poi sono sia di diminuzione che di feroce aumento e che la mancanza del frenulo (in etimo frenum-piccolo freno del prepuzio) spesso causa più problemi di quanti ne risolve senza contare le cicatrici esuberanti e i frequenti reinterventi necessari.

Concediamoci quindi un certo atteggiamento conservatore e vediamo come mantenere la parte in buon ordine.

Se dimentichiamo di lavarlo, tra prepuzio e glande, si forma una pappetta bianca detta smegma che, per la fermentazione ad opera dei batteri presenti, diventa velocemente maleodorante ed ha azione irritativa.

L’irritazione provoca anche l’arrossamento della parte e induce, o dovrebbe indurre, a lavarsi. L’azione di detersione, anche con la sola acqua tiepida, se regolare, risolve il problema nella maggior parte dei casi ed evita l’arrossamento. Non evita però che la parte mantenga, anche se in misura minore, un certo odore variamente interpretabile.

La reazione fai date è: allora uso il sapone. Il risultato, spesso, è che la parte è più pulita ma sviluppa un odore di pesce che è ancora più fastidioso di quello di cui parlavamo prima. Questo accade per la presenza contemporanea di amine che sono sviluppate dai batteri normalmente presenti in loco e dalla potassa che sta nel sapone.
E’ anche un test che viene usato per fare diagnosi di presenza di Gardnerella vaginalis. Si rimanda ai testi di microbiologia per ulteriori spiegazioni.

Altra reazione fai da te è il bagnoschiuma o il doccia schiuma che, a differenza del sapone, hanno molta meno potassa e l’odore cala. Risolto il problema? Neanche per sogno in quanto l’azione potentissima dei tensioattivi usura la parte che finisce per arrossarsi ancora di più.
Il film idrolipidico che la natura provvede a far produrre alle mucose locali e che ha una funzione protettiva di barriera, viene sciolto e lavato via consentendo a tutte le sostanze irritanti di esprimere la loro azione. 

Altro passaggio del fai da te è andare in farmacia

Alle richieste del paziente il farmacista reagisce con circa due o tre automatismi, d’altronde vende farmaci. Uno tipico è l’associazione cortisone antibiotico mentre se è più prudente propone l’ossido di zinco. A volte reagisce con oli alla vitamine, di solito la E.
Mentre quest’ultimo è tutt’altro che sbagliato, il secondo non fa niente, il primo è deleterio e provoca un dismicrobismo jatrogeno favorendo la crescita di funghi, la famigerata Candida.

All’inizio il cortisone produce un iniziale miglioramento e l’arrossamento cala. Contemporaneamente, tuttavia, deprime le difese locali mentre l’antibioticoelimina i batteri salvando però i funghi i quali trovano modo di replicarsi velocemente. Il glande e il prepuzio cominciano a presentare delle piccole macchiette rosse che poi confluiscono riarrossando la parte con prurito, nuova secrezione bianca diversa dallo smegma e odore ancora diverso. Stavolta il fai date è comporre il numero del medico e prenotare la visita. Continuare col cortisone può provocare un arrossamento stabile della parte a volte perdurante per mesi.

 

Il sesso

Dicevamo che le parti sono spesso in grado di autoripararsi ed è vero. Tuttavia alcune pratiche sessuali peraltro innocenti sono in grado di provocare degli arrossamenti.

Il fai da te della sessualità è una di queste. Come in tutte le cose l’esagerare nella malmenazione delle parti le fa arrossare ma esperienza di molti vuole che tali arrossamenti spariscano da soli semplicemente lasciando in pacel'organo. A volte, però, ciò non accade per vari fattori tra cui spicca la mancanza di lubrificazione della vagina. Alcune donne ci mettono un po’ di tempo ad avere la reazione attesa dalla stimolazione sessuale ma molti uomini non hanno la pazienza di attendere quel tanto che basta e introducono prima del tempo.

Il prepuzio e il frenulo segnaleranno “trazione esagerata” con staffilate dolorose perfettamente ignorate che in qualche caso si traducono in una emorragia da taluni, troppo disinformati, interpretata come perdita della verginità maschile.

Vengono ignorate anche le proteste della signora in questione. Il glande subisce una discreta erosione e alla fine del rapporto si ritrova sul violaceo. La mattina dopo il tutto è edematoso e il colpo di grazia viene esercitato col sapone intimo della signora che ha un pH assolutamente inadatto e detergenti studiati apposta per qualcosa di molto diverso dal pene.

Si sorvola anche sui rapporti “non-vaginali” che in termini di rischio di balanosi non sono ignorabili e tali da attentare alla già scarsa resistenza delle mucose provate da un igiene sconsiderata.

 

La prossima volta uso il preservativo

!(altra reazione fai da te): sacrosanto, per difendersi dalle malattie sessualmente trasmesse (MST), a patto di metterlo prima del rapporto e non, come quasi sempre accade, a metà dell’opera.

Mettere un preservativo su un glande arrossato significa esporre le mucose senza difese ad una serie di sostanze che vanno dal lattice al lubrificante allo spermicida e che possono scatenare una reazione allergica anche da sole.

Altre cose che scatenano reazioni irritative e/o allergiche delle tre parti di cui sopra sono deodoranti, profumi, e disinfettanti.
Una della reazioni fai da te che più sono deleterie è la convinzione che ci si possa difendere dall’AIDS e da varie altre MST semplicemente disinfettando la parte col primo disinfettante che capita il che, nell’esperienza di chi scrive, va dalla grappa al gasolio passando per l’acqua ossigenata (che diluita non andrebbe nemmeno male) a 80 volumi ed i sali quaternari dell’ammonio senza contare il detersivo per stoviglie.

 

La conclusione di questo escursus è che anche il maschietto ha bisogno di una igiene ragionata e di evitare il fai da te. La manutenzione del pene sta diventando sempre più difficile e sempre più c’è bisogno di informazione medica chiara e comprensibile.

Data pubblicazione: 22 marzo 2011

Autore

giuliobiagiotti
Dr. Giulio Biagiotti Andrologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 presso Università di Perugia.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Perugia tesserino n° 4114.

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