Anoressia e amenorrea.

Anoressia mentale e amenorrea

L’amenorrea (mancanza di mestruazioni) può essere il primo segno visibile dell’anoressia mentale e può manifestarsi quando una ragazza ha incominciato a non nutrirsi adeguatamente, ma il dimagrimento non è ancora preoccupante per come si presenta.

Uno dei primi segni visibili dell'anoressia mentale nel sesso femminile è l’amenorrea. L'assenza di mestruazioni può manifestarsi quando una ragazza ha incominciato a non nutrirsi in modo adeguato, ma il dimagrimento non è ancora preoccupante per come si presenta.

Il ginecologo, pertanto, può essere il primo a sospettare la presenza di questa malattia e può farlo in uno stadio iniziale dove potrebbero esserci più chance di recupero.

Amenorrea da perdita di peso: cosa fare?

Il ginecologo ha una grande responsabilità nel cercare di indagare se esiste un disturbo legato alle abitudini alimentari che incide sul ciclo mestruale. Potrebbe essere un grave sbaglio sottovalutare l'amenorrea e risolverla con la pillola anticoncezionale al solo scopo di farla mestruare.

Una delle caratteristiche delle anoressiche è di essere manipolatrici e di volere avere l’assoluto controllo su ogni cosa.

Ristabilire le mestruazioni con un contraccetivo ormonale, quando invece il peso è insufficiente, può solo cancellare una sofferenza e ristabilire il controllo della funzione fisiologica della donna. Ma questo non farebbe altro che aiutarla nella discesa verso il baratro.

Nella donna anoressica e, in generale, in caso di amenorrea da perdita di peso, il ritorno del ciclo non è l’aspetto prioritario del problema. Anzi, sarebbe giusto che questo tornasse spontaneamente grazie a un aumento di peso e alla ripresa di equilibrio del proprio corpo.

Anoressia: come si riconosce?

Non è sempre facile identificare una persona anoressica negli stadi iniziali. Ci si trova, infatti, di fronte un soggetto molto bravo a mentire, soprattutto per quel che riguarda il proprio rapporto con il cibo.

Questo tipo di persona si crede autonoma e più forte rispetto ai propri bisogni: vive in una continua sfida e afferma di poter fare a meno degli altri, mentre è in una totale dipendenza.

Ma la forza della persona anoressica è quella di negare questa condizione, con una capacità di autocontrollo eroica, senza alcun senso di colpa.

L'anoressico non solo rinuncia al cibo, ma ad ogni legame e a ogni sensazione di bisogno.

Al di fuori dei bisogni primari come fame, sonno e stanchezza, si impone altri obblighi più impegnativi. Ad esempio le persone anoressiche sono ossessivo compulsive nel sottoporsi a ore di esercizi fisici per ridurre il corpo ad una magrezza sempre maggiore.

Lo scopo è di mantenersi vive, ma in assenza di ogni desiderio. Da questi segnali il medico può cogliere alcuni elementi illuminanti, come la frequentazione quasi ossessiva della palestra, oltre che eventuali incongruenze riguardanti alcune informazioni legate all’alimentazione.

Che ruolo ha la famiglia?

Se possibile, è opportuno coinvolgere e responsabilizzare anche i genitori di fronte al problema. Allo stesso tempo non si deve commettere l’errore di passare attraverso di loro per il rapporto con la ragazza.

Spesso l’anoressica non parla durante la visita medica, soprattutto ai primi incontri. Se è accompagnata dalla madre è questa a riferire per lei i disturbi, quali l’amenorrea o la presenza di un’acne.

Il legame dell’anoressica con la madre è fortissimo e allo stesso tempo molto conflittuale.

Bisogna fare in modo di rimanere soli con lei per porle delle domande grazie alle quali lei potrà esprimere il proprio punto di vista e si avrà così la possibilità di avere un buon rapporto medico-paziente.

Cosa può fare il ginecologo?

Una volta inquadrata l’amenorrea come espressione di un’anoressia mentale, si dovrà capire quale sia la propria capacità e il proprio limite di gestire questo tipo di paziente per quel che riguarda gli aspetti ginecologici che presenta.

Sarà importante indirizzarla presso un centro o uno specialista psichiatra che abbia le opportune competenze per gestire la problematica. Anche questo rischia di essere un compito impegnativo, giacché l’anoressica rifiuta in maniera categorica l’idea di poter essere un paziente psichiatrico.

Se si è riusciti ad instaurare un buon rapporto medico-paziente con la ragazza, conquistandone la fiducia, sarà importante continuare a seguirla per far comprendere a lei e alla famiglia l’importanza e la necessità di intraprendere un percorso di terapia.

Per approfondire:Bulimia nervosa e binge eating disorder

Bibliografia

  1. Menditto A, Menditto P. “Ansia, sindrome premestruale e disturbi ginecologici”, Carocci Editore, Roma, 2009.
  2. Mimoun S, Maggioni C, “Trattato di ginecologia ostetricia psicosomatica”, FrancoAngeli, Milano, 2003.
Data pubblicazione: 30 novembre 2010

Autore

agostino.menditto
Dr. Agostino Menditto Ginecologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1997 presso Seconda Università di Napoli.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Caserta tesserino n° 5333.

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