Influenza intestinale.

Influenza intestinale (gastroenterite virale): non va confusa con altre forme di diarrea

francescoquatraro
Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo

L’influenza intestinale è un termine di uso comune con il quale si indica una gastroenterite, di solito causata da infezione da enterovirus, caratterizzata da crampi addominali, diarrea, nausea e vomito. La malattia è di solito lieve e si risolve in 24-48 ore, in alcuni casi però può portare a grave disidratazione e addirittura al pericolo di vita. Spesso viene anche scambiata con altre patologie che causano diarrea, ritardandone la diagnosi.

Cos'è l'influenza intestinale?

L’influenza intestinale è un termine di uso comune con il quale ci si riferisce più propriamente ad una gastroenterite (vengono colpiti stomaco ed intestino) di origine virale.

Nonostante non sia causata da virus influenzali, spesso si fa confusione in merito alla differenza con l’influenza vera e propria, che, invece, colpisce l’apparato respiratorio, provocando febbre, disturbi respiratori, congestione, dolori muscolari e stanchezza.

Soggetti più colpiti

L'influenza intestinale è una patologia di frequente riscontro, oltre che molto contagiosa. Può colpire persone di qualsiasi fascia di età e dare origine a vere e proprie epidemie. Se si è in buona salute il recupero, di solito, avviene senza particolari complicazioni.

La malattia tende a colpire neonati, bambini, anziani e persone con ridotte difese immunitarie; per questi ultimi tipi di pazienti può anche diventare mortale.

Non vengono colpiti i bambini al di sotto dei 6 mesi (in quanto protetti dagli anticorpi materni IgG trasmessi per via placentare e dalle IgA presenti nel latte materno), mentre si calcola che circa il 95% dei bambini, entro i tre anni di età, va incontro ad almeno un episodio di gastroenterite virale, generalmente indotto da rotavirus.

Stagionalità

Le infezioni da virus gastrointestinali hanno una stagionalità: in Europa, e nelle zone temperate del pianeta, si registrano picchi di incidenza stagionale, in particolare nel periodo invernale, tra novembre e marzo. Nei Paesi tropicali il virus è presente sostanzialmente tutto l'anno.

Per approfondire:Influenza nei bambini: consigli per i genitori

Cause

Quali sono i virus gastrointestinali?

Gli agenti virali responsabili dell'influenza intestinale possono essere diversi.

Il Norovirus o Norwalk-like virus (NLV) è stato identificato, in uno studio del 2002, come il principale responsabile di casi di gastroenterite acuta sulle navi da crociera; esso, inoltre, è la causa più frequente (50%-70%) dei casi gastroenterite negli adulti, ma può colpire sia bambini che adulti.

Norovirus

I Rotavirus sono così denominati per la loro tipica forma circolare (simile ad una ruota). I bambini di solito si infettano dopo aver toccato oggetti contaminati, mettendosi le dita in bocca. Gli adulti infetti da rotavirus possono non avere sintomi, ma pur sempre rappresentare un veicolo di diffusione. La gastroenterite da rotavirus è una malattia diffusa in tutto il mondo

Rotavirus

Entrambi (Norovirus e Rotavirus) sono trasmessi per via orale-fecale.

Anche altri virus possono essere causa di “influenza intestinale”:

  • Adenovirus: di solito procurano disturbi respiratori, ma alcuni ceppi possono determinare gastroenterite,
  • Calicivirus: sono causa di gastroenteriti lievi nei bambini,
  • Astrovirus: sono causa comune di diarrea nei neonati.

Incubazione

Quanto dura l'incubazione del virus intestinale?

Il periodo d’incubazione dipende dal virus che causa la malattia e dalla capacità di difesa del sistema immunitario della persona infetta.

  • Norovirus: il periodo d’incubazione è di 1-3 giorni. Il malato può diffondere l'infezione in qualsiasi momento fino a una settimana o due dalla guarigione.
  • Rotavirus: il periodo d’incubazione è compreso tra 1-2 giorni. La persona infetta può trasmettere il virus anche prima che i sintomi siano visibili.
  • Adenovirus: il periodo d’incubazione è di circa una settimana.
  • Astrovirus: il periodo d’incubazione è di 1-3 giorni.
  • Calicivirus: il periodo d’incubazione è di 2-10 giorni.

Per approfondire:Influenza stagionale: è arrivata l'australiana

Sintomi

Quali sono i sintomi dell'influenza intestinale?

