Sindrome da stanchezza cronica.

CFS: la Sindrome da Affaticamento Cronico

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Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale

La Sindrome da Affaticamento Cronico è una patologia che può esprimersi con quadri particolarmente gravi ed invalidanti, non facile da diagnosticare e di difficile trattamento terapeutico.

La Sindrome da Affaticamento Cronico è nota anche come Sindrome da stanchezza cronica o Sindrome da fatica cronica (classificazione OMS: 2009-ICD-9-CM 780.71), si presenta più comunemente nei giovani e nelle donne intorno ai 35-40 anni, è quasi assente negli anziani oltre i 65-70 anni e rara nell'età pediatrica.

Identificata in Gran Bretagna come Myalgic Encephalomyelitis, Encefalomielite Mialgica – ME e negli USA Chronic Fatigue and Immune Dysfunction Sindrome (Sindrome da fatica cronica immunodisfunzionale – CFSIDS) è stata riscontrata in tutto il mondo comprese l’Europa, l’Australia, la Nuova Zelanda, Canada, l’Islanda, il Giappone, la Russia e il Sudafrica.

CFS stanchezza cronica sintomi

Sintomi della Sindrome da Stanchezza Cronica

La Sindrome da Affaticamento Cronico è caratterizzata da stanchezza grave e invalidante associata ad altri sintomi, tra i quali:

  • dolori muscolari
  • disturbi del sonno
  • mancanza di concentrazione e cefalea.

Questa stanchezza deve essere debilitante e persistere da almeno sei mesi, non deve risolversi con il riposo a letto e risultare così grave da ridurre di oltre il 50% l’abituale attività fisica del soggetto.

Possono riscontrarsi, inoltre, difficoltà di concentrazione e/o memoria, faringodinia, linfoadenopatia cervicale o ascellare, mialgie, dolori articolari, cefalea qualitativamente diversa da quella che il paziente può aver esperito prima della comparsa della stanchezza, sonno non ristoratore e malessere prolungato dopo esercizio fisico; anche tali sintomi, quando presenti, devono persistere o ricorrere da almeno sei mesi.

Fatica cronica: cause

Le cause della sindrome sono ancora poco chiare e gli studi si orientano in ambito infettivologico, immunologico, neurologico e tossicologico.

Diagnosi

La diagnostica differenziale deve escludere la presenza di epatite B o C non risolte, EB virus, Candida, parassitosi intestinali, forme tumorali, disordini immunitari o autoimmunitari, disturbi endocrini (ipotiroidismo), lupus eritematoso sistemico, infezioni croniche, malattie muscolari o del sistema nervoso (sclerosi multipla), disturbi cardiaci, renali, infezioni epatiche e diabete.

Si dovranno escludere inoltre effetti collaterali ai farmaci, disturbi depressivi maggiori, demenza, disordini bipolari, schizofrenia, apnea notturna, narcolessia, disturbi del sonno, anoressia o bulimia nervosa, obesità severa, abuso di alcol e droghe.

Evoluzione della CFS

Col progredire della sindrome la spossatezza può diventare grave, la sensazione di essere “svuotati di energie” e lo sfinimento severo diventano persistenti. Molti sintomi si acuiscono e altri se ne aggiungono quali:

  • nausea
  • disturbi del ritmo cardiaco
  • mancanza di fiato sotto sforzo
  • squilibri pressori
  • sensazione di "testa vuota" e vertigini
  • difficoltà e fatica nel parlare
  • pallore estremo
  • nuove allergie a cibi, medicinali o sostanze chimiche
  • colon irritabile
  • disturbi del metabolismo
  • variazioni di peso marcate
  • aumento della frequenza della minzione e disfunzioni della vescica
  • fotofobia, ipersensibilità ai rumori
  • ansia, crisi di panico.

Questa patologia è solitamente molto debilitante e si protrae nella maggior parte dei casi per diversi anni; in alcuni soggetti tende a regredire spontaneamente o con la terapia farmacologica mentre per altri il peggioramento è ingravescente e inarrestabile.

Terapia

Considerata la complessità eziologia della sindrome della stanchezza cronica e le manifestazioni cliniche spesso varie tra loro, l’approccio terapeutico convenzionale è piuttosto limitato e solitamente prevede l’uso di farmaci antidolorifici e antiflogistici, integratori alimentari, tonici, da affiancare quando indicato e possibile a programmi specifici di riabilitazione manuale.

Omeopatia, omotossicologia e medicina biologica di regolazione offrono spunti interessanti tanto nel trattamento dei fattori eziologici, quando questi sono chiaramente evidenziabili, tanto nel recupero dell’equilibrio dei deficit organici e funzionali presenti nel paziente.

La terapia è personalizzata a ogni singolo individuo, alla sua peculiare storia clinica e al trattamento dei sintomi maggiormente debilitanti. Alcuni dei principali momenti terapeutici gestibili con la medicina non convenzionale

  • attivazione e drenaggio della matrice connettivale
  • stimolo della respirazione e della detossificazione cellulare
  • riequilibrio del sistema immunitario.

Spesso è necessario integrare con fitoterapici e molecole biologiche ad azione tonica e disintossicante che esplicano azione diretta di stimolo dei sistemi metabolici rallentati.

Nei casi più fortunati la risposta alla terapia permette un ripristino ottimale delle normali funzioni fisiologiche e un recupero duraturo dello stato di salute. 

Data pubblicazione: 04 giugno 2010 Ultimo aggiornamento: 26 febbraio 2021

Autore

rferreroleone
Dr. Riccardo Ferrero Leone Perfezionato in medicine non convenzionali, Medico di medicina generale

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1995 presso Università Studi di Roma La Sapienza.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Roma tesserino n° 46569.

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