Hiv come si trasmette.

Modalità di trasmissione e tests diagnostici per HIV

abaraldi
Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo

Quali sono le modalità di trasmissione dell'HIV e i comportamenti a rischio? Come evitare il contagio e i test da fare per diagnosticare la sieropositività.

La sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) è causata dal virus HIV 1-2: in questo articolo ci soffermeremo sulle modalità di trasmissione e sugli attuali test diagnostici.

Come si trasmette il virus HIV?

Dove si può trovare il virus?

Il virus è presente nei seguenti liquidi biologici:

Pertanto la trasmissione può avvenire attraverso:

  • sangue infetto (attraverso un contatto stretto e diretto con ferite sanguinanti, scambio di siringhe),
  • rapporti sessuali non protetti con preservativo (anali, vaginali, oro genitali), con persone affette da HIV,
  • trasmissione verticale da madre affetta da HIV al figlio durante la gravidanza, parto o allattamento.

Come avviene la trasmissione attraverso il sangue?

Tutte le unità di sangue, a partire dal 1995, sono sottoposte a controllo con eliminazione di quelle positive; in aggiunta a questo il minore ricorso a trasfusioni non necessarie, l’autotrasfusione, il trattamento al calore degli emoderivati e le modalità di selezione dei donatori con eliminazione di quelli con comportamenti a rischio, hanno praticamente eliminato il pericolo di contagio in queste situazioni.

Nella popolazione dedita all’uso di droghe, invece, la trasmissione attraverso il sangue, rappresenta la principale modalità di contagio per via endovenosa, per la pratica dei tossicodipendenti di scambiarsi le siringhe.

Come avviene la trasmissione per via sessuale?

La via sessuale è la modalità più diffusa nel mondo di trasmissione dell’infezione: rapporti sessuali non protetti da profilattico, siano essi eterosessuali che omosessuali, possono essere causa di infezione.

La trasmissione avviene attraverso il contatto con liquidi biologi infetti, del tipo citato in precedenza, e con le mucose, anche integre, durante un rapporto sessuale. Tutte le pratiche sessuali, compreso il sesso orale, che possano favorire traumi e lesioni delle mucose aumentano il rischio di trasmissione: sono i rapporti anali quelli a maggior rischio, così come lesione genitali.

Il coito interrotto non diminuisce il rischio, così come uso della pillola, lavande vaginali, diaframma e spirale.

Guarda il video: Malattie sessualmente trasmissibili: come evitare il contagio?

Come avviene la trasmissione verticale?

Se la madre è sieropositiva, la trasmissione può avvenire durante la gravidanza, il parto o l’allattamento. I test effettuati sui bambini che nascono da donna sieropositiva risultano sempre positivi poiché la madre trasmette gli anticorpi al bambino.

Come NON si trasmette il virus HIV?

L’HIV non si trasmette con strette di mano, baci, saliva (pochissime particelle virali ritrovate ma a tutt’oggi non risultano casi), morsi, lacrime, sudore, urina, feci, posate, bicchieri, asciugamani, lenzuola e punture d’insetti.

La frequentazione di palestre, piscine, docce, ristoranti, bar, cinema, mezzi di trasporto non trasmette il virus.

Cosa fare per evitare il contagio?

La prima regola è usare il preservativo sempre e in modo corretto: questo annulla il rischio di infezione. Si deve evitare l’uso di lubrificanti oleosi perché potrebbero alterare il preservativo provocandone la rottura. Il preservativo va utilizzato durante tutto il rapporto.

L’uso corretto del profilattico è importante, quindi:

  • leggere le istruzioni
  • indossarlo dall’inizio alla fine del rapporto
  • usarlo solo una volta
  • conservarlo lontano da fonti di calore (cassetto portaoggetti dell’auto, ecc.) e non ripiegarlo

Tutti coloro che si sottopongono a tatuaggi, piercing, così come l’agopuntura e la mesoterapia devono essere fatti/e con aghi monouso, sterili, a perdere.

Per approfondire:7 regole per l'uso corretto del preservativo

I test per l'HIV

Gli attuali test diagnostici per l'HIV si basano sulla ricerca dell’anticorpo e/o dell’antigene.

Con gli attuali test è possibile eseguire un doppio controllo al 40° e 100° giorno dall’episodio occorso; questo poiché il periodo finestra del virus (periodo di formazione degli anticorpi) và da due settimane a circa tre mesi.

In quale momento è giusto fare il test?

Il consiglio è di non effettuare il test HIV prima che siano trascorse due – sei settimane dal possibile contagio. Normalmente nella maggioranza di test se ne esegue un primo con metodica ELISA; in questa fase si potrebbero avere in una esigua percentuale di casi dei falsi positivi per reazione con proteine aspecifiche (non del virus, ma simili). Al 100° giorno si esegue un test con metodica western blot od altra per la conferma.

I metodi di rilevazione antigenica, invece, si basano sull’amplificazione degli acidi nucleici, ma hanno una sensibilità diagnostica minore rispetto al test anticorpale; rivestono, invece, importanza in una infezione da HIV appena avvenuta per valutare la carica virale. Le metodiche vanno sotto il nome NAT, PCR.

Data pubblicazione: 05 giugno 2011 Ultimo aggiornamento: 30 novembre 2022

Autore

abaraldi
Dr. Arduino Baraldi Medico di laboratorio, Medico igienista, Microbiologo, Ematologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1980 presso UNIVERSITA' ROMA .
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 30398.

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