I sintomi si presentano entro 1-2 giorni dall'inizio dell'infezione con:

  • Crampi addominali emal di stomaco.
  • Gonfiore addominale (meteorismo), eruttazioni.
  • Sintomi simil-influenzali (febbre, mal di gola, mal di testa, tosse, dolori).
  • Nausea, vomito, diarrea.
  • Febbricola, ma si può anche avere febbre e, a seconda del tipo di agente responsabile, anche linfoadenopatia.
  • Nei casi più gravi si possono avere perdite idroelettrolitiche notevoli, con conseguente disidratazione, anche grave, potendosi addirittura realizzare (sono i casi meno frequenti) una condizione pericolosa per la vita, con necessità di ricovero ospedaliero e di cure mediche.

Quali sono i segni della disidratazione?

  • Occhi infossati.
  • Sensazione di testa vuota, sonnolenza, letargia.
  • Aumento della sete.
  • Sensazione di secchezza e di appiccicaticcio della mucosa orale.
  • Perdita di elasticità cutanea.
  • Riduzione della produzione di urina (oliguria).
  • Riduzione della lacrimazione.

Segni della disidratazione nel bambino

Decorso

I sintomi della vera influenza intestinale spesso regrediscono nel giro di 24-48 ore, soprattutto se ci si astiene dal mangiare cibi solidi, facendo attenzione a bere abbondanti liquidi.

Ai fini delle diagnosi differenziale va detto che solitamente le gastroenteriti causate da virus possono durare 1-2 giorni, quelle batteriche una settimana o più.

Modalità di contagio

Il contagio avviene attraverso il contatto con una persona infetta o attraverso l’ingestione di cibo o acqua contaminati. Una scarsa pulizia delle mani permette una rapida diffusione del contagio. 

La diffusione dell’agente infettivo da persona a persona è facilitata, ad esempio, se:

  • vengono preparati dei cibi da persone che non hanno lavato accuratamente le loro mani,
  • vi è stata un’inadeguata cottura di pesci eventualmente contaminati dagli scarichi fognari,
  • dopo aver utilizzato la toilette, o dopo aver cambiato il pannolino di un bambino, è mancato un adeguato lavaggio delle mani.

L’influenza intestinale è così contagiosa che di solito colpisce tutti i membri di una famiglia, per questo molti medici la definiscono un “affare di famiglia”.

I principali fattori di rischio che favoriscono il contagio sono:

  • il contatto con una persona che ha la gastroenterite virale,
  • il contatto con feci di animali domestici ed alimenti potenzialmente contaminati con i virus intestinali,
  • le situazioni di sovraffollamento (manifestazioni pubbliche, ipermercati, caserme, case di cura, asili e scuole, chiese) nelle quali si è più facilmente esposti al contagio,
  • la debolezza del sistema immunitario (in corso di patologie come HIV/AIDS, diabete, malattie renali, neoplasie, o durante trattamenti chemioterapici).

Soggetti a rischio

Le persone a più alto rischio sono:

  • gli anziani,
  • le donne in gravidanza,
  • i neonati,
  • i soggetti denutriti,
  • le persone immunocompromesse (HIV/AIDS),
  • pazienti affetti da malattie croniche (come il diabete o il cancro),
  • pazienti in chemioterapia o in terapia con steroidi (cortisonici).

La gravità del quadro clinico è legata alla capacità del sistema immunitario di resistere all'infezione.

I bambini piccoli (che frequentano asili nido o scuole elementari) possono essere particolarmente vulnerabili, perché il loro sistema immunitario non è ancora maturo.

Negli anziani il sistema immunitario tende diventare meno efficiente. Un caso tipico sono gli anziani che vivono in case di cura, maggiormente vulnerabili in quanto il loro sistema immunitario è indebolito per l’età, essi inoltre vivono a stretto contatto con altre persone che possono contagiarli.

Come ridurre il rischio?

In caso di norovirus, nell’attesa di un vaccino, ad oggi l’unica forma di controllo efficace è quella di rispettare rigide misure igieniche. I norovirus oltre ad essere piuttosto resistenti (sopravvivono anche oltre i 60° C, ed anche in presenza di cloro, usualmente utilizzato come disinfettante delle acque potabili) permangono nelle feci delle persone infette per almeno 72 ore dopo la guarigione.

I vaccini antirotavirus, secondo recenti studi, sarebbero efficaci e non darebbero complicanze; in particolare si è visto che l'invaginazione intestinale (considerata un effetto indesiderato) si può presentare con la stessa incidenza, sia nei bambini vaccinati che in quelli non vaccinati. I candidati ideali sono i bambini che frequentano l’asilo nido entro i 12 mesi di età e bambini che hanno fratelli con età inferiore a tre anni.

In caso di infezione acuta febbrile o in presenza di vomito e/o diarrea, la vaccinazione va posticipata. Non devono essere vaccinati i bambini che hanno sofferto di invaginazione intestinale o quelli affetti da una malattia gastrointestinale cronica, immunodeficienza o allergia ad uno dei componenti del vaccino.

