L’unghia incarnita: quale trattamento?

egangemi
Dr. Ezio Nicola Gangemi Chirurgo plastico

Il trattamento ideale per evitare la cronicizzazione e prevenire le recidive è quello chirurgico mediante l'asportazione di parte dell'unghia e l'applicazione di fenolo sulla matrice

L’unghia incarnita, nota anche come 'onicocriptosi' o 'unguis incarnatus', rappresenta una problematica medica comune nella popolazione generale. L’alluce è il dito più comunemente coinvolto, ma può verificarsi anche nelle altre dita dei piedi.

Il processo patologico si verifica quando la cute periungueale è traumatizzata da uno degli angoli della lamina ungueale. Questo si traduce in un aumentato rischio di infiammazione e talvolta di infezione. Il dito diventa dolente, può esserci la fuoriuscita di materiale purulento e man mano si crea tessuto di granulazione a lato della lamina ungueale. Questi sintomi causano un notevole disagio per il paziente che spesso si ripercuote sulle sue consuete attività quotidiane.

Sono stati descritti una serie di fattori di rischio tra cui il taglio improprio delle unghie, indossare calzature strette o avere unghie sottili e appiattite. Fattori di rischio generali sono il diabete, l’obesità, la cardiopatia, l’insufficienza renale e i disturbi della tiroide, tutte patologie che possono predisporre a un edema degli arti inferiori. Nell’adolescenza l’unghia incarnita è provocata, nella maggior parte dei casi, da un’eccessiva sudorazione che facilita il traumatismo della cute periungueale da parte della lamina ungueale. Nell’anziano è prevalentemente causata da una ridotta capacità di prendersi cura delle proprie unghie.

Il corretto taglio delle unghie prevede di lasciare un margine libero retto con angoli squadrati. Quando si cerca di arrotondare gli angoli si crea una predisposizione all’insorgenza dell’unghia incarnita. Se questa condizione non viene corretta subito, l’onicocriptosi si cronicizza creando un’ipertrofia del letto ungueale la quale a sua volta favorisce la ricorrenza del problema.

L’unghia incarnita può essere classificata in tre fasi:

- stadio I (lieve): presenza di gonfiore, edema, eritema e dolore alla pressione;

- stadio II (moderato): formazione di tessuto di granulazione e saltuariamente presenza di processi infettivi con fuoriuscita di pus;

- stadio III (grave): cronicizzazione dell’infiammazione con riepitelizzazione del tessuto di granulazione e ipertrofia del letto ungueale.

L’onicocriptosi non è un processo autolimitante, ma può essere curata solo se trattata adeguatamente. Il trattamento delle unghie incarnite inizialmente deve comprendere la gestione del dolore, dell’infiammazione e dell’eventuale infezione mediante antidolorifici e antibiotici locali e/o sistemici. Lo scopo principale del trattamento è impedire la recidiva, cioè una ricrescita dell’unghia che provoca una ripetizione della sintomatologia.

Il trattamento ideale per evitare la cronicizzazione e la comparsa di recidive è quello chirurgico. La procedura mira a rimuovere la parte di unghia responsabile del problema consentendo di alleviare i sintomi e contemporaneamente impedire alla matrice di far ricrescere l’unghia in modo anomalo. L’intervento chirurgico viene effettuato in anestesia locale e in regime ambulatoriale; prevede la disinfezione con un antisettico, il blocco anestetico locale alla base del dito e l’applicazione di un laccio emostatico per evitare un eccessivo sanguinamento.

Le tecniche chirurgiche sono diverse ma ognuna ha come obiettivo quello di rimuovere la parte dell’unghia incarnita e distruggere la matrice sottostante in modo da ridurre al minimo il rischio di recidiva. Le tecniche utilizzate sono:

- escissione a cuneo comprendente l’ipertrofia del letto ungueale e parte dell’unghia (onicectomia parziale)

- avulsione totale solo dell’unghia (onicectomia totale)

- avulsione parziale solo dell’unghia

Tutti i trattamenti chirurgici possono essere effettuati con o senza distruzione della matrice; essa può essere effettuata chirurgicamente o mediante causticazione (applicazione di fenolo o idrossido di sodio) o diatermocoagulazione.

In seguito a una recente metanalisi Cochrane (1) l'applicazione di fenolo sulla matrice dopo l’asportazione della parte di unghia incarnita è probabilmente la tecnica più efficace nel prevenire le recidive, la ricrescita dell'unghia e quindi la risoluzione del problema.

 

Riferimenti:

(1) Eekhof JAH, VanWijk B, Knuistingh Neven A, van derWouden JC. Interventions for ingrowing toenails. Cochrane Database of Systematic Reviews 2012, Issue 4.

Data pubblicazione: 10 agosto 2013

Autore

egangemi
Dr. Ezio Nicola Gangemi Chirurgo plastico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2006 presso Università di Torino.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Torino tesserino n° 20945.

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