Una diarrea di difficile interpretazione: la Colite Microscopica

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Dr. Roberto Rossi Gastroenterologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza

La Colite Microscopica rappresenta una patologia spesso misconosciuta e di difficile diagnosi che colpisce pazienti anziani specialmente di sesso femminile e che provoca diarrea acquosa cronica

La colite microscopica (MC) è una colite che non rientra tra le classiche malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), infrequente (ma non rara), che colpisce prevalentemente adulti anziani, e che provoca una diarrea acquosa a carattere cronicizzante. Essa è compresa nelle coliti linfocitiche e collageniche. Il massimo dell’incidenza è tra i 60 e i 70 anni di età e prevale nel sesso femminile. Non se ne conoscono con certezza le cause.

 

Sintomatologia

Nei paesi occidentali una percentuale piuttosto consistente (intorno al 4%-5%) di popolazione anziana si rivolge al Medico per problemi di diarrea cronica.

Tale situazione riguarda prevalentemente donne che accusano diarrea acquosa ricorrente anche notturna, dolore addominale diffuso, perdita di peso e facile affaticamento. Difficilmente a questi fastidiosi sintomi si associa disidratazione, mentre l’urgenza alla defecazione spesso porta a episodi di incontinenza e compromette la qualità della vita rendendo spesse volte difficile affrontare le normali incombenze quotidiane e le relazioni sociali.

Spesso questi sintomi vengono superficialmente interpretati con una IBS cioè una sindrome da colon irritabile. A ritardare la diagnosi della malattia concorre spesso il referto di una colonscopia che descrive una mucosa del colon apparentemente normale per tutti i caratteri e di conseguenza non accompagnata da prelievi bioptici.

Talvolta pazienti con colite microscopica presentano patologie concomitanti come disordini tiroidei, artrite reumatoide e/o diabete. Talvolta la diarrea in pazienti diabetici viene etichettata con lesioni nervose dei plessi mienterici legati alla malattia.

Un malassorbimento degli acidi biliari può coesistere e aggravare la sintomatologia.

 

Eziopatogenesi

La causa della malattia non è nota. Fattori infiammatori sono chiamati in causa per la presenza istologica di Linfociti T nell’epitelio e nella lamina propria della mucosa colica.

L’infiammazione della mucosa con un aumento dei Linfociti T intraepiteliali ha suggerito che la colite microscopica possa essere causata da una risposta immunitaria a qualche agente presente nel lume colico in presenza di predisposizione individuale. .

E’ stata riportata una familiarità nell’incidenza della colite microscopica, ma quale sia il ruolo dei fattori genetici nella trasmissione della malattia è in gran parte sconosciuto.

Alcuni studi hanno anche posto in relazione la colite microscopica con l’uso prolungato di farmaci IPP (inibitori di pompa protonica), Aspirina, Antiinfiammatori non steroidei, Sertralina e Ticlopidina.

Cause infettive sono state sospettate specialmente in pazienti che presentano sintomi improvvisi della malattia.

Malassorbimento degli acidi biliari come precedentemente accennato possono aggravare la sintomatologia e di conseguenza trattamenti a base di chelanti dei Sali biliari (Colestiramina) hanno dimostrato efficacia nel trattamento della malattia.

L’associazione relativamente frequente con patologie tiroidee, celiachia, diabete mellito, artrite reumatoide ha suggerito una patogenesi autoimmune, sebbene non siano stati identificati anticorpi specifici.

 

Diagnosi

Gli esami di laboratorio sono di poca utilità nella diagnosi di colite microscopica, infatti si possono evidenziare una modesta anemia, un moderato aumento della VES e della PCR pertanto non segni patognomonici.

Esiste un solo esame strumentale dirimente che è rappresentato dalla PANCOLONSCOPIA corredata da prelievi bioptici a livvello del fondo ciecale, dell’ascendente, del trasverso e del sigma -retto.

I prelievi sono indispensabile poiché nella colite microscopica i segni endoscopici sono assenti e solo l’esame istologico che dimostrerà cellule epiteliali danneggiate con accumuli di linfociti intraepiteliali ed aumento del collagene sub epiteliale permetterà di fare una diagnosi di certezza. Inoltre preparati verranno inviati per studio immunoistochimico.


Immagine istologica che dimostra l'infiltrazione linfocitaria a
livello dell'epitelio e della lamina subepiteliale del colon in colite microscopica.

 

Terapia e prognosi

La dieta ha importanza nel trattamento della colite microscopica sono pertanto da evitare le spezie, l’alcool e il caffè.

Come primo passo nel trattamento della patologia sono raccomandati sintomatici come la Loperamide, Racecadotril anche la Colestiramina come chelante degli acidi biliari ha un suo razionale.

La Budesonide è il trattamento di scelta che ha dimostrato una notevole efficacia migliorando sintomatologia e qualità di vita (attenzione all’uso nei pazienti diabetici).

Altro farmaco che ha dato buoni risultati e che può essere usato in pazienti diabetici è il Subsalicilato di Bismuto (galenico) capsule da 262mg. (il problema è che devono essere assunte ben 8 cps al giorno).

Infine i probiotici possono avere una collocazione in associazione coi farmaci di scelta.

L’opzione chirurgica di colectomia subtotale e ileostomia riporta buoni risultati. Ovviamente deve essere riservata nei casi gravissimi che non rispondono alla terapia medica.

La prognosi della malattia è generalmente buona la guarigione quando il trattamento conservativo si rivela efficace avviene in un periodo medio di circa 6 mesi.

 

Conclusioni

La Colite Microscopica è una rara patologia di difficile riscontro clinico, generalmente ad andamento benigno ma che deve essere diagnosticata in tempi brevi in quanto il mancato trattamento può peggiorare in modo drammatico la qualità di vita di una popolazione anziana spesso già afflitta da patologie concomitanti.

L’unica possibilità di fare diagnosi di certezza è l’esecuzione di una pancoloscopia con biopsie su tutto il colon pertanto:

in pazienti anziani con anamnesi di diarrea acquosa ricorrente, la colonscopia non deve mai tralasciare il prelievo bioptico a livello di ogni sezione del viscere anche in presenza di un quadro endoscopico normale.

 

Data pubblicazione: 13 ottobre 2011

Autore

rossi.roberto
Dr. Roberto Rossi Gastroenterologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976 presso Università degli Studi di Torino.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Torino tesserino n° 9395.

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