Prevenzione

Occorre prendere sempre le dovute precauzioni, in quanto è possibile riammalarsi più di una volta. Le norme generali di prevenzione dell'influenza intestinale sono:

  • evitare il contatto con una persona che ha l'influenza intestinale o suoi sintomi, come vomito e diarrea,
  • non condividere bevande, posate, bicchieri e piatti con una persona malata,
  • utilizzare asciugamani separati,
  • disinfettare le superfici contaminate con detergenti a base di candeggina,
  • lavarsi le mani spesso, soprattutto dopo aver usato la toilette o prima di mangiare e anche durante e dopo il contatto con una persona che ha l'influenza intestinale,
  • lavarsi accuratamente le mani, assicurandosi che lo facciano anche i bambini. Se i vostri bambini sono più grandi, occorre insegnare loro a lavarsi le mani. È consigliabile usare acqua tiepida e sapone, strofinando le mani energicamente, per almeno 20 secondi, ricordandosi di lavare soprattutto intorno alle cuticole (pellicine), sotto le unghie e nelle pieghe delle mani, sciacquando infine abbondantemente,
  • negli asili nido occorrerebbe assicurarsi che il centro disponga di camere separate per cambiare pannolini e per preparare e servire il cibo.
  • evitare di bere l’acqua in luoghi nei quali è altamente ipotizzabile la possibilità di contaminazione da scarichi fognari.

È opportuno, inoltre, prendere precauzioni quando si viaggia, in particolare in paesi a rischio:

  • Bere solo acqua in bottiglie sigillate.
  • Evitare di utilizzare cubetti di ghiaccio, perché possono essere stati ottenuti con acqua contaminata.
  • Utilizzare l'acqua in bottiglia per lavarsi i denti.
  • Evitare cibi crudi (tra cui frutti pelati, verdure crude e insalate) poichè sono stati toccati da mani umane.
  • Evitare di ingerire carne cruda o poco cotta e pesce.
  • Vaccinarsi.

Diagnosi

Come capire se è virus intestinale?

La diagnosi dell'influenza intestinale si basa sui sintomi, sull’esame fisico del paziente e, talvolta, sulla consapevolezza della contestuale presenza di identici quadri clinici nella comunità in cui vive il paziente.

È possibile effettuare una diagnosi diretta attraverso test rapidi in grado di rilevare nelle feci i rotavirus o i norovirus, o in maniera indiretta, escludendo possibili infezioni batteriche o parassitarie.

Come distinguere il virus intestinale dalle diarree infettive

Molte infezioni (tra cui le intossicazioni alimentari) che possono colpire lo stomaco e l'intestino tenue, vengono spesso scambiate e confuse con l’influenza intestinale.

Gli agenti patogeni possono essere sia batteri che parassiti.

Tra i batteri responsabili:

  1. Escherichia coli (diarrea del viaggiatore, intossicazioni alimentari, stati uremici, coliti).
  2. Campylobacter jejuni (carne poco cotta, latte non pastorizzato).
  3. Salmonella (intossicazione alimentare - salmonellosi).
  4. Shigella (intossicazione alimentare - shighellosi).
  5. Clostridium difficile (proliferazione batterica e produzione di tossine).
  6. Listeria (contamina i latticini - listeriosi).
  7. Vibrio (acqua potabile e frutti di mare contaminati - colera).
  8. Bacillus (di solito si trova nel riso).
  9. Aeromonas (contamina i frutti di mare).
  10. Yersenia (carne di maiale).
  11. Plesiomonas (ostriche e altri frutti di mare).

Dai parassiti protozoi ci si contagia, generalmente, bevendo acqua contaminata.

I parassiti più comuni sono:

  • Giardia Lamblia, causa più frequente di diarrea acquosa (giardiasi),
  • Cryptosporidium: colpisce soprattutto le persone con un sistema immunitario depresso, anch’esso provoca diarrea acquosa (criptosporidiosi).

Come distinguere il virus intestinale dalle diarree non infettive

A volte, per analogia di sintomi, è facile confondere l’influenza intestinale con diarree non infettive, che derivano da una varietà di altre condizioni tra cui:

  • Intossicazione alcolica,
  • Indigestione,
  • Sindrome dell'Intestino Irritabile (IBS),
  • Effetti collaterali dei farmaci,
  • Stress,
  • Ingestione di tossici (come funghi, tossine che spesso si trovano nei frutti di mare),
  • Intolleranza al lattosio,
  • Allergie alimentari,
  • Sostanze chimiche (metalli pesanti talvolta presenti nell'acqua potabile, come Arsenico, Piombo e Mercurio),
  • Antibiotici,
  • altri farmaci: Aspirina, FANS (Ibuprofene), Caffeina, Steroidi (uso eccessivo o cambiamenti improvvisi nella frequenza di assunzione o del dosaggio), lassativi.

