Il dolore mestruale (dismenorrea): che cosa si può fare?

Uno dei disturbi femminili più diffusi è la mestruazione dolorosa o dismenorrea, più o meno associata ad altri sintomi generali...

La dismenorrea

Uno dei disturbi femminili più diffusi è la mestruazione dolorosa o dismenorrea, più o meno associata ad altri sintomi generali, come gonfiore addominale, nausea, vomito, cefalea ed emicrania, ansia, cambiamenti di umore, difficoltà di concentrazione, dolore e gonfiore al seno, mal di schiena, gambe pesanti e dolenti, insonnia.

Il dolore di tipo crampiforme, localizzato al basso ventre, compare in genere il primo giorno del ciclo, in alcuni casi anche prima, per poi diminuire di intensità fino a scomparire.

Si possono osservare tre forme di dismenorrea: la primitiva, la secondaria, e la membranacea.

Che cos'è la dismenorrea primitiva?

E' caratterizzata da un dolore mestruale, in assenza di malattie a carico degli organi genitali (cisti ovariche, endometriosi, ecc.). Compare in genere a distanza di sei mesi un anno, dopo la comparsa del primo ciclo mestruale (menarca), più frequentemente in ragazze emotive e ipersensibili.

I dolori pelvici si manifestano, raggiungendo un picco di intensità massima alla vigilia dell'insorgenza del flusso e nel primo giorno del ciclo, per poi diminuire nei giorni successivi. In alcuni soggetti può raggiungere gradi di intensità tali da dover interrompere ogni attività fisica, richiedendo il riposo a letto per uno o più giorni.

La dismenorrea infatti, è il più frequente motivo di assenza dalla scuola o dal lavoro nelle donne in età fertile.In genere comunque si assiste a una spontanea risoluzione di questa forma di dismenorrea, dopo una gravidanza. In alcune pazienti però, si può ripresentare, per poi scomparire con il passare degli anni.

Quali sono le cause?

Esistono numerose teorie riguardo le cause. La più accreditata è quella di una genesi multifattoriale, da riferire a squilibri ormonali, contrazioni uterine aritmiche, incremento della concentrazione delle prostaglandine E ed F nel muscolo uterino (miometrio), e cause di natura psicologica.

In particolare si è osservato un aumento notevole della concentrazione di prostaglandine, nel sangue mestruale delle donne che soffrono di dismenorrea primitiva, ed è stato dimostrato che queste sostanze sono responsabili delle contrazioni dolorose e della costrizione dei vasi sanguigni uterini, e una volta entrate in circolo, causano i sintomi gastrointestinali e generali sopra citati.

Quali sono le terapie più efficaci della dismenorre primitiva?

In tutte le forme di dismenorrea (primitiva, secondaria e membranacea), vanno sospese in fase premestruale, tutte le attività che richiedono sforzi fisici di una certa entità.I trattamenti terapeutici della forma primitiva, sono vari e vanno personalizzati caso per caso.

I farmaci antalgici come gli anlgesici maggiori, i pirazolonici (fenilbutazone, amminofenazone, ecc), i paraminofenolici (fenacetina, paracetamolo), l'acido acetilsalicilico e i FANS, trovano principale indicazione nel trattamento della dismenorrea funzionale delle adolescenti, in cui i fattori miometriali (del muscolo uterino), neurovegetativi e psicologici sono predominanti.

Vista poi l'importanza del ruolo delle prostaglandine nello scatenamento del dolore mestruale, è efficace anche l'impiego di farmaci con attività antiprostaglandinica, che vanno assunti subito, all'insorgenza del dolore, non dopo che il dolore è già iniziato ed è intenso, perchè a quel punto le prostaglandine si sono già formate e i farmaci non hanno più effetto.

Il trattamento ormonale con progestinici o estroprogestinici (pillola), si utilizza nelle pazienti in cui la terapia antalgica risulta poco efficace.In alcune pazienti si sono ottenuti buoni risultati con la reflessoterapia, l'agopuntura e l'omeopatia.Utile poi in particolari forme di origine prevalentemente dovuta a fattori psicologici, la psicoterapia.

Per approfondire:Congedo mestruale in caso di dismenorrea

Che cos'è la dismenorrea secondaria?

A differenza della forma primitiva, che compare subito dopo l'inizio dei cicli mestruali, la dismenorrea secondaria compare più tardivamente, di solito tra i 25 e i 40 anni, è meno frequente della forma primitiva (20-30% dei casi), e le cause più frequenti sono:

- Malattie dell'utero, fra cui fibromi, adenomiosi, sinechie, malformazioni del collo dell'utero come la stenosi (restringimento) congenita.

- Malattie delle tube e delle ovaie come la malattia infiammatoria pelvica ricorrente, l'endometriosi, l'idrosalpinge.

Gli esami diagnostici saranno consigliati dal ginecologo dopo un'accurata anamnesi e visita ginecologica, e in genere consistono nell'effettuazione di analisi del sangue, ecografia pelvica transvaginale, laparoscopia, ecc.

Quali sono le cure della dismenorrea secondaria?

Ovviamente il trattamento sarà diverso a seconda della causa, ad esempio l'asportazione dei fibromi, la cura dell'endometriosi e della malattia infiammatoria pelvica, che potrà essere di tipo medico o chirurgico a seconda dei casi. Nelle pazienti in cui, in seguito a tutti gli esami effettuati non risulti evidenziabile una malattia organica, la terapia sarà simile a quella della forma primitiva.

Che cos'è la dismenorrea membranacea?

Da un punto di vista sintomatologico, questa forma di dismenorrea, si caratterizza per la presenza della classica "colica uterina", con dolori al basso ventre di tipo colico, che insorgono con il ciclo mestruale e si accentuano durante il primo e il secondo giorno.

Diminuiscono poi bruscamente con l'espulsione dalla vagina di lembi mucosi di decidua uterina (la mucosa che riveste l'interno dell'utero), a volte frammentati, a volte a "stampo", causando spesso apprensione nelle pazienti, in quanto scambiano questa perdita mucosa, che quando non è frammentata appare come un "sacchetto", per materiale abortivo.

Quali sono le cause della dismenorrea membranacea?

La causa di questa particolare forma di dismenorrea sembra dovuta ad un aumento del tasso di progesterone.

Quali sono le cure?

Le terapie più utilizzate prevedono l'uso di estrogeni, progestinici, o più frequentemente estroprogestinici (pillola).La terapia sintomatica si basa sull'impiego di farmaci antispastici e antalgici, da assumere inziando circa sette giorni prima della prevista mestruazione.

Data pubblicazione: 04 luglio 2011

Autore

defalcovincenza
Dr.ssa Vincenza De Falco Ginecologo

Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1991 presso università la Sapienza di Roma.
Iscritta all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 43654.

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