La chirurgia mininvasiva del cancro del polmone

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Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico

Il numero di persone colpite dal cancro del polmone è oggi in netto aumento. Il fumo di sigaretta rappresenta una delle cause maggiori. La chirurgia mininvasiva può aiutare a guarire senza limitazioni nella vita di tutti i giorni.

Il cancro del polmone rappresenta ad oggi una tra le prime cause di morte nei Paesi industrializzati. Nel nostro Paese ogni anno vengono diagnosticati più di 30000 nuovi casi di neoplasia di origine polmonare. Secondo le ultime stime ISTAT, un uomo su tre si ammala di cancro nel corso della sua vita mentre per le donne una su quattro.

 

Ma quali sono oggi i principali fattori di rischio?

Spesso usiamo frasi come "le nostre speranze sono andate in fumo!!", ebbene sì: il dannato "fumo" di sigaretta. Ma in questo caso non sono le nostre speranze ad andare in fumo ma la NOSTRA VITA.

Studi internazionali hanno dimostrato che un uomo di 35 anni, che fuma circa 25 sigarette al giorno, ha un rischio di morire di cancro del polmone prima dei 75 anni pari al 13%.
Ma l'evento cancro non è l'unico rischio che corrono questi soggetti: l'enfisema polmonare e la Broncopolmonite Cronica ostruttiva (BPCO) rappresentano l'altra faccia della medaglia (vedi articolo Nuova tecnica endoscopica per il trattamento dell'enfisema polmonare).

Un paziente fumatore che abbia sviluppato un cancro polmonare al primo stadio circoscritto e quindi totalmente curabile con l'intervento chirurgico potrebbe risultare NON OPERABILE per aver sviluppato una grave insufficienza respiratoria da fumo che controindicherebbe l'intervento chirurgico.

La vita media si è poi sensibilmente allungata spostando nettamente negli ultimi 30 anni l'età di insorgenza delle neoplasie polmonari tra i 70 e gli 85 anni. Un paziente di 85 anni fino a pochi anni fa poteva essere ritenuto ad altissimo rischio di intervento chirurgico e quindi considerato inoperabile. La tecnologia applicata alla medicina ha permesso negli utlimi anni di rendere facilmente operabili pazienti che prima non lo erano.

Nello specifico si parla di microchirurgia applicata che utilizza piccole incisione chirurgiche e supporti ottici ad alta risoluzione per aggredire il tumore. Il paziente non viene più sottoposto a tagli ampi di circa 30 cm ma bensì a incisioni non superiori ai 10 cm. Tradotto significa tempi di recupero post operatori rapidi con dimissioni dopo circa 4-5 giorni per interventi polmonari maggiori (lobectomie, sleeve lobectomy, resezioni atipiche).

Il dolore post operatorio con questo nuovo tipo di approccio chirurgico è assolutamente gestibile con antidolorifici comuni quali toradol o paracetamolo. Gli analgesici sistemici trovano oggi un ruolo marginale nel paziente operato al polmone.

L'analgesia viene eseguita durante l'intervento con il blocco del nervo intercostale (vedi articolo pubblicato su rivita internazionale Intrapleural intercostal nerve block associated with mini-thoracotomy improves pain control after major lung resection. Eur J Cardiothorac Surg. 2006 May;29(5):790-4).

Il vecchio detto "grande taglio, grande chirurgo" è storia di un'era che non ci appartiene più. Oggi il chirurgo si muove nella mininvasività con l'assoluto rispetto delle strutture anatomiche presenti.

Tornare alla vita di tutti i giorni (bicicletta, tennis, palestra, nuoto, camminate in libertà) dopo la rimozione di un cancro del polmone è oggi realtà.

Data pubblicazione: 04 febbraio 2012

Autore

claudioandreetti
Prof. Claudio Andreetti Chirurgo toracico

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 2000 presso Università di Roma .
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 51157.

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