Trattamento e alimentazione

Come guarire dall'influenza intestinale?

Più che farmaci (da riservare al giudizio del medico, e quindi alla sua personale valutazione del quadro clinico), sono utili rimedi naturali.

La reidratazione è la pietra miliare del trattamento dell’influenza intestinale, per tutte le età e per tutti i vari tipi di infezioni virali enunciate; va evitata la disidratazione e la perdita di sali minerali, bevendo liquidi ed apposite soluzioni reidratanti orali.

In fase acuta è necessario stare a riposo ed evitare di assumere cibi solidi, per far riposare il tubo digerente, fino alla regressione dei sintomi.

Passata la fase più critica si potrà riprendere una alimentazione fatta di con cibi leggeri e poco conditi, onde non appesantire lo stomaco, ovvero:

  • pane tostato ed alimenti secchi e privi di sale e zucchero (taralli semplici, fette biscottate, grissini),
  • pasta in bianco,
  • riso (senza scolarlo troppo, per non disperdere l’amido che si sprigiona con la bollitura, in quanto sostanza utile nella diarrea),
  • patate bollite (altro alimento ricco di amido),
  • passati di verdure (zuppa di carote in particolare, le carote possono anche essere consumate crude),
  • banane (hanno proprietà astringenti),
  • limone (uno dei condimenti più consigliati, date le sue proprietà astringenti); è infatti utile bere acqua naturale mescolata a succo di limone appena spremuto, tra l’altro utile rimedio antinausea,
  • carni magre, facilmente digeribili (meglio, quindi, se cotte al vapore), in particolare pollo,
  • pesce, anch’esso bollito o cotto al vapore; evitare il pesce grasso (es. il salmone) e prediligere quello azzurro, come il merluzzo,
  • parmigiano, formaggio facilmente digeribile e di alto valore nutrizionale.

I probiotici aiutano l’intestino a ripristinare le proprie difese.

Cibi da evitare

  • bevande bollenti o troppo calde (la temperatura troppo elevata può irritare le pareti intestinali)
  • cibi troppo elaborati, grassi e fritti, dolciumi, cibi piccanti o molto conditi,
  • latte e derivati del latte (formaggi, burro e yogurt) in quanto, nel corso della virosi, la mucosa intestinale è impoverita delle sostanze necessarie per la digestione di questi alimenti,
  • caffeina (azione irritante sulla mucosa intestinale),
  • alcol (azione disidratante),
  • fumo e bibite gassate.

Altre raccomandazioni

Si consiglia la cautela nell’assunzione di farmaci, in particolare i FANS. Inoltre, è inutile l’assunzione di antibiotici, inefficaci contro i virus.

Astenersi dall’assunzione di antidiarroici, che potrebbero ritardare l’eliminazione dei virus, a meno che il medico non ne valuti l’effettiva necessità.

Complicanze

Se ​​l'influenza intestinale non si risolve in fretta o porta alla disidratazione, il paziente va ospedalizzato e reidratato con liquidi per via endovenosa.

In alcuni casi ci possono essere gravi conseguenze e, addirittura, pericolo di vita.

Ricordiamo il pericolo di:

  • aspirazione, quando il contenuto gastrico viene inalato nei polmoni durante il vomito (evento raro),
  • disidratazione grave, che può portare ad uno squilibrio elettrolitico e shock,
  • lacerazioni dell’esofago (Sindrome di Mallory-Weiss) a causa dei numerosi, specie se ripetuti e vigorosi, episodi di vomito o conati di vomito (evento raro).

 

Per approfondire:

  • Norovirus. (2012, April 12). Centers for Disease Control and Prevention. Retrieved August 21, 2012
  • Rotavirus. (2010, October 28). Centers for Disease Control and Prevention. Retrieved August 21,2012
  • Desselberger U, Huppertz HI (January 2011). "Immune responses to rotavirus infection and vaccination and associated correlates of protection". The Journal of Infectious Diseases 203 (2): 188–95.
  • World Health Organization (December 2009). "Rotavirus vaccines: an update" Weekly epidemiological record. 51–52 (84) 533–540.
  • World Health Organization (November 2008). "Global networks for surveillance of rotavirus gastroenteritis, 2001–2008". Weekly Epidemiological Record 47 (83): 421–428.
Data pubblicazione: 03 maggio 2013 Ultimo aggiornamento: 08 novembre 2022

Autore

francescoquatraro
Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1986 presso Università degli Studi di Bari.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Bari tesserino n° 8211